Mr Nice Guy

L'orso mannaro colpisce ancora


Come ogni bravo blogger che si rispetti, anche io vado periodicamente soggetto a violenti attacchi di orsite. Complici un paio di trasferte faticose, il sonno un po’ disturbato di questi ultimi giorni, e qualche pensiero di troppo al lavoro, ho l’umore un po’ a terra. Di conseguenza, anche la mia proverbiale propensione a mettere i fatti miei in pubblico, in questi giorni viene meno. Insomma, l’orso mannaro è tornato.La vera fregatura di quando mi prendono gli attacchi di orsite, è che divento veramente una persona spiacevole. O meglio, non è che diventi sgradevole o sgarbato con chi mi sta intorno, semplicemente mi sto un po’ sulle balle. Che è abbastanza un problema, quando ti stai sulle balle da solo, anche perchè fai fatica ad ignorarti. L’unica soluzione è cercare di spegnere il cervello in qualche modo. In sostanza leggo, guardo film e telefilm, e faccio cose che mi impegnano la mente.Tra l’altro, quando l’orso mannaro corre selvaggio, l’ideale sarebbero le attività manuali, ma è decisamente l’ultima cosa che mi va di fare. Dovrei montare il letto nuovo, spostare i mobili, riorganizzare la camera da letto, sistemare il soggiorno, ma proprio non ne ho voglia. E tanto, sabato mi è toccato andare all’IKEA. La penultima cosa che mi va di fare è vita sociale, e invece sabato e domenica mi sono beccato sia l’uscita alcolica, sia una festa di compleanno in agriturismo. Quindi evito quello che posso, e se non sto facendo qualcos’altro, impegno la testa.Poi, per l’amor di Dio, meglio starsi sulle balle da soli che avercela con qualcuno. Anche perchè se ce l’hai con qualcuno, l’acidità di stomaco per quanto mi riguarda è assicurata al 100%. Quindi è meglio l’orsite, che al massimo provo il desiderio insopprimibile di chiudermi in casa, ma non devo mangiare antiacidi come fossero caramelle. Certo, passare 24 ore al giorno con l’ultima persona con cui vorresti stare, di sicuro non sta in cima alla lista delle mie attività preferite.Ora, convivo con la maledizione dell’orso mannaro da tanti anni, quindi so che è una cosa passeggera. Passa sempre, dopo un po’. Ma da qui a dire che il pensiero mi conforta, siamo proprio distanti anni luce. Quindi tengo botta, mi trascino un po’, e aspetto. Aspetto che mi torni un po’ la voglia di sorridere allegramente e di sparare quale scemenza seria. Anche perchè se ci provassi adesso farei il doppio della fatica per ottenere la metà del risultato, e nella migliore delle ipotesi finirei per deprimermi ancora di più.Non che sia depresso, o meglio, non che sia triste o sconfortato. Sto giù, e non è per niente divertente. Zero entusiasmo, e per uno che comunque con l’entusiasmo ci tira avanti, è abbastanza difficile. Mi ci vorrebbe qualche bella notizia, di quelle grosse, oppure che ne so, magari una gran cotta di quelle improvvise. Di quelle che ti rivoltano come un calzino, che non capisci più nemmeno da che parte stai girato. Del resto, a chi è che non piace la cotta improvvisa? Non che mi vada, sia chiaro, ma dicono che piace a tutti.Che poi, la settimana scorsa ho rivisto un mio vecchio amico di cui avevo perso le tracce da dieci anni almeno, da quando mi ero trasferito a venezia. Uno di quelli con cui andavo in giro per locali a rimorchiare in gioventù. A dieci anni e più di distanza anche lui è ancora single, bello come il sole, scapolone impenitente e donnaiolo incallito. Quando ci siamo rivisti e abbiamo parlato delle nostre situazioni sentimentali, nello scoprire che entrambi eravamo usciti da storie importanti ha cominciato a fare tutto un discorso sul destino e sullo scopo della vita. In pratica, ha deciso che deve assolutamente trascinarmi al rimorchio selvaggio. Ah, cheppalle…Valà, meglio se non ci penso.