Mr Nice Guy

Le poetesse e i circoli dell'autocompiacimento


Per quanto mi riguarda, le poetesse stanno un gradino sotto a scarafaggi e formiche. In fin dei conti, scarafaggi e formiche occupano una particolare nicchia ecologica che comprende il riciclo degli organismi in decomposizione, per cui hanno indubbiamente la loro utilità. Le poetesse, invece, non ne hanno nessuna. Ma la cosa peggiore delle poetesse, è la loro deprecabile tendenza a raggrupparsi in spudorati circoli dell’autocompiacimento.In realtà, tutta la categoria dei poeti non mi è andata mai particolarmente a genio, e li ho sempre considerati come braccia strappate all’accattonaggio. Perchè l’accattonaggio è l’immagine dell’inutilità sociale, ma almeno rimette in circolo un po’ di liquidità. Lo so che detto da uno che scrive su un blog può sembrare il bue che dice cornuto all’asino, ma i poeti non li ho mai sopportati. Capisco che uno voglia scrivere, però c’è un limite a tutto. La poesia in metro libero, poi, mi fa veramente venire il mal di stomaco.Da quando c’è internet, che offre a tutti indiscriminatamente la possibilità di declamare al mondo i propri versi, le poetesse in particolare hanno dato la stura al loro desiderio di lirismo, con risultati che nella migliore delle ipotesi sono pietosi. La poetessa media, di cui fulgidi esempi si possono trovare a tonnellate fra le pagine dei blog di Libero, spinta dal desiderio incontenibile di esternare la propria struggente interiorità, si produrrà senza sosta in componimenti senza capo né coda. Il tutto, fermamente convinta che per fare una poesia basti andare a capo a metà di una frase. E tante grazie alla punteggiatura.Ora, io non voglio addentrarmi in una barbosissima discussione sulla prosa, sulla prosa poetica e sulla poesia contemporanea. Per l’amor del Cielo. Tuttavia, qualcuno dovrebbe avere l’accortezza di dire a tutte le sedicenti poetesse che no, così non va bene. Che non sono poesie, quelle quattro parole sgraziate messe lì a caso, senza un minimo ritegno per musicalità e grazia nel componimento. Che insomma, non basta scrivere una frase smozzicata su tre a capo, per fare una poesia. Santoddio, nemmeno i bambini dell’asilo. E invece, per qualche misteriosa ragione le poetesse si ritrovano fra di loro, e passano il tempo a farsi i complimenti a vicenda.Con tutta la fantasia di questa terra, seriamente non mi ci do pace. Giuro che non ci sto alle mosse. Da qualsiasi parte guardo certe "poesie", sono orribili, eppure c’è sempre una ola di applausi e un coro di apprezzamenti. Mai che ci sia anche una sola persona che abbia il coraggio di sottolineare l’ovvietà della cosa: fanno schifo. No, tutte a dire quanto è bella e quanto è brava l’autrice, grandi pacche sulle spalle, e vià! autocompiacimento a gogò.Che poi, di fronte a tutte queste manifestazioni di apprezzamento, ad uno gli viene pure il dubbio di non capirci un cavolo di poesia. Voglio dire, quando sei l’unico che pensa “è una cagata pazzesca” stile Fantozzi con La Corazzata Potemkin, va bene Fantozzi, va bene La Corazzata Potemkin,ma il dubbio ti viene lo stesso. Fino a che non ti rendi conto, che questa cosa dei circoli dell’autocompiacimento è una cosa tutta femminile. Ad esempio, basta ricordarsi della regola numero uno nei rapporti fra donne: è severamente proibito dire che l’amica è un cesso pazzesco.Perchè se ci fate caso, è sempre così. Magari nel segreto del loro pettegolezzo più torbido, le donne potranno pure accennare al fatto che una loro amica è brutta, ma ufficialmente sono tutte bellissime. E quando non sono bellissime, hanno sicuramente qualche particolare bellissimo. Persino lo scorfano più inguardabile, grasso come un ippopotamo e con gli occhi porcini, avrà sempre qualcosa che la salva. Prendi una donna qualsiasi, e ti dirà che Eva Green non è niente di speciale. Chiedile dell’amica inguardabile, e sosterrà che ha come minimo un sorriso bellissimo. Che magari è vero, eh, mica dico di no, però è un cesso comunque.Solo, guai a dirlo, o casca il palco.