Mr Nice Guy

Le confezioni per single


Uno dei pochi vantaggi di vivere in tempi dove la vita scorre frenetica, è che puoi accorgerti dei cambiamenti mentre sono in atto. Non parlo di tecnologia, 10 anni fa avevano appena inventato gli SMS, mentre adesso ti puoi scambiare i film sul cellulare col bluetooth, parlo dei costumi, dei modi di vivere.Quando andavo al supermercato 10 anni fa, c’erano le confezioni da 6. Nei miei ricordi di infanzia e gioventù ci sono le scatole di bastoncini findus da 24 e le confezioni Maxi Formato di 10 sofficini. Le prime volte che ho fatto la spesa è stata un’impresa trovare qualcosa che contenesse meno di 8 porzioni, e per i primi anni di vita da solo ho mangiato la stessa pietanza per 3 giorni di fila, cucinata in 3 modi diversi. Mai meno di 8 cosce di pollo magnum in una dannata confezione, mai meno di 6 bistecche. Gli avanzi sono stati al mio ordine del giorno per più di qualche anno, a forza di formato famiglia e “almeno 4 porzioni!”Poi sono cominciate le confezioni per due persone, fra calo delle nascite nel matrimonio e aumento delle convivenze senza figli. Lì ho tirato un sospiro di sollievo, finalmente potevo smaltire il cibo fra due cene o in una botta unica se c’era la morosa/fidanzata. Ho detto addio alla teglia di roba messa di sghimbescio nel frigo, a sgocciolare olio  sul ripiano inferiore, e sono passato a comodi piatti coperti con il domopack, perfetti per essere tirati fuori ed infilati in microonde il giorno dopo. Il sollievo che ho provato nel vedere che finalmente c’era qualcuno che si preoccupava di noi poveri single è stato sufficiente a distogliermi dal vero motivo per cui erano state create queste confezioni ”per 2 persone”.Oggi ci sono le monoporzioni. Sono arrivate di soppiatto, nascoste, mascherate da pranzi rapidi per persone impegnate, l’alternativa al cestino del pranzo o al panino nella borsetta termica. Lo Yogurt coi cereali da versarci dentro non h mai tirato, per cui prima sono arrivati i tramezzini preconfezionati, poi l’insalata col condimento incorporato in una comoda vaschetta agita e gusta. Ma la cosa non si è fermata. Da un paio d’anni, quando vado al supermercato, vedo le vaschette con il monocontorno. UNA porzioncina di insalata russa, che neanche nel vassoio dell’alitalia. DUE chele di granchio. CINQUE olive ascolane. È stato un colpo.Ma il vero tracollo è arrivato oggi. Se c’era una cosa che, resistente come uno scoglio nella tempesta, più immutabile dell’erezione di Rocco Siffredi, aveva sempre segnato il passo senza mai arretrare, era la busta di insalata già lavata. Mai meno di 600 grammi. Un bustone maxi che non c’entrava mai nel cassetto del frigo a meno di non bucarlo per far uscire l’aria.Adesso nel mio frighetto da single, solitaria, triste, accanto ad una melanzana, tre pomodori, quattro zucchine e due peperoni, c’è una bustina di insalata. Da 200 grammi. Adagiata su un fianco che fa pietà.Che oltre al danno psicologico che mi fa vedere che la singletudine è una malattia così grave da costringere persino l’insalata a uscirsene in perizoma, in bustine da 200 grammi, queste stramaledette confezioni per single costano pure un occhio della testa. Una porzione, al prezzo della confezione da 4, e sono anni che sono costretto a comprarle. Danno e beffa.Quindi ho capito una cosa: se un giorno dovessi accorgermi che sto con la donna della mia vita, quella che finchè morte non vi separi, le due metà della stessa mela, da qui all’eternità eccetera eccetera, beh, so che in quel preciso momento la riempirò di botte. Per bene.E dopo essermi sfogato, le chiederò “hai idea di quanto cazzo mi sei costata in confezioni per single?”.