Mr Nice Guy

Aggiornamenti dal fronte


A tutt’oggi sono reduce da altre due serate in compagnia del Fratello, che mi ha trascinato in giro per locali per il mio allenamento in vista dei campionati mondiali di rimorchio. Tappa obbligatoria di sabato, il Molo 5 di Marghera. Per chi non lo sapesse, il Molo 5 è una delle discoteche più gettonate da queste parti, e diciamo che raccoglie un po’ tutti i fighetti che non vogliono andare nelle discoteche di Padova o Venezia. Insomma, c’è un sacco di gente, terrazza all’aperto, dinner&dance, pista per musica tunza e pista per salsa. Anche un bel posto, se non fosse per la musica esageratamente alta e per un ingresso con consumazione obbligatoria da 18 euri che mi è valsa il peggior mojito che abbia mai bevuto in vita mia: praticamente limonata, menta intera, e con un fondo di zucchero di canna che ogni volta che tiravo su con la cannuccia mi sembrava di ciucciare della sabbia. Va bene che sono un fanatico del mojito, e che per farmi contento il barman deve essere praticamente un fenomeno, ma la signorina di ieri sera probabilmente ce l’aveva con me per quanto è stato pessimo il risultato. Abominevole. Alla fine l’ho versato in un vaso, speriamo che la pianta non sia morta.Comunque, commenti sul locale a parte, ieri sera il Fratello mi ha trascinato nuovamente al rimorchio, e nonostante il volume assordante sono riuscito a fare un po’ di pratica. Del resto, requisito fondamentale di un buon rimorchione è una voce stentorea da 120 decibel, in grado di superare il volume di un Jet in decollo. Ma tant’è.Quello che volevo condividere con voi, tuttavia, è un’altra cosa, e cioè che per ben due volte, ieri sera, mi sono trovato nella condizione di dare il “colpo di grazia”, e per due volte ho esitato e me ne sono andato. Me ne sono andato io, volontariamente, a giochi fatti, e la seconda volta è stata ancora più clamorosa della prima.Prima situazione, gruppetto di 3 ragazze in piedi, mi avvicino, comincio a chiacchierare, vinco la prima resistenza iniziale e poi vado via liscio come l’olio con lo spettacolino. Loro ridono, si divertono, mi fanno un sacco di domande, ma dopo un po’ ho una specie di pausa in testa. Le guardo, sono carine e simpatiche, ma mi hanno stancato. Saluto e me ne vado.Seconda situazione, 3 ragazze sedute su un divanetto ad angolo. Mi siedo su un posto libero e ricomincio la solita sceneggiata. Le intrattengo per un quarto d’ora, e loro sono tutte contente di farsi intrattenere, probabilmente hanno dovuto respingere assalti di maschi allupati per tutta la sera e non gli sembra vero che ci sia qualcuno di divertente in giro. Arriva un momento, il momento fatidico, in cui vedo che ho tutta la loro attenzione. Una si sta toccando i capelli, una sorride a 32 denti, un’altra mi fa gli occhioni, e sono tutte e tre sporte in avanti per sentirmi meglio mentre ridono e se la spassano. È fatta. A quel punto, dice il Fratello, si fanno due cose: chiedi il numero di telefono e te ne vai, o resti lì , gliela racconti per un’altra mezz’oretta, e poi ti fai quella che ti piace di più. E in quel momento, riecco la pausa al cervello.La pausa dura meno di mezzo secondo, ma quando mi si riaccende il cervello, il messaggio di avvio è il seguente: “Vuoi veramente uscire con una di queste ragazze? Ma se neanche le conosci…”. Le guardo tutte e tre: tre ragazze carine, simpatiche, che non conosco affatto e con cui probabilmente non ho niente in comune.Saluto, mi alzo, vado a recuperare il Fratello strappandolo dalle braccia di una biondina molto poco vestita, e vado a farmi spillare i 18 euro del mojito peggiore della mia vita: si torna a casa.