Mr Nice Guy

Le scomodità dei viaggi


In questi giorni di vacanze, rientri e anche qualche piccola partenza in ritardo, la questione viaggi e itinerari è attuale come lo era all’inizio del mese. Tutti a raccontarsi percorsi, tragitti, ritardi, a scambiarsi opinioni e commenti su questo o quel mezzo di trasporto. Insomma, si tirano un po’ le somme anche del semplice “viaggio”, e una delle cose che mi mandano fuori di testa, sono quelli che mi accusano di non essere in grado di accettare qualche piccola scomodità quando si tratta di andare da un posto ad un altro per farsi un po’ di vacanza. Avete presente quelli che con aria da viaggiatore navigato ti raccontano di quando hanno passato tutta la notte in piedi sul traghetto, e che per risparmiare 100 euro di biglietto aereo sono disposti ad andare in Sicilia in macchina sorbendosi 16 ore di strada, traghetto e code allo scalo? A questo punto, dico io, affittatevi un barcone da uno scafista, e fatevi portare a Lampedusa, che magari vi divertite pure…In questi tempi di pianificazione delle vacanze al dettaglio, con la crisi economica che galoppa, di piani di viaggio al limite dell’immigrazione clandestina ne sento a vagonate. E se per caso mi azzardo a suggerire che forse è “un po’” scomodo, subito vengo preso per mollaccione, una specie di stracchino in forma d’uomo, con lo spirito di adattamento di un dinosauro.Cazzarola, macino più chilometri io in un anno di quanti nei fai tu in dieci, di certo non mi va di prendere lezioni su come e perché ci siano delle scomodità da sopportare.Poi però penso che è vero, che in effetti magari sono un po’ schizzinoso. È che la rottura di starsene sempre in giro è talmente forte, che quando si parla di vacanza, fosse per me non dovrei neanche alzare il culo. E grazie a Dio che lo Studio mi paga alberghi di prima scelta quando vado in trasferta…Che poi, 4 ore di macchina me le faccio anche, non dico volentieri, ma le faccio. Alla fine, la mia idea di finesettimana rilassante è prendere la macchina e andare in giro per l’italia venerdì sabato e domenica, nonostante il fatto che stia qui a lamentarmi di quanti chilometri mi tocca fare per lavoro.Certo, spesso è difficile conciliare questa mia repulsione per qualcosa di più faticoso di 4 ore di macchina con la passione smodata di certe persone per viaggi in condizioni al limite del disumano. Diciamo però che una piccola soddisfazione me la prendo anche io, alla fine di un viaggio, se mi hanno costretto a fare l’emigrante nel doppio fondo di un container. Con tutto l’allenamento che ho, arriverò anche con le balle girate, ma sono quasi riposato. E vedere le facce stravolte di chi mi sta accanto, le stesse persone che hanno insistito per il viaggione massacrante, che adesso rimpiangono di non aver preso l’aereo, mi compensa in qualche modo di tutte le tirate che mi sono sorbito su come non sia in grado di sopportare qualche piccola fatica.E magari, una volta o due, ho anche aggiunto: “te l’avevo detto…”