Mr Nice Guy

Meditabondità


Una delle cose che ho imparato mio malgrado ad accettare dell’Attivista, è la sua abitudine a ragionare per Assoluti. Nei primi tempi della nostra relazione (e detto di due persone che stanno assieme da due mesi, vuol dire praticamente nelle prime tre settimane), la poveretta provava ad assecondare la mia tendenza alla mediazione in ogni caso, ma col tempo la sua dedizione agli Assoluti è tornata a farsi sentire prepotentemente. Mentre io cerco di trovare dei punti di contatto e di conciliazione anche fra due posizioni apparentemente opposte, per lei due posizioni o sono inconciliabili, o sono uguali. In pratica, se per me esistono sempre delle sfumature di grigio più o meno marcate, per  l’Attivista, le cose sono tutte o bianche o nere, oppure tutte grigie.Tanto per farvi un esempio, una delle sue convinzioni con cui ho fatto i conti di recente, è quella che le droghe siano tutte uguali.Ora, non voglio sostenere che il mio modo di argomentare sia giusto, e il suo sbagliato. Certo, se io ragiono in un modo è perché lo ritengo quello corretto, e se lei ragiona nel modo opposto, non potrò oggettivamente essere d’accordo in tutto e per tutto, ma in fin dei conti esistono tanti modi di argomentare, e molti sono corretti anche se apparentemente opposti. Però, se posso scendere a patti col “metodo”, faccio molta più fatica a trovare dei compromessi (per l’appunto) con le conclusioni prodotte dal metodo stesso. Fra queste, quella di sentir dire all’Attivista che non esistono droghe pesanti o droghe leggere, che tutte le droghe fanno comunque male, che danno dipendenza psicologica e che tale dipendenza sia infinitamente peggio di quella fisica, ma soprattutto che fra un bicchiere di vino, una sigaretta, un cannone, una pasticca, un tiro di coca e una pera di eroina non c’è assolutamente differenza, beh, signori, credetemi quando vi dico che faccio decisamente fatica a mandarla giù…Di fronte al grigio uniforme di questa visione sulle droghe, ammetto di essermi trovato particolarmente in difficoltà. Chiamato ad esprimere un’opinione in merito, probabilmente avrei cercato i punti di contatto nelle differenze, e le differenze nei punti di contatto, quindi capite bene come veder tirare una riga dritta fra la sigaretta e l’eroina mi possa aver completamente spiazzato.Ora, visto che amo parlare con l’Attivista, di fronte ad una posizione tanto determinata, abbiamo cominciato una bella discussione. Il mio comportamento abituale di fronte agli Assoluti è generalmente quello mettere in discussione, un po’ per volta, le argomentazioni che vengono portate, nel tentativo di aprire un piccolo spiraglio di dubbio in questi muri di certezze. Aperta la breccia, si può cominciare a discutere su un piano meno rigido. Ammetto che da fuori possa sembrare un mezzuccio, ma di mio sono fermamente contrario alle Certezze Indiscutibili, visto che ne riconosco soltanto tre: morte, tasse ed ex-fidanzati.Con l’Attivista, forse sbagliando, di solito non utilizzo questi trucchetti da dibattito, e mi limito a comunicare le mie idee. In altre parole, espongo il mio pensiero, sottolineando quali sono i motivi che mi portano a conclusioni diverse. Purtroppo tanta naturalezza non viene ripagata con la stessa moneta.L’Attivista è tale proprio perché fortemente impegnata in campo politico, per cui le discussioni, i dibattiti e i confronti anche particolarmente accesi sono il suo pane quotidiano. Volente o nolente, quando si trova a dover sostenere una tesi, finisce sempre e invariabilmente per difendere le proprie idee. E il modo migliore per difendere le proprie idee è delegittimare le idee altrui.Risultato, tutte le mie argomentazioni venivano regolarmente considerate inattendibili per il semplice fatto che bevo, fumo, e che ogni tanto qualche canna me la fumo anche io. Per chi si trovasse a sostenere che un’affermazione del genere è sostanzialmente corretta, faccio presente che se non bevessi o fumassi, mi si potrebbe dire che non conosco la materia abbastanza da poter avere un’opinione in merito. E sarebbe un’affermazione corretta anche questa. O meglio, come la precedente, sarebbe un’affermazione che costringe a difendere la rispettabilità delle proprie opinioni, obbligando a spiegare per quale motivo le proprie idee hanno diritto di cittadinanza.Risultato, una discussione frustrante, visto che dopo il primo minuto di conversazione mi sono trovato a dover giustificare non tanto le mie idee, quanto il mio diritto ad averne. E per una persona come me che considera tutte le conversazioni come un’occasione per arricchirsi, indipendentemente dalla ragione o dal torto, è stato doppiamente frustrante.Quindi, alla fine di questo post così meditabondo, voglio lasciarvi un pensierino. Non importa se avete ragione o se avete torto, nel momento in cui cercate di difendere le vostre idee, escluderete automaticamente le idee altrui. Facendolo, farete stare il vostro interlocutore dalla parte del torto per tutto il tempo, e se riuscirete a spuntarla, lo avrete sconfitto. Insomma, avrete sconfitto una persona che vi ama. Io credo che una conversazione che si rispetti sia come separare il grano dalla pula. Mescolate tutto assieme, sbattete per bene, e resterà solo il meglio.