Fateci caso, fate mente locale, e cercate di ricordare quante volte avete ricevuto un regalo sbagliato. Sbagliato in qualsiasi senso, dal tipo di oggetto al modello, il classico regalo che uno apre la scatola e se ne resta lì, con la bocca mezza aperta, interdetto, con la consapevolezza di doversi mostrare allegro e soddisfatto nonostante tutto. Ecco, e adesso alzi la mano chi, in quelle condizioni, ha avuto ancora il coraggio di pensare che “l’importante è la sorpresa” e che soprattutto “è il pensiero che conta”. Una delle cose della mia vita che ho imparato ad accettare è che non sono in grado di fare un regalo azzeccato. Credo che dipenda dal fatto che, quando faccio un regalo, è sempre qualcosa che mi piacerebbe far avere a qualcuno, piuttosto che qualcosa che potrebbe oggettivamente piacergli. In sostanza, i miei regali sono sempre dettati dal desiderio di condividere qualcosa che trovo piacevole, nella speranza che il piacere sia comune, piuttosto che dal semplice desiderio di compiacere.Qualcuno potrebbe dire che questo discorso è un misero tentativo di mascherare le mie scarse attenzioni e riguardi nei confronti degli altri, e in effetti potrebbe anche essere. A conti fatti, e alla luce di quasi una cinquantina di regali sbagliati, ci vuole tutta la fantasia di questa terra per non imbroccarne uno, anche fosse per sbaglio. Che poi, regalassi cose strampalate, tipo una testa di cammello impagliata da appendere al muro, o oggettistica varia dagli usi misteriosi, capirei, ma la realtà è che amo regalare tre cose: gioielli alle donne, tecnologia agli uomini, e libri a tutti quanti.Eppure, niente da fare. A quanto pare la capacità di saper fare dei regali graditi non abita da queste parti.Di fronte a questa consapevolezza, ho trovato come mio solito una soluzione di compromesso. Dopo un paio di regali scazzati, di solito mi rassegno a chiedere “che cosa vuoi per regalo?”. Lo so che può sembrare una cosa brutta, ma vi assicuro che è una soluzione estremamente razionale ed efficace, anche e soprattutto perché, se posso scendere a patti con il fatto che ciò che piace a me non piace a chi lo riceve, di sicuro detesto invece buttare i soldi per qualcosa destinato a prendere polvere dentro un cassetto e diventare un aneddoto fra amici e amiche.Ora, in realtà questa posizione viene particolarmente contestata. Molte, moltissime donne sostengono che chiedere a qualcuno cosa voglia per regalo, svilisca l’idea stessa del regalo in sé. Che più dell’oggetto, in sostanza, conti il pensiero, e che anche il regalo più sbagliato, se è una sorpresa, è comunque gradito, non fosse altro che per l’impegno. Personalmente ho visto abbastanza facce deluse, di fronte a qualcosa che non è di loro gradimento, per ritenere che questa cosa de “l’importante è il pensiero” sia una emerita cacchiata, ma tant’è.E a sostegno della mia tesi, mi viene in mente un simpatico aneddoto per l’occasione.Una volta avevo una ragazza che sosteneva che l’insulto peggiore che si potesse fare ad una persona, fosse quello di fare un regalo sbagliato. Secondo lei, chi sbaglia un regalo è perché non conosce affatto la persona a cui lo sta facendo. Una volta, di fronte al regalo sbagliato di una sua carissima amica, ci si è addirittura messa a piangere. Chiaramente, sosteneva di azzeccare sempre i regali, e pretendeva che il destinatario commentasse nella massima sincerità. Insomma, ci teneva proprio a sapere se aveva fatto il regalo giusto, perché, in caso contrario, sarebbe corsa a sostituirlo con qualcosa di migliore. Inutile dire che, da quanto raccontava, al massimo le era capitato di cambiare una maglietta con un’altra dello stesso modello e colore, ma di una taglia diversa.Fatto sta, che una volta mi ha comprato un posacenere a stelo di metallo e terracotta, di quelli a boccia col pulsantino sopra per buttare giù i mozziconi delle sigarette. Una cosa obbrobriosa. Al di là del fatto che quei posacenere del cacchio fanno una puzza scandalosa, che non li sopporto, e trascurando il dettaglio che un posacenere a stelo non lo sopporto manco in un bar, era proprio brutto il posacenere. Smalto verde, di quelli che se li guardi un po’ forte prima si scrostano e poi fanno la ruggine, e terracotta bucherellata. Osceno. Forte della sua teoria, quando me l’ha regalato le ho detto che non mi piaceva. Apriti cielo.Si è incazzata a morte, mi ha tenuto il muso per una settimana e tanto ha fatto e tanto ha brigato, che alla fine, facendo le pulizie, me l’ha rotto. Un incidente, ha detto.E poi la gente mi chiede come mai non sono un sostenitore della sincerità…
Il Regalo Sbagliato
Fateci caso, fate mente locale, e cercate di ricordare quante volte avete ricevuto un regalo sbagliato. Sbagliato in qualsiasi senso, dal tipo di oggetto al modello, il classico regalo che uno apre la scatola e se ne resta lì, con la bocca mezza aperta, interdetto, con la consapevolezza di doversi mostrare allegro e soddisfatto nonostante tutto. Ecco, e adesso alzi la mano chi, in quelle condizioni, ha avuto ancora il coraggio di pensare che “l’importante è la sorpresa” e che soprattutto “è il pensiero che conta”. Una delle cose della mia vita che ho imparato ad accettare è che non sono in grado di fare un regalo azzeccato. Credo che dipenda dal fatto che, quando faccio un regalo, è sempre qualcosa che mi piacerebbe far avere a qualcuno, piuttosto che qualcosa che potrebbe oggettivamente piacergli. In sostanza, i miei regali sono sempre dettati dal desiderio di condividere qualcosa che trovo piacevole, nella speranza che il piacere sia comune, piuttosto che dal semplice desiderio di compiacere.Qualcuno potrebbe dire che questo discorso è un misero tentativo di mascherare le mie scarse attenzioni e riguardi nei confronti degli altri, e in effetti potrebbe anche essere. A conti fatti, e alla luce di quasi una cinquantina di regali sbagliati, ci vuole tutta la fantasia di questa terra per non imbroccarne uno, anche fosse per sbaglio. Che poi, regalassi cose strampalate, tipo una testa di cammello impagliata da appendere al muro, o oggettistica varia dagli usi misteriosi, capirei, ma la realtà è che amo regalare tre cose: gioielli alle donne, tecnologia agli uomini, e libri a tutti quanti.Eppure, niente da fare. A quanto pare la capacità di saper fare dei regali graditi non abita da queste parti.Di fronte a questa consapevolezza, ho trovato come mio solito una soluzione di compromesso. Dopo un paio di regali scazzati, di solito mi rassegno a chiedere “che cosa vuoi per regalo?”. Lo so che può sembrare una cosa brutta, ma vi assicuro che è una soluzione estremamente razionale ed efficace, anche e soprattutto perché, se posso scendere a patti con il fatto che ciò che piace a me non piace a chi lo riceve, di sicuro detesto invece buttare i soldi per qualcosa destinato a prendere polvere dentro un cassetto e diventare un aneddoto fra amici e amiche.Ora, in realtà questa posizione viene particolarmente contestata. Molte, moltissime donne sostengono che chiedere a qualcuno cosa voglia per regalo, svilisca l’idea stessa del regalo in sé. Che più dell’oggetto, in sostanza, conti il pensiero, e che anche il regalo più sbagliato, se è una sorpresa, è comunque gradito, non fosse altro che per l’impegno. Personalmente ho visto abbastanza facce deluse, di fronte a qualcosa che non è di loro gradimento, per ritenere che questa cosa de “l’importante è il pensiero” sia una emerita cacchiata, ma tant’è.E a sostegno della mia tesi, mi viene in mente un simpatico aneddoto per l’occasione.Una volta avevo una ragazza che sosteneva che l’insulto peggiore che si potesse fare ad una persona, fosse quello di fare un regalo sbagliato. Secondo lei, chi sbaglia un regalo è perché non conosce affatto la persona a cui lo sta facendo. Una volta, di fronte al regalo sbagliato di una sua carissima amica, ci si è addirittura messa a piangere. Chiaramente, sosteneva di azzeccare sempre i regali, e pretendeva che il destinatario commentasse nella massima sincerità. Insomma, ci teneva proprio a sapere se aveva fatto il regalo giusto, perché, in caso contrario, sarebbe corsa a sostituirlo con qualcosa di migliore. Inutile dire che, da quanto raccontava, al massimo le era capitato di cambiare una maglietta con un’altra dello stesso modello e colore, ma di una taglia diversa.Fatto sta, che una volta mi ha comprato un posacenere a stelo di metallo e terracotta, di quelli a boccia col pulsantino sopra per buttare giù i mozziconi delle sigarette. Una cosa obbrobriosa. Al di là del fatto che quei posacenere del cacchio fanno una puzza scandalosa, che non li sopporto, e trascurando il dettaglio che un posacenere a stelo non lo sopporto manco in un bar, era proprio brutto il posacenere. Smalto verde, di quelli che se li guardi un po’ forte prima si scrostano e poi fanno la ruggine, e terracotta bucherellata. Osceno. Forte della sua teoria, quando me l’ha regalato le ho detto che non mi piaceva. Apriti cielo.Si è incazzata a morte, mi ha tenuto il muso per una settimana e tanto ha fatto e tanto ha brigato, che alla fine, facendo le pulizie, me l’ha rotto. Un incidente, ha detto.E poi la gente mi chiede come mai non sono un sostenitore della sincerità…