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I piatti e i bicchieri di plastica

Post n°315 pubblicato il 25 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 

Se c’è una cosa che mi manda ai matti, sono le persone che utilizzano piatti e bicchieri di plastica quando fanno una festa, “perchè è più comodo”. Che io mi domando sempre, da quando in qua estrarre del petrolio, trasportarlo in nave fino in raffineria, ricavarci la plastica, portarla in stabilimento per stamparla in piatti e bicchieri, trasportarla al supermercato e poi fino a casa, e tutto a forza di benzina e gasolio, sia diventato più comodo che lavare le cose a mano.

Stesso dicasi per quelli che comprano l’acqua nelle bottiglie di plastica, o comunque l’acqua in bottiglia in generale. Tonnellate di bottiglie trasportate su camion a forza di gasolio, quando grazie a Dio dai nostri rubinetti esce acqua ottima e perfettamente potabile, al costo di 1,65 euro ogni MILLE litri. Che se proprio uno non si fida, ci sono pure le cartucce per le caraffe di depurazione. Non dico i sistemi che si attaccano al rubinetto, che sono tutti delle truffe perchè non prevedono il cambio delle membrane osmotiche, ma la sola caraffa a cartucce è più che sufficiente. E invece, niente.

Che poi, quando faccio questo discorso, ogni tanto qualche intelletto superiore mi dice che poi la plastica la butta nella raccolta differenziata, per cui non è chissà poi quale spreco di risorse naturali. E bravi, perchè giustamente al riciclatore della plastica, i piatti e i bicchieri usati ci vanno da soli, volando. Mica bisogna spendere altra energia per raccoglierli, lavarli, triturarli, fonderli, raffinarli, spedirli in stabilimento, stamparli nuovamente e rimandarli al supermercato. Tu li metti nella raccolta differenziata, e loro appaiono magicamente al supermercato, pronti, puliti ed imballati. Mi pare scontato.

Però il mio discorso non è quello dell’ambientalista arrabbiato, quello che la plastica è IL MALE, dagli alla globalizzazione, viviamo tutti come i primitivi e il progresso è figlio di Satana. Cazzarola, io lavoro con l’industria chimica, e i clienti che seguo non sono certo delle verginelle. Se c’è qualcuno che ha ben presente cosa vuol dire inquinare, quello sono io, che i rifiuti delle fabbriche che seguo, se li metti in bocca ti ammazzano, e se li tocchi ti avvelenano. E parliamo di cromo esavalente e cianuro, più svariati gas tossici che una volta li usavano in guerra. Roba seria, no piatti e bicchieri di plastica. Che la plastica, poi, è una figata pazzesca.

Eppure, ogni volta che ad una festa vedo uno sfoderare di plastica, io mi faccio tutto il trip sulla società consumistica e sulla mentalità usa-e-getta, tutto il pippone trito e ritrito sui rapporti a fast food e sulla perdita di valori. Che ogni volta che lo faccio, mi do fastidio da solo per quanto è banale. Me lo faccio nella testa da così tanti anni, e l’ho sentito così tante volte, che ogni volta penso che dopo tutto questo tempo, avrei anche potuto fare lo sforzo di trovare qualcosa di più originale da dire. Insomma, qualcosa per non sembrare il solito ambientalista scassaballe e un po’ new age, che va avanti a dieta vegana, medicina naturale, risparmio energetico e chilometri zero del cacchio. Un’altra brutta razza, non c’è che dire.

Così alla fine ci ho pensato un po’, e sono arrivato ad un’altra conclusione. È vero che alla gente gliene frega dell’ambiente soltanto quando non devono fare qualche fatica particolare, ed è vero che per la mentalità odierna, la gente preferisce buttare qualcosa invece di ripararla. È vero per le cose, ed è vero anche per i rapporti e per le relazioni. Però la cosa veramente significativa, è che le persone che usano piatti e bicchieri di plastica, non riescono ad accettare che ci voglia sempre un po’ di impegno per qualsiasi cosa, persino per le cose belle.

Vuoi fare la festa a casa tua? Non esiste al mondo che preferisci usare risorse naturali e combustibili fossili, solo perchè ti pesa il culo a lavare una dozzina di piatti e bicchieri. Voglio dire, io lo faccio da tanti anni, e sono sempre sopravvissuto. Il punto non è che pur di evitare anche la più insignificante delle fatiche, fatta tra l’altro per stare bene con gli amici, uno preferisca inquinare. Poco o tanto che sia, raccolta differenziata o meno. Il punto è che se qualcuno non ha nemmeno la voglia di fare il benché minimo sforzo per qualcosa di bello o di divertente, io vado via di testa.

Perchè vedete, lo so pure io che una cosa sono i piatti di plastica, ed un’altra è tutto il resto. Che non è la stessa cosa. Tuttavia, quando preferisci buttare via una cosa invece che non dico ripararla, ma nemmeno lavarla, santa madonna, allora ti viene il dubbio ti viene.  Ti chiedi se è vero che la gente non ha voglia di fare nemmeno il più piccolo sforzo. Una cosa è più comoda, quindi la fai e basta. E allora poi non ti stupisci quando scopri che le separazioni si attestano su un bel 30% già nel primo trienno di matrimonio e arrivano al 50% nei primi 7 anni. Così, tanto per dire. E non è che erano di plastica. Poi d’accordo che comunque ricicli, intendiamoci.

Però se lavavi i bicchieri, magari era meglio.

 
Rispondi al commento:
tiffany2021
tiffany2021 il 25/03/14 alle 17:59 via WEB
Ma seeeeenti. E se io cominciassi a comprare piatti di porcellana di bassa lega ( tipo quelli in superoffertona 9,99 settecentomila piatti, bruttissimi ) e poi li buttassi via? :DD Tanto io mangio poco, ne userò solo 2 al giorno...
 
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ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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