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La vita, l'amore e il gioco del poker

Post n°317 pubblicato il 27 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 

Qualche settimana fa chiacchieravo con la Sessa, e le dicevo che nella vita e nell’amore, non sono uno a cui piace correre dei rischi inutili. Tuttavia, questo non vuol dire passo il tempo ad evitare i rischi, anzi. Il rischio, da qualsiasi parte lo guardi, semplicemente non può essere evitato. Ma per come la vedo io, è tutta una questione di valutare bene le probabilità, ed agire di conseguenza. Non a caso, gioco a poker.

Il rapporto che ho con il concetto di rischio, è molto diverso da quello che hanno normalmente le persone. Un po’ per deformazione professionale, visto che lavoro nel settore della sicurezza sul lavoro e della prevenzione, mi sono accorto che tutto è potenzialmente rischioso. Non è che parlo della tegola che ti cade in testa, parlo di rischio vero e proprio, roba vera. Tutto può andare storto nei modi in cui meno te l’aspetti, e la legge di Murphy è vangelo. Ho visto gente farsi male nei modi più assurdi, e non c’è niente a prova di errore. Tutto può essere micidiale.

Quando realizzi una cosa del genere, puoi fare due cose. La prima, è ignorare completamente la faccenda ed affidarti al “pensiero positivo” come un cretino qualsiasi. In pratica, ti convinci che se pensi che le cose andranno bene, poi vanno bene per davvero. E poi giustamente muori facendo una vaccata colossale, e te lo meriti pure. La seconda, è abbracciare il concetto di probabilità, e capire che ci sono cose più probabili e meno probabili. Quindi è vero che puoi schiantarti in macchina mentre vai al lavoro, ma se fai le corse stile Fast & Furious te la sei proprio cercata. Insomma, un conto è lancairsi col paracadute di notte fra i cavi dell’alta tensione, e un altro è starsene sdraiati in riva al mare a guardare le stelle.

Ad esplorare il concetto di probabilità, ti accorgi che ha delle implicazioni particolarmente ampie. Ad esempio, arrivi a capire che ci sono dei rischi inevitabili e dei rischi che è preferibile non correre. Quindi magari è meglio se non ti butti col paracadute di notte, ma comunque devi prendere la macchina per andare al lavoro. In altre parole, che esistono un rischio calcolato ed un rischio inutile. Il rischio calcolato è quello che scegli di prenderti perchè ne vale la pena o perchè non puoi farne a meno. Il rischio inutile, invece, è quello per cui il gioco non vale la candela. Insomma, ti rendi conto che è un po’ come una partita a poker.

Per quanto riguarda il poker, mi sono sempre considerato bravino, ma ammetto che sono soltanto un giocatore discreto. Non sono bravo, né tantomeno un campione. Sono uno di quei giocatori che si alza sempre dal tavolo con un po’ di soldi in più di quando ha cominciato, uno che non perde mai. Il punto è che io non gioco per vincere, io gioco per non perdere, e l’unico modo per non perdere è quello di continuare a giocare. Quindi devi sapere quando ritirarti, ma anche quando sfruttare le occasioni per ottenere una vittoria. Devi assumerti tutti i rischi per cui vale la pena, e poi agire di conseguenza. Tutti i pokeristi mi prendono in giro, però io intanto non ho mai perso nemmeno un centesimo, e gioco da vent’anni.

Inevitabilmente, questo approccio al poker, me lo porto dietro anche nella vita di tutti i giorni. Chi vi parla, ha lasciato un posto ben pagato con un contratto a tempo indeterminato, per mettersi in proprio durante la crisi economica. Quindi la mia non è di certo la strada della prudenza. È la convinzione che a buttarsi a capofitto nelle cose si corre un rischio inutile, ma che a rimanere fermi per paura di muoversi, prima o poi ti sbattono fuori dal tavolo. E quella è l’unica cosa che bisogna evitare assolutamente.

Anche se magari non sembra, sono una persona decisamente impulsiva. Proprio per questo, prima di fare qualunque cosa ci penso sempre un sacco di volte. Lo so che sembra un controsenso, ma più l’istinto mi dice di agire subito, più io mi sforzo di pensarci prima di muovermi. Come non rilancio all’infinito se non sono sicuro di vincere, altrettanto non mi butto a pesce su una donna che mi ispira, se il rischio di finire col cuore a pezzi è troppo elevato. Anche se magari vorrei. In entrambi i casi ci penso, sondo il terreno, studio gli avversari, cerco di capire chi ho di fronte. Solo allora, valuto le probabilità e vedo se ne vale la pena. Quello è un rischio calcolato. Se non ne vale la pena, allora è un rischio inutile.

Io mi rendo conto che per molti questo ragionamento potrà sembrare assurdo, e che c’è sempre un sacco di gente pronta a dire che devi seguire il cuore, l’istinto, o che sono meglio i rimorsi che i rimpianti. Però io credo che se ti capitano certe cose, nella vita, non ti ripigli più. Ci sono delle cose che non devono succedere, delle cadute dalle quali non puoi più rialzarti. E sinceramente, l’unica cosa per la quale non mi voglio sopravvalutare, è proprio per la mia capacità di rialzarmi. Non voglio rischiare di cadere, se non ho la certezza che posso rialzarmi. Perchè a rischiare tutto, prima o poi perdi tutto, e tutti i giocatori di poker lo sanno alla perfezione. Soprattutto, che quando perdi tutto, poi non ti puoi più rifare.

Quindi se posso evitare un rischio inutile, allora lo faccio.

 

 
Rispondi al commento:
Mr.Nice.Guy
Mr.Nice.Guy il 27/03/14 alle 16:04 via WEB
Vero, vero, l'animo conservatore si fa avanti in tutti, soprattutto col passare degli anni. Il poker, per come la vedo io, è la quintessenza del rischio calcolato, e forse è per questo che mi piace così tanto :)
 
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... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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