Creato da Mr.Nice.Guy il 07/07/2008

Mr Nice Guy

Trovati un bravo ragazzo!

 

Un altro tatuaggio (again)

Post n°314 pubblicato il 24 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Ebbene sì, il titolo del post è assolutamente veritiero. Nonostante mi lanci in periodiche filippiche contro i modaioli dell’ultim’ora, che per semplice prudenza non riporto qui sul blog, appartengo io stesso alla schiera dei tuatuati. Però tatuati veri, non quelli della farfallina sulla caviglia o del tribale sul bicipite. E poiché è trascorso un anno intero dall’ultimo tatuaggio che mi sono fatto, torno a farmi scorticare. Il soggetto quest’anno, è d’amore.

Per chi non ne fosse a conoscenza, la mia teoria sui tatuaggi è riassumibile in pochi passaggi molto semplici. Niente roba piccola, soggetti della tradizione occidentale, solo posti normalmente coperti dagli abiti da ufficio, e soprattutto il tatuaggio come rito di passaggio, e non come decorazione. In pratica, il tatuaggio come si intendeva ai tempi antichi, quando veniva celebrato il passaggio di una fase della vita, il raggiungimento di un traguardo, o comunque un avvenimento fortemente legato al trascorrere della vita ed alle sue tappe fondamentali.

Va da sé, che con queste premesse ce l’ho a morte con chi si ricopre dei tatuaggi tribali di una cultura che non gli appartiene, di ideogrammi cinesi o giapponesi, di cazzatine grandi come un francobollo, e soprattutto lo fa a scopo puramente estetico. Che poi, io a farmi tatuare un ideogramma da uno che non è laureato in cinese o giapponese, non ci andrei nemmeno se mi pagassero. Chi me lo assicura che non mi ha scritto “facciadimerda” e nemmeno lo sa? Cos’è, lo sa leggere? Sai le risate, un giorno che vado in giappone… Insomma, i bimbiminkia dei tatuaggi, che ragionevolmente spenderanno una fortuna in rimozione degli stessi quando raggiungeranno la mia età, sinceramente non li sopporto.

Discorso diverso, invece, per i tatuati “old school”, anche a corpo intero. Soggetti religiosi, teschi, tatuaggi della tradizione navale o militare, è tutta roba che culturalmente ci appartiene dai tempi degli antichi romani. E poi, sono belli. Che poi lo ammetto pure tranquillamente, l’unico feticcio erotico che abbia mai avuto seriamente, è quello di andare con una donna ricoperta di tatuaggi. Ahimè, senza fortuna. Il massimo che riesco a fare, è sbavare miseramente di fronte alla tatuatrice o alla receptionist di turno, che sono regolarmente fidanzate col titolare dello studio o con un altro tatuatore. Insomma, sulle donne tatuate, il professionista non fa presa. Ormai ci ho rinunciato.

In ogni caso, visto che vivo i tatuaggi come un rito di passaggio e che sono una persona metodica, ogni parte del mio corpo ha un suo significato, e ho ben chiaro quali sono le tappe importanti della mia vita. È come se avessi una mappa dei tatuaggi futuri. In pratica, tutto il mio corpo è già prenotato da qualche avvenimento, e per ciascun posto c’è già un soggetto in attesa di essere tatuato, non appena sarà segnata la tappa corrispondente. È come se avessi le caselle da colorare, tanto per farmi capire.

Purtroppo, persino nella programmazione più accurata, gli incidenti di percorso possono capitare. Del tipo che finalmente eri convinto che ci sarebbe stata una casella da colorare sul braccio sinistro, e invece di punto in bianco scopri che è saltato tutto, e ti ritrovi completamente da capo. In casi del genere, inevitabilmente ti ritrovi a fare qualche riflessione. Soprattutto se la casella da colorare riguardava l’amore, se il posto era quello de “la persona giusta”, e in particolar modo se alla fine delle considerazioni ti scopri a pensare che probabilmente, quella casella non la colorerai mai. E come pensiero, lasciate che lo dica, non è poi così confortante.

Alla fine, dopo averci tanto riflettuto, ho deciso che quella casella la voglio colorare lo stesso. Che la casella de “la persona giusta” merita comunque di essere riempita. Quindi ho scartato il soggetto che era destinato al braccio sinistro, e ne ho scelto un altro. Qualcosa che mi ricordi che persino quando tutto sembra andare per il verso storto, persino quando le persone invidiose ci si mettono di mezzo, e nonostante i limiti che tutti quanti abbiamo, le cose possono comunque finire bene. Anche in barba al destino. Quindi sul mio braccio sinistro, appariranno “Amore e Psiche”.

Così, per non perdere la speranza.

 

 
 
 

Il sesso dopo il matrimonio

Post n°313 pubblicato il 21 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 
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Fra le tante curiosità sulla vita che spero ardentemente di non togliermi mai, c’è la questione delle coppie sposate che smettono di fare l’amore. Nel senso che preferisco rimanere col dubbio, ma tipo che sarei proprio felice. Eppure, intorno a me ci sono sempre più uomini che mi raccontano che di sesso minimo garantito, non se ne parla nemmeno per sbaglio. Insomma, il matrimonio è veramente la tomba dell’erotismo.

Su questa cosa che le coppie sposate non facciano più l’amore, seriamente ne ho sentite di tutti i colori. A partire dalle accuse reciproche, per arrivare alla più rassegnata accettazione del fatto come un evento naturale ed inevitabile, a quanto pare ce n’è sempre una. Si va dalle donne pronte a lamentarsi degli uomini noiosi a letto, passando per gli uomini che snocciolano racconti di mutandoni della nonna e ardori da congelatore in Siberia, per finire con le drammaticamente noncuranti alzate di spalle. Che terminano sempre con una frase emblematica: “che ci vuoi fare, dopo qualche anno, è così”.

Ora, io non sono uno di quelli che lo farebbe tutti i giorni. Quando avevo vent’anni l’avrei fatto di continuo, e ancora mi ricordo le litigate con la morosa del tempo, la quale probabilmente temeva che gliela consumassi, ma ora non più. Adesso che sono nella seconda metà dei 30, fra vita sedentaria, preoccupazioni, stress e puro e semplice amore per il divano, tutti i giorni lo faccio solo in vacanza. Durante il resto dell’anno, mi attesto tranquillamente sulle mie canoniche 3 volte a settimana. Di meno assolutamente no, di più solo se c’è veramente un grande entusiasmo. Tipo all’inizio di una relazione, che mi dimentico anche di mangiare, di bere e di dormire.

Tra l’altro, poi, col tempo sono arrivato a scoprire che i miei appetiti viaggiano di pari passo. Quando sono in coppia ho un discreto appetito sessuale e mangio come un lupo, ma quando sono single mi passano sia la fame che la voglia. In pratica quando sono innamorato faccio l’amore e ingrasso, e quando non sono innamorato mi dedico ad un po’ di astinenza volontaria e dimagrisco senza nemmeno accorgermene. Però, anche se passo tranquillamente dei mesi senza andarmi a cercare una storiella per scaricare l’ormone, non ho mai trascorso più di 5 giorni senza far l’amore con la mia donnina. Ma non esiste proprio.

E invece, l’altro giorno parlavo con il mio collega toscano, la mia età, sposato e con due figli, e mi raccontava che passano anche due o tre settimane senza che lui e la moglie combinino nulla. Un mio caro amico di venezia, dopo che la moglie gli ha partorito il primo figlio, è stato mandato in bianco tutte le sere per quasi un anno. Una mia amica mi diceva che ci sono delle volte in cui deve quasi supplicare il marito per farlo almeno un paio di volte al mese. E ne ho altri, di esempi come questi. Tutte coppie che convivono da qualche anno, dormono nello stesso letto tutte le sere, e che smettono semplicemente di far l’amore.

Che poi, quando vado ad indagare sui motivi, sento le spiegazioni più disparate. Seriamente, tolti quelli che lo farebbero, ma poi li mandano in bianco, ognuno ha una storia diversa. Uno mi diceva che quando ti tieni costantemente la carogna da litigio, poi non è che hai voglia di far l’amore. Un altro mi raccontava che la sera se non è troppo stanco lui, allora è troppo stanca lei, quindi va a finire che ci si sdraia nello stesso letto per dormire e basta. Un’altra mi diceva che il sesso le sembra ripetitivo e poco soddisfacente, e che quindi non ne ha voglia.

Quindi viene fuori che ognuno per motivi diversi, ognuno con una sua spiegazione e con un suo perchè, ma alla fine il risultato è sempre quello. Gente che si ama, vive insieme, e ad un certo punto smette di fare l’amore. Il che potrebbe indurre a pensare che alla fine, è tutta colpa della routine. Eppure, per come l’ho sempre vissuta io, non è assolutamente vero. Anzi, se c’è una cosa che dico sempre, è che più ci fai l’amore, con una donna, più diventa bello. Che la volta più bella, è sicuramente la prossima. Perchè vedete, nella mia limitata mente di maschio sessuomane, se una donna la ami, ci fai l’amore, e ce lo fai volentieri. È quando non la ami che non ce lo fai più.

Quando mi sono lasciato con la mia ExStorica,  6 anni di relazione, le ultime settimane non l’ho nemmeno toccata, e se la rivedessi adesso non avrei tentazioni di sorta. Ma con l’Attivista, per quattro anni e mezzo e fino all’ultimo giorno in cui ci siamo visti, ogni volta che mi abbracciava mi si irrigidiva persino il colletto della camicia. La rivedessi adesso, mi farebbe lo stesso effetto. E non dico che darei una botta anche alla Miss, perchè mi ha fatto decisamente patire troppo, però un pensierino su quel bel culotto ce lo farei sicuramente. Quindi io questa cosa delle coppie che si amano e non fanno l’amore, sinceramente non la capisco.

E se devo dirla tutta, spero tanto di non capirla mai.

 
 
 

La corazza non esiste

Post n°312 pubblicato il 20 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Ho sempre ritenuto che la categoria degli psicologi e degli psicoterapeuti abbia arrecato danni assolutamente irreparabili al tessuto stesso della società. Prima c’erano gli psichiatri, che curavano i malati, e adesso ci sono gli psicologi, che fanno ammalare i sani. Tuttavia, la cosa peggiore che abbiano fatto gli psicologi,  è stata convincere la gente che esista una cosa chiamata “corazza emotiva”. Beh, è una scemenza. La corazza non esiste.

Nonostante molte persone si ostinino a sostenere il contrario, tirando fuori la storia che le apparenze ingannano, io sono sempre stato convinto che le persone siano esattamente come le vedi. Non è che ti puoi comportare diversamente da come sei in realtà, è oggettivamente uno sforzo sovrumano. Cioè, lo puoi fare per un po’, di tanto in tanto, ma la vera natura di una persona traspare sempre. Tipo che puoi accompagnare la morosa ad una riunione di Rifondazione e sembrare addirittura comunista, ma appena apri bocca, la prima parola che ti esce è talmente intrisa di capitalismo che prendono fuoco le bandiere rosse.

Eppure, un numero sterminato di persone sostiene di aver “indossato la corazza per proteggere il loro cuore sensibile dalla crudeltà del mondo esterno”. Beh, per come la vedo io, è soltanto un tentativo di far credere al mondo che in realtà si è delle persone diverse e migliori. Che magari sembri una stronza infame, ma in realtà non lo sei. Eh no, cara mia, per come la vedo io, se ti comporti da stronza infame, non hai nessun cuore sensibile da difendere. Hai poco da nasconderti dietro la scusa della corazza, per quello che mi riguarda, sei una stronza a tutti gli effetti.

Insomma, tutta la storia della corazza mi sembra un po’ una scusa per giustificare dei comportamenti discutibili. Una comoda scappatoia per cercare di illudere le persone che non hanno colpa, se sono diventate delle creature piacevoli come un calippo al gusto cotechino e lamponi. E invece, secondo me non c’è nessuna corazza, ma soltanto il risultato della crescita e dell’esperienza. C’è chi crescendo diventa una stronza, chi diventa cinico, chi è disilluso, chi si inacidisce e via discorrendo. È la realtà dei fatti, e sinceramente non ci vedo niente di strano.

Intendiamoci, probabilmente saremmo tutti più contenti se il mondo fosse un posto pieno di fiori e persone allegre, però non è così. Il punto è che ciascuno di noi, in base alla sua sensibilità, matura un’esperienza diversa, e quindi è assolutamente ragionevole che una diventi stronza, e l’altro diventi un cinico. È un peccato, per carità, però è normale. Quindi se la gente facesse pace con questa cosa e accettasse la propria condizione, senza raccontare la storiella della corazza per proteggere l’animo delicato, saremmo tutti più felici. Che io dico, è meglio rendersi conto di essere gradevoli come un crampo al culo e cercare di migliorare, altrimenti viene fuori che il crampo al culo è solo la corazza. Che poi si esagera, ecco.

A me, per esempio, più di qualche volta hanno appioppato la storia della “corazza di cinismo”. Soprattutto una donna, proprio su queste pagine, ha fatto l’impossibile per cercare di convincermi che in realtà sono diverso da come sembro. E al di là del fatto che non sono cinico, ma realista, il punto è che quando sei realista, sei realista dentro e fuori. Non sono un granchio, che è molliccio dentro e ha il guscio duro fuori, sono una persona. Le persone crescono, e se sono fortunate maturano. È un po’ come mettere in forno l’impasto della torta. Quando è cotto non è più una massa molliccia, ed è pronto per andare in tavola. Quando sei fortunato, magari ti è pure venuto bene.

Poi, per carità, in merito alla faccenda delle apparenze che ingannano, magari pure io penso che l’aspetto e basta possa fuorviare. Non a caso, quello che dico sempre è che sono grande e grosso, rasato, tatuato e con la faccia da delinquente, e che non sembro un bravo ragazzo nemmeno con la buona volontà di un Santo. Quello è il mio aspetto, e non ci posso fare niente se la natura mi ha fatto così. Cioè, rasato e tatuaggi a parte. Però basta starmi vicino 10 minuti, per capire che sono un povero fesso, altro che delinquente. E soprattutto, che penso sempre quello che dico, persino le vaccate più assurde. Magari non dico tutto quello che penso, ma quello che dico, lo penso per davvero.

E che nessuno tiri fuori la “corazza di onestà”, per l’amor del Cielo.

 
 
 

Le poetesse e i circoli dell'autocompiacimento

Post n°311 pubblicato il 19 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Per quanto mi riguarda, le poetesse stanno un gradino sotto a scarafaggi e formiche. In fin dei conti, scarafaggi e formiche occupano una particolare nicchia ecologica che comprende il riciclo degli organismi in decomposizione, per cui hanno indubbiamente la loro utilità. Le poetesse, invece, non ne hanno nessuna. Ma la cosa peggiore delle poetesse, è la loro deprecabile tendenza a raggrupparsi in spudorati circoli dell’autocompiacimento.

In realtà, tutta la categoria dei poeti non mi è andata mai particolarmente a genio, e li ho sempre considerati come braccia strappate all’accattonaggio. Perchè l’accattonaggio è l’immagine dell’inutilità sociale, ma almeno rimette in circolo un po’ di liquidità. Lo so che detto da uno che scrive su un blog può sembrare il bue che dice cornuto all’asino, ma i poeti non li ho mai sopportati. Capisco che uno voglia scrivere, però c’è un limite a tutto. La poesia in metro libero, poi, mi fa veramente venire il mal di stomaco.

Da quando c’è internet, che offre a tutti indiscriminatamente la possibilità di declamare al mondo i propri versi, le poetesse in particolare hanno dato la stura al loro desiderio di lirismo, con risultati che nella migliore delle ipotesi sono pietosi. La poetessa media, di cui fulgidi esempi si possono trovare a tonnellate fra le pagine dei blog di Libero, spinta dal desiderio incontenibile di esternare la propria struggente interiorità, si produrrà senza sosta in componimenti senza capo né coda. Il tutto, fermamente convinta che per fare una poesia basti andare a capo a metà di una frase. E tante grazie alla punteggiatura.

Ora, io non voglio addentrarmi in una barbosissima discussione sulla prosa, sulla prosa poetica e sulla poesia contemporanea. Per l’amor del Cielo. Tuttavia, qualcuno dovrebbe avere l’accortezza di dire a tutte le sedicenti poetesse che no, così non va bene. Che non sono poesie, quelle quattro parole sgraziate messe lì a caso, senza un minimo ritegno per musicalità e grazia nel componimento. Che insomma, non basta scrivere una frase smozzicata su tre a capo, per fare una poesia. Santoddio, nemmeno i bambini dell’asilo. E invece, per qualche misteriosa ragione le poetesse si ritrovano fra di loro, e passano il tempo a farsi i complimenti a vicenda.

Con tutta la fantasia di questa terra, seriamente non mi ci do pace. Giuro che non ci sto alle mosse. Da qualsiasi parte guardo certe "poesie", sono orribili, eppure c’è sempre una ola di applausi e un coro di apprezzamenti. Mai che ci sia anche una sola persona che abbia il coraggio di sottolineare l’ovvietà della cosa: fanno schifo. No, tutte a dire quanto è bella e quanto è brava l’autrice, grandi pacche sulle spalle, e vià! autocompiacimento a gogò.

Che poi, di fronte a tutte queste manifestazioni di apprezzamento, ad uno gli viene pure il dubbio di non capirci un cavolo di poesia. Voglio dire, quando sei l’unico che pensa “è una cagata pazzesca” stile Fantozzi con La Corazzata Potemkin, va bene Fantozzi, va bene La Corazzata Potemkin,ma il dubbio ti viene lo stesso. Fino a che non ti rendi conto, che questa cosa dei circoli dell’autocompiacimento è una cosa tutta femminile. Ad esempio, basta ricordarsi della regola numero uno nei rapporti fra donne: è severamente proibito dire che l’amica è un cesso pazzesco.

Perchè se ci fate caso, è sempre così. Magari nel segreto del loro pettegolezzo più torbido, le donne potranno pure accennare al fatto che una loro amica è brutta, ma ufficialmente sono tutte bellissime. E quando non sono bellissime, hanno sicuramente qualche particolare bellissimo. Persino lo scorfano più inguardabile, grasso come un ippopotamo e con gli occhi porcini, avrà sempre qualcosa che la salva. Prendi una donna qualsiasi, e ti dirà che Eva Green non è niente di speciale. Chiedile dell’amica inguardabile, e sosterrà che ha come minimo un sorriso bellissimo. Che magari è vero, eh, mica dico di no, però è un cesso comunque.

Solo, guai a dirlo, o casca il palco.

 

 
 
 

I SUV della domenica

Post n°310 pubblicato il 18 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Domenica ero in macchina e stavo andando in toscana, quando ho realizzato due cose. La prima, è che i SUV e tutti i loro proprietari devono essere inceneriti nel Sacro Fuoco Purificatore. La seconda, è che c'è un'altra categoria che si merita un inferno dedicato, a fianco degli agenti immobiliari: i guidatori della Domenica. Ma soprattutto, che non c’è niente di peggio di un guidatore di SUV della domenica. È la summa di tutti i mali. L’Anticristo di mezza età. Con trippa, colesterolo alto e ansia da prestazione.

Prima che qualcuno si senta in dovere di sostenere che “no ma guarda che io so guidare benissimo!”, uomini e donne, nessuno escluso, lasciate che chiarisca tutti i dubbi del caso: non è vero. Non me ne frega una cippalippa se uno si fa 60km andare e 60km a tornare, con addirittura la tratta in autostrada, per fare casa-ufficio, ufficio-casa. Quello non è guidare. Non è guidare nemmeno andare col SUV a venti all’ora nel traffico cittadino, e nemmeno fare i 180 all’ora nel pezzo di superstrada dietro casa. Quello è fare i pendolari in macchina. O gli idioti, a seconda del caso. Soprattutto per la faccenda dei SUV. E soprattutto, non è guidare in autostrada.

Guidare in autostrada è tutta una questione di traiettorie. Non mi riferisco alle curve o al percorso, parlo di inserimenti e cambi di corsia. Un guidatore abituale tiene costantemente d'occhio 4 macchine davanti a lui e 2 macchine dietro, ed in base alle loro velocità relative cambia corsia di conseguenza. La regola più importante in autostrada è quella di mantenere sempre la stessa velocità. Noi abituali andiamo a velocità diverse, ma è come se avessimo il pilota automatico.  Sorpasso ad una certa distanza, rientro dopo un certo numero di metri, è una questione di prevedibilità.Ci sono delle regole dell'autostrada da seguire.

Il guidatore della domenica, invece, è imprevedibile. Intanto o va troppo piano, o va troppo forte. Poi non sai mai se e quando si sposterà, col rischio di trovartelo davanti all’ultimo secondo. Senza contare che frena e accelera di continuo. Un momento va a 110, e l’istante dopo decide che ha voglia di correre, e va a 150. Poi rallenta nuovamente. E la cosa peggiore, è che non va alla stessa velocità nemmeno quando sorpassa. È capace di rallentare o accelerare anche in corsia di sorpasso, col risultato che o non ti supera più, e te lo trovi nell’angolo cieco a sinistra per 2 minuti, o te lo trovi improvvisamente nel culo, e magari ti lampeggia pure coi fari.

Gli episodi che posso raccontare sui guidatori della domenica sono sterminati, e garantisco personalmente che è più sicuro guidare in mezzo ad una colonna di camion, che girare in autostrada fra i guidatori della domenica. Seriamente. E lo dico con cognizione di causa: non andate in autostrada la domenica, è pieno di stronzi incapaci. Una cosa pazzesca. Tuttavia, col tempo ho realizzato che ci sono dei soggetti che mi stanno decisamente più sulle balle di altri. Un po’ perchè sono più pericolosi, e un po’ perchè semplicemente mi stanno più antipatici. Ecco quindi i peggiori guidatori della domenica, secondo la mia personale classifica.

Al terzo posto c’è il dominatore della strada. A cento all’ora nella corsia centrale, perchè la corsia di destra è per i deboli, e la corsia di sinistra è per i sorpassi. Te li trovi in mezzo alla strada, che tocca fare due cambi di corsie per superarli, con il pericolosissimo “effetto imbuto”. Macchine su tre corsie che improvvisamente devono spostarsi tutte sulla stessa corsia di sinistra per superarlo. Roba che la tentazione di passarlo a destra è irresistibile, e non lo fai solo perchè c’è il rischio che si spaventi, e cambi corsia d’improvviso sbattendoti addosso.

Al secondo posto c’è il turbo camperista. Lo vedi sfrecciare alla stratosferica velocità di 130 all’ora in corsia di sorpasso, con la canoa sul tetto e le biciclette legate dietro. Lui non è come quei poveri disgraziati con la roulotte. Lui ha il camper. Quindi quant’è vera la Madonna lui corre, e lo fa al massimo delle sue possibilità. Il problema è che più dei 130 non raggiunge, quindi si sposta continuamente a destra e a sinistra, tagliando la strada a tutti ogni 500 metri. Assolutamente da evitare soprattutto la domenica: dopo due giorni con moglie e figli in 4 metri quadrati, pur di rientrare a casa calpesterebbe il cadavere della madre.

Al primo posto ci sono gli stronzi col SUV. Dio li maledica. Forse stremati da un’intera settimana a venti all’ora nel traffico cittadino, con un veicolo grosso come un Ducato, quando entrano in autostrada vanno a tavoletta. Ti piombano alle spalle a 180 all’ora, inchiodano ad un centimetro dal paraurti posteriore, e poi accendono gli abbaglianti stile riflettore della polizia. Perchè loro hanno fretta. La vita è breve, e tu gli fai perdere tempo. E a me, stanno sulle balle in modo pazzesco. Giuro, ogni volta che me ne trovo uno dietro, ho la tentazione di frenare solo per farli incazzare.

I proprietari di SUV meritano lo sterminio, e quelli della domenica dovrebbero essere uccisi in modi elaborati e fantasiosi. Perchè solo un ciccione dal pisello piccolo si compra un SUV, solo un idiota ci va in autostrada, e solo un frustrato ci corre come se fosse una macchina sportiva. Soprattutto perchè non sanno guidare. Nessuno, sono tutti degli incapaci. E poi mi fanno pure i fari. Che io dico, ho una Delta, che persino con la motorizzazione più piccola costa un quarto, consuma un terzo, pesa la metà, e ha le stesse prestazioni del tuo trattore. Che secondo me gli rode pure. Quindi se voglio correre, corro, è inutile che mi fai i fari.

Non sono io che vado piano, sei tu che sei un cretino.

 
 
 

CHI È IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Inviato da venus.veronensis il 30/10/08 @ 12:39 via WEB
Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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