Time For Heroes

RE JAZZ


Ieri sera sono andata a vedere Stefano Benniche recitava testi di scritti da Thelonious Monk, l'autore di una pietra miliare del jazz come "'Round Midnight" accompagnati da note biografiche,e citazioni proprie e di scrittori/poeti come Ginsberg, Thomas e il commento musicale del piano suonato dal maestro Petrin.Brani crudi ed intimisti, dove Monk racconta dei suoi rapporti con la droga, con le donne, con la musica.Lo spettacolo si e' svolto in un contesto dove venivano offerte degustazioni dei migliori vini italiani.Io ero completamente immersa in questa atmosfera eimpazzivo perche' non avevo dietro il mio Moleskineper annotare le molteplici sensazioni che ho provato,ieri sera.Davvero toccanti i brani di Monk, vero rivoluzionario del jazz, si confessava attraverso la voce di Benni,rimandando alle torbide e fumose atmosfere della New Orleans degli inizi del secolo scorso."...America! sei stata capace di inventare Jazz...e sedie elettriche!"Si stagliavano nell'aria di questa fresca seradi fine settembre, attraverso le parole accompagnate solo dal suono di un pianoforte, immagini di imponenti case colonialie le piantagioni di cotone e gli schiavi neri a lavorarci,i luridi bars del sud dove continuavano ad esibirsi cantanti nere, insultate, picchiate da cowboys ubriachi."Puttana nera!" disse un frequentatore del bar alla cantante"Sono nera"  lei rispose "questo mi sembra sia fin troppo ovvio,e canto, come puoi vedere, non c'e' altro che io possa fare.Puttana? certo, ho fatto anche quello e bevo come quattro uomini messi insieme e sono stata sbattuta fuori a calcie a New York una volta un uomo m'ha spaccato un labbroe con queste unghie sono capace di graffiarti quella tua faccia bianca,ah, e dimenticavo, mi chiamo Billie Holiday!"Diceva piu' o meno cosi' uno dei testi di Thelonious Monkrecitati da Benni, uno di quelli che mi e' rimasto piu' impresso in questa fresca sera di fine settembre.