Schegge di vetro

Post N° 12


Recensione: Un uomo che ha un sogno deve essere ucciso, prima che i suoi sogni uccidano teTitolo del film: AlexanderRegista: Oliver StoneProtagonista: Alessandro il GrandeDurata: AbbastanzaNumero di stelline: 4Nel mio piccolo, e per quanto poco possa contare, voglio spezzare una lancia (eheheheheh) a favore di questa mega produzione americana dedicata al grande Alessandro. La decisione l’ho presa dopo aver letto, stamattina, l’ennesima critica al film, stavolta elaborata nientemeno che da uno storico militare dei più affermati (chiunque desideri leggerla, si procuri il Corriere della Sera). Ebbene, che il film non sia piaciuto agli americani non mi stupisce: in tre ore di spettacolo, pochi morti, poco sangue, giusto un paio di tette e una chiappa, pelo niente. Troppo poco per palati così raffinati e critiche ampiamente condivisibili.Aggiungiamoci pure, come aggravante, che Stone non nasconde che il prode condottiero fosse, se non del tutto culattone, almeno bisex, e il risultato dello scarso gradimento è assicurato.Ora, siccome perfino gli intellettuali hanno avuto il sospetto che fondare una critica su questi argomenti potesse prestare il fianco a facili umorismi, esce dal cilindro l’immancabile esperto che sproloquia per tutta la pagina rimproverando al regista le seguenti mancanze:Mancano le descrizioni di tutte le battaglie più importanti (Tebe, Gaza, Idaspe, ecc., ecc.). Bravo il nostro storicuzzo! Vedo che il rimpianto per il limitato numero di morti viene scientificamente nobilitato: la critica avrebbe un senso se Stone avesse prodotto un documentario per l’accademia di West Point, ma, sebbene io non conosca gli obbiettivi reali del regista, mi prendo il rischio di sostenere che questo non fosse tra i più rilevanti. Ciò che vi è descritto (Gaugamela) basta e avanza per convincere lo spettatore delle qualità tecniche del nostro eroe;Alessandro, se proprio ha avuto rapporti omosessuali, li avrà avuti con un ragazzino. Eheheheheh, permettetemi lo sghignazzo. Può anche essere vero, nel mondo ellenico (mi soccorrano i tecnici se la memoria mi inganna) i rapporti tra adulti e giovanotti non erano considerati immorali. Ma ve lo immaginate Stone che propone una relazione del genere in modo esplicito? Gli davano l’ergastolo, mica una stroncatura. C’era una scelta diversa, volendo affrontare il tema, di proporlo secondo un modello comprensibile ed accettabile per un mondo che, nel frattempo, ha cambiato radicalmente idea sull’argomento? Non credo;Stone sostiene che per tutto il film si abbia l’impressione che Alessandro sia partito alla conquista del mondo per trombare. Ridicolo, critica da vecchio presbitero della chiesa mormone!Io, che ho cercato di guardare il film, e non solo di vederlo, ne sono uscito con tutt’altra impressione. Forse un po’ lungo, ma coinvolgente ed intenso. In alcuni punti melodrammatico, certo, ma ho avuto l’impressione che il punto sia stato toccato moltissime volte, e in modi diversi. La sfida di un uomo ai propri limiti personali e a quelli impostigli dal suo tempo, l’intuizione che il mondo sia qualcosa di più ampio e vario della propria polis, la consapevolezza che ogni confine non è un ostacolo, ma una scelta. La forza di andare contro tutto e tutti, a qualsiasi costo, per realizzare un sogno.Se anche la battaglia nella foresta indiana non è storicamente credibile, almeno non del tutto, il senso credo che stia tutto in colui che, lancia in resta, sprona il cavallo mentre tutti retrocedono e affronta l’elefante impennato.Per questo di Alessandro molti ricordano il nome e delle altre migliaia di uomini si è persa la memoria.Mthrandir