Schegge di vetro

Post N° 22


(Mala)FedeDa due giorni mi rimbalza per la mente una riflessione che sono stato indeciso se affidare alle righe del blog oppure lasciar cadere nell’oblio dove riposano altre migliaia di riflessioni destinate ad essere fraintese o strumentalizzate. Alla fine, ho scelto di correre il rischio e di permettere alle dita di pestare la tastiera e sparare uno degli stonati acuti fuori dal coro. Ebbene sì, l’oggetto della mia riflessione è la vicenda della Signora Sgrena. Anzi, più precisamente del marito della medesima che, nel breve volgere di qualche giorno, è passato da illustre sconosciuto ad immeritata fama, e nemmeno per meriti suoi, quanto piuttosto per la totale casualità di legami sentimentali con la giornalista sequestrata. Il Signor Pierre (o Pier) Scolari è stato ospite della trasmissione mattutina di Maurizio Costanzo in data 17 febbraio 2005 e, fin qui, niente di male: non potendo avere ospite l’interessata, si ripiega su una controfigura qualsiasi tanto per fare un po’ di audience. Ciò che vale la pena sottolineare è che fin dall’inizio questa storia ha cominciato a puzzare di bruciato, come quella delle due “prodi” (potere della letteratura! Un misero aggettivo può diventare strumento di critica politica) Simone. Bene. Il Grande Marito entra nello studio con passo sicuro, si avvicina a Vauro (ospite anch’egli in trasmissione) e, non appena quest’ultimo si alza per salutarlo, Scolari lo abbraccia fraternamente scandendo nettamente nel microfono un “Compagno Vauro….” che non lascia dubbi. E bravo! A prescindere dal fatto che le mie personali simpatie politiche non vadano ad alcun partito, avevo sempre pensato che, in occasioni del genere, il dolore e l’appoggio morale fossero una questione, per così dire, laica, cioè due sentimenti svincolati da credo ideologici, politici e/o religiosi. Invece constato che, ancora una volta, e come già accadde per le due Simone, esiste una parte di società “civile” che si professa laica, ma, in realtà, è soltanto seguace di una religione diversa.Prendo atto non della novità, perché non si tratta di questo, ma della precisa volontà apostolica della suddetta parte che, del tutto disinteressata della sorte della loro adepta (ricordo ai distratti che la manifestazione di oggi è contro la guerra in Iraq e non pro-liberazione della Sgrena), pare non essere indifferente all’eventualità che il martirio della prigioniera possa giovare alla causa.In questo caso, da “pagano”, ritiro appoggio e solidarietà per una questione che non è più di coscienza civile, ma interna ad una “chiesa” del cui destino mi importa meno che nulla.Fossi nella detenuta, ad un eventuale ritorno farei seguire qualche riflessione in merito alle qualità personali di colui che divide(va) con lei la vita. Fosse capitato a me, il momento dell’augurabile ritorno sul suolo natìo sarebbe stato preceduto da un telegramma al consorte di sole due parole: MA VAFFANCULO!Mthrandir