Schegge di vetro

UN COLPO AL QUORUM


Il recente esito del referendum mi ha spinto a farmi una semplice domanda, retorica quanto si voglia, ma che, credo, abbia un suo senso.Perché per ritenere valida l’espressione diretta di volontà del popolo – referendum - sovrano (risolino) è necessario che si esprima il 50% più uno degli aventi diritto al voto, mentre quando si tratti di stabilire la delega al potere - elezioni politiche o amministrative - la percentuale di votanti non ha effetto alcuno sulla validità del pronunciamento elettorale?Ora, posto che si sono raccolte firme per chiedere al popolo sovrano (scusate, ma trovo questa definizione irresistibilmente comica) di esprimersi su qualsiasi argomento – attendo con ansia la richiesta di poter dire la mia sul modo più corretto di realizzare un acceleratore di particelle – mi chiedo perché non si combatta con altrettanto accanimento a favore di un referendum che tocchi il disposto dell’Art. 75 della Costituzione.Ad esempio, oltre alla faccenda del quorum, sarebbe carino sapere perché, almeno in linea teorica, ci si sia potuti esprimere contro il nucleare (1987), ma non sia possibile farlo quando la legge riguardi tributi, bilancio, amnistia, indulto, autorizzazione e ratifica di trattati internazionali.Ovviamente, ci saranno ragioni formali, impedimenti e quant’altro che giustificano la tregua nei confronti di queste disposizioni e saranno anche tutte perfettamente argomentabili.Altrettanto ovviamente, si tratta di argomenti dove la modifica del quorum non sarebbe necessaria perché lo si raggiungerebbe senza patemi e a dispetto di qualsiasi raccomandazione ideologica e/o religiosa.Ma, forse, la questione non trova asilo perché il pronunciamento popolare avrebbe l’esito pressoché scontato di mandare al mare non gli elettori, ma gli eletti.Mthrandir(Nella foto, un gesto simbolico senza valore concreto)