Schegge di vetro

DIES IRI (5)


(Quinta puntata – “Egli disse: Io sono l’Alfa e l’Omega…” - Apocalisse  22:13)Stando alla citata relazione di Prodi, alla fine dell’85 l’IRI va uscendo dal tunnel delle perdite eterne che ne hanno caratterizzato le gestioni precedenti. Il come, per chi ha seguito le puntate precedenti, è noto. I giorni radiosi, però, non riguardano la gloriosa Alfa Romeo che è in crisi nera da più di un paio di lustri. L’Alfa appartiene all’IRI via Finmeccanica e può permettersi di restare attiva soltanto grazie alle robuste iniezioni di fiducia (sotto forma di denari pubblici) che l’IRI dirotta sui bilanci di Arese. Per protestare contro questi sprechi, non si registrano occupazioni degli stabilimenti e nemmeno invasioni pacifiche dell’Autostrada dei Laghi. Allegramente, si tira a campare perché, tanto, passa Pantalone a saldare i conti. Il soggetto meno felice di tutti è il Governo, cioè la rappresentanza di coloro che pagano (i cittadini). E decide che sia giunta l’ora di vendere. Finmeccanica si muove e prende contatti sia con Crysler che con FIAT. La risposta è un gentile due di picche, anche perché si tratterebbe di comprare un rottame industriale per di più in perdita cronica. Nel solo biennio 1985 – 1986 le perdite ammontano a circa 1.000 miliardi, ammortizzate parzialmente con 615 miliardi dall’IRI. Ma la voragine effettiva è di 1.485 miliardi e per coprirla ha richiesto 1.388 miliardi complessivi di trasferimenti “pubblici” (a partire dal 1979). Come nelle favole, spunta dal nulla un’offerta di acquisto da parte della FORD la quale, probabilmente, ritiene che si possa usare un marchio di grande tradizione e una casa con clienti affezionatissimi per sbarcare in Europa. Anche a costo di doverla strapagare. L’offerta, infatti, è di ben 3.300 miliardi (secondo alcune fonti 4.000) per acquisire gradualmente il pieno controllo entro 8 anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultano impiegati nel carrozzone. Unica condizione, restare in società con Finmeccanica per almeno un quadriennio perché è vero che sono americani, che hanno i quattrini, ma non sono scemi. Sanno benissimo che il giorno in cui Finmeccanica uscirà definitivamente salteranno gli interessi della “politica” a sostenere il progetto e la FORD si troverà sola. L’offerta viene formalizzata il 30 settembre del 1986 e resta valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Nessuno fiata. Non i sindacati, non il Partito Comunista, non i lavoratori. E’ chiaro che fiatare di fronte a questo autentico colpo di culo non conviene a nessuno. A nessuno? Invece no, l’Aquila di Scandiano si fa cogliere da uno dei suoi numerosi scrupoli, che sconfinano spesso nell’eccesso di zelo quando si parla di amici, e informa carinamente Romiti dell’offerta ricevuta. Nulla di male, magari lo fa per forzare politicamente la mano alla FIAT e ottenere un rilancio. Che, puntualmente, arriva il 24 di ottobre. Ora, qualunque persona dotata di normale buon senso, all’apertura della busta della FIAT avrebbe avuto un attacco di riso isterico e avrebbe respinto al mittente una controproposta così formulata:1. Prezzo di acquisto: 1.050 miliardi, in 5 rate, prima rata nel 1993! (prezzo reale di acquisto tra i 300 e i 400 miliardi);2. Investimenti: 4.000 miliardi entro il 1995!;3. Posti di lavoro: da tagliare per recuperare competitività!Il “pregio” dell’offerta, che in soldoni è molto inferiore a quella americana, è che la FIAT scarica da subito Finmeccanica (magari perché conta di tenersi i conferimenti “pubblici” e perché, al contrario degli americani, i suoi contatti con la politica ce li ha lo stesso). Il 6 novembre indovinate un po’ chi si aggiudica l’Alfa Romeo? Ma è ovvio, la FIAT! E perché? Perché il piano FIAT è meno rischioso di quello FORD. Così la pensano i soloni dell'economia e della politica italiani. E lo ribadisce nientemeno che la Commissione Europea, sulla base della documentazione fornita dal Governo Italiano (nota bene) poiché sostiene che è si vero che la FORD pagherebbe di più, ma parte del prezzo dipenderà dai risultati futuri del progetto di ristrutturazione aziendale. Quindi, siccome si sa come sono gli italiani, i rischi che finisca in vacca sono elevati. Un autentico capolavoro, specie perché, alla luce dei fatti successivi, il successone FIAT è sotto gli occhi di tutti. Vorrei che non passasse inosservata la citazione “alla luce dei fatti successivi”, perché tornerà di moda quando si parlerà delle sentenze che “assolvono” il nostro Aquilotto.Tuttavia la Commissione Europea, alla quale la FORD si è rivolta, condanna Finmeccanica (e quindi l’IRI, visto che Finmeccanica paga con soldi non suoi, ma dell’Ente, cioè dello Stato) a restituire i quattrini disinvoltamente ficcati nei bilanci della ormai ex proprietà del Gruppo: 615 miliardi di rimborsi, la condanna più alta mai inflitta fino ad allora per pratiche di aiuto di Stato in violazione alle normative della Comunità. Sarà questo uno dei record di cui Romanone va tanto fiero?Mthrandir(Nella foto, la soddisfazione degli operai di Arese)