MySo-Called(un)Life

Chi assiste immobile ad un reato è altrettanto colpevole?


Trama: Nel 1989, Martin Bristoll fu rapito quando aveva sei anni. Graham Sutter, un ex macellaio psicotico, lo tenne recluso nel suo mattatoio, costringendolo a essere testimone e a partecipare ad atti di orrore indicibile finché, cinque anni dopo, la diciassettenne Allison Miller andò a vivere nella fattoria dello zio, vicino alla fattoria di Graham Sutter..."Bereavement" (lett. "privazione", "annullamento") è un film horror di Stevan Mena, con Alexandra Daddario, uscito nel 2010 e prequel di "Malevolence" ('04), sempre di Mena, primo di una trilogia (forse) su Martin Bristoll. Il film appartiene alla categoria 'torture porn', anche se, a dire il vero, di scene forti ce ne sono davvero pochissime e il più delle volte la telecamera non si sofferma sui dettagli cruenti. Per il resto è un film carino, che non annoia, con ottime ambientazioni, scure, tetre, ed una buona interpretazione degli attori. La storia non è male e viene messa in scena in modo credibile. Ammetto, però, che il film mi ha deluso enormemente, forse perché, nel suo ottimo blog "Ulteriorità Precedente", Angelo lo reputa un prodotto più che valido, paragonandolo a "Martyrs", che io considero una delle -rarissime- punte di diamante dell'horror attuale. Ricordando ancora fin troppo bene la tensione che il film francese mi aveva trasmesso (al punto che ci ho messo un po', prima di addormentarmi, quando lo vidi - cosa che non succedeva da almeno dieci anni), però, sono arrivato alla fine, sperando sempre arrivasse quel colpo di scena, quel pugno nello stomaco che in "Martyrs" viene dato più e più volte, che però non è mai arrivato. Il film è ben fatto e l'idea che un bambino venga 'costretto' ad assistere ad una moltitudine di torture ed esecuzioni, ad opera di uno squilibrato che (quasi) venera dei teschi di bovino è parecchio fortina, ma poi il film è tutto lì. Un normalissimo torture porn, anche piuttosto soft, che fa passare in fretta 103' ma poi stop, si ferma lì e non rimane dentro nulla (mentre molte scene di "Martyrs" penso faranno fatica a cancellarsi dalla mia memoria, anche a distanza di anni). Per cui consiglio il film a chi apprezza gli horror 'normali' e a chi è di bocca buona, ma temo che gli amanti delle emozioni forti, della violenza nuda e cruda, del sangue a litri, saranno alquanto delusi, come lo sono io. Menzione d'onore per le tette della Daddario, ragazza davvero in forma, specie nella scena della cella frigorifera. 6/10