MySo-Called(un)Life

Parlo un po' di me, dopo tanto. Ma purtroppo nessuna buona notizia.


Sto -da poco- passando un periodo di depressione come non succedeva dal 2007, in quegli otto lunghi mesi da hikikomori, tra la fine della scuola e il lavoro al Bennet. La colpa va attribuita, oltre al mio solito malessere interiore, ad una serie di problemi venutisi ad accumulare negli ultimi mesi. Primo tra tutti -e l'ho capito proprio recentemente- è il lavoro: troppo noioso, troppo POCO retribuito (8 ore al giorno per 950€ mensili che, tolte le spese di casa, cibo, auto, cane, sono davvero pochi), ma soprattutto che mi vede sempre solo, che sia davanti allo schermo del pc o per strada a portare volantini, così che le interazioni con altre persone siano pressoché nulle. Cosa che, per quanto assurdo, mi sta quasi facendo rimpiangere il Bennet. Poi, vabbè, ci sono i problemi a casa (la morte di mio nonno e la malattia di mio zio), avvenuti a breve distanza l'uno dall'altro e che -se non mi hanno fatto grande effetto direttamente- hanno convogliato completamente l'attenzione -già bassa- della mia famiglia altrove. Però basta lasciare la depressione a casa e uscire a divertirsi, direte voi. Vero, ma ci sono problemi anche in quell'ambito, avendo una compagnia con cui si esce poco e male, e ci si diverte sempre meno. Mi accorgo di sentire anche la mancanza dei viaggi all'estero o dei miei viaggetti a Milano, uniche valvole di sfogo nei miei periodi più bui, ora quasi improponibili per due motivi principali (1. non posso spendere 2. ho tagliato i rapporti con praticamente tutte le vecchie conoscenze e non sono così sfacciato da tornar fuori dopo anni con la scusa "ehi, che ne dici se vengo a trovarti? mi ospiti?"). Se aggiungiamo che la mia pigrizia e la mia noluntas hanno raggiunto apici a livelli storici, il quadro che si delinea è alquanto negativo. [continuo domani]