MySo-Called(un)Life

Pompini, sesso, droga, tutto ripreso con un telefonino.


Trama: la giovane Jasna, nei sobborghi poveri a sud di Belgrado, usa la fotocamera del suo cellulare per filmare tutto ciò che avviene intorno a lei. Poiché la sua famiglia sta passando un brutto momento, a causa del padre malato terminale, Jasna trascorre sempre più tempo con gli amici tra feste e serate ad alto tasso alcolico…"Klip" è un docu-film drammatico serbo di Maja Miloš, uscito nel 2012. La Miloš ha chiaramente voluto mostrare uno spaccato sul degrado dell'adolescenza nei quartieri poveri della Serbia (ma anche, per estensione, dell'adolescenza in generale), dichiarando in un'intervista che "gli adolescenti HANNO dei problemi, e non SONO un problema". L'intento, quindi, ci sta tutto e la messa in scena è piuttosto realistica e credibile. Fin troppo, direbbero alcuni, dato che vengono mostrate esplicitamente alcune breve scene di sesso (per lo più orale), cosa che ha fatto uscire -offesi- alcuni presenti alle varie mostre. Il vero punto debole del film, però, è -imho- la mancanza di una vera e propria trama che possa sostenere i ben 100' di durata. Ok, tutto gira intorno a Jasna, che cerca di evadere totalmente dalla pesante situazione familiare (il padre malato) uscendo e sballandosi (feste, alcool, droga) con le amiche, ma soprattutto intorno al suo amore nei confronti di Đjole, che però sfrutta questo interesse solo per il suo orgasmo, trattandola davvero di merda (diciamo che, praticamente, la ignora e si fa solo praticare sesso orale, anale o si masturba eiaculando su di lei, che deve restare immobile). Tutto qui. In 100 lunghi e noiosi minuti, non vi sono praticamente evoluzioni (se non, mi pare, che il padre viene operato, grazie anche all'appoggio della mamma di Đjole, amica di famiglia, e supera la malattia). Nessuno sviluppo nella storia "d'amore" con Đjole, che continua a sfruttarla. Nessun colpo di scena che smuova le acque. Niente. E questo contribuisce a rendere molto pesante la visione di un film comunque interessante, a suo modo, per il tema affrontato. Interessante, anche se non fondamentale, l'utilizzo di alcune riprese effettuate con la fotocamera del telefonino di Jasna, vero co-protagonista -insieme a lei- della pellicola. E piuttosto brava (e sensuale) Isidora Simijonovic (Jasna), specie nei primi minuti (che fanno seriamente pensare all'incipit di un porno amatoriale). 5-/10