MySo-Called(un)Life

Purtroppo neanche in UK tutte le ciambelle escono col buco...


Trama: un gruppo di ragazzi londinesi non più giovanissimi decide di passare un weekend in periferia, all'insegna dello sballo, per far dimenticare ad uno di loro il dolore del divorzio in atto. Quando arrivano, scoprono che il paesino è abitato solo da donne. C'è solo un piccolo problema: si tratta, infatti, di donne-zombie, pronte ad ucciderli..."Doghouse" è una horror-comedy britannica di Jake West ("Evil Aliens"), uscito nel 2009. Nell'ultimo decennio gli inglesi ci hanno dimostrato di essere i numeri uno, per quanto riguarda il genere, grazie a chicche come "Shaun of the Dead", "The Cottage" e "Cockneys vs. Zombies", così ho iniziato la visione con grandi speranze. Speranze che, purtroppo, sono state in parte deluse. Il film si apre nel più classico dei modi (come nel recente "The end of the world"), con un gruppo di 35enni in crisi esistenziale che decidono di fuggire dalla realtà per qualche giorno e dedicarsi ad un tour de force alcolico in periferia. Come da copione, ovviamente, le cose non andranno bene e i ragazzi si ritroveranno in un paese assediato da orribili donne-zombie. L'idea di mostrare solo zombie donne (non viene specificato PERCHE' il virus abbia colpito solo loro), ognuna con la divisa e gli attrezzi del mestiere che esercitava da viva (c'è la macellaia con una mannaia, la parrucchiera con le forbici, ecc...) è parecchio interessante, così come sono interessanti alcune trovate dei protagonisti. Cioè che non funziona, però, a parte la scarsa originalità, è l'umorismo ("finger food") tipicamente inglese, che non sempre risulta abbastanza divertente da intrattenere al meglio e far dimenticare una resa grafica (make up e regia) non eccelsa. Il risultato è un b-movie ottimo per una serata in spensieratezza, con un tasso di splatter medio-alto, ma non abbastanza valido da essere collocato accanto ai capolavori del genere. 6-/10