MySo-Called(un)Life

Ciò che avrebbe dovuto essere (e non era) 'Paranormal Activity'


Trama: Distrutto emotivamente dalla scioccante perdita della moglie, Michael King si propone di confutare l’esistenza del soprannaturale. Per farlo, Michael sperimenterà sul proprio corpo e sulla propria anima diversi rituali. Quella che doveva essere la conferma del suo ateismo, potrebbe trascinarlo in una spirale di male senza ritorno..."The Possession of Michael King" è un film horror di David Jung, uscito nel 2014. E' da quando uscì "Paranormal Activity", nel 2007, che continuo a domandarmi il motivo del suo successo. In un'intervista, Dario Argento disse a riguardo «È una gran boiata, una scemenza pazzesca che non fa nemmeno paura. È stato solo un fenomeno pubblicitario.» e io sono totalmente d'accordo con lui. Quella "boiata", però, ha avuto enormi ripercussioni sul mondo del cinema dell'orrore. Se ne parlò ovunque, perfino al tg, e il suo spropositato guadagno ha creato una scia di sequel, spin-off e fac-simili che ancora oggi rovina il mondo dell'horror, tanto che ormai almeno due horror su tre sono found footage. Ciò che non si spiega è cosa ci trovasse la gente di tanto spaventoso, in un film che non lo è per niente. A sette anni da allora, arriva questo David Jung, al suo esordio, e ci propone un prodotto minore, con un cast ridotto all'osso e un budget abbastanza basso (come anche in P.A.); un filmetto che probabilmente vedranno in pochi e farà parlare ben poco di sè, ma che rappresenta tutto ciò che avrebbe dovuto essere P.A.: un mockumentary interessante e spaventoso. Si tratta del solito mockumentary, con telecamere di sorveglianza fisse più una cam a mano inizialmente tenuta da un amico/cameraman e successivamente da Michael stesso. Anche il tema della possessione demoniaca è ormai un cliché abusato. Ma Jung riesce a sfruttare al meglio i soliti ingredienti triti e ritriti, ottenendo un prodotto più che riuscito. Le classiche boo sequences sono certo un espediente furbo e telefonato, ma qui funzionano alla grande, grazie anche all'ottimo sonoro. Anche la trasformazione di Michael riesce a creare una tensione sempre crescente, fino al finale. E qui va fatto un applauso a Shane Johnson (comparsa in film quali "Salvate il soldato Ryan" e "Behind enemy lines"), che regge da solo il 90% del film e risulta credibile e inquietante al punto giusto. Buoni anche gli effetti e la regia di Jung. Certo, non si tratta assolutamente di un capolavoro, né di un punto di riferimento del genere, ma resta comunque un film interessante ~ nonché un esordio col botto ~ e perturbante, che rappresenta ciò che mancava nel tanto acclamato "Paranormal Activity". 7/10