MySo-Called(un)Life

Un meta-remake di un proto-slasher anni '70


Trama: Le tranquille strade di Texarkana sono afflitte dalla presenza di un maniaco. L’uomo ricorda il killer che decenni prima sparse terrore e le cui azioni furono rese immortali dal film "La città che aveva paura" del 1976. Si tratta di una storia che si ripete o semplicemente qualcuno si è lasciato suggestionare troppo dal lungometraggio?"The Town that dreaded Sundown" è un film slasher di Alfonso Gomez-Rejon, con Addison Timlin ("Zero Hour", "Quel momento imbarazzante"), uscito nel 2014. La pellicola è una sorta di meta-remake di un classico del genere slasher, quel "La città che aveva paura" (il titolo originale è lo stesso) di Charles B. Pierce, uscito nel '76. L'originale è stato uno dei primi slasher, genere poi esploso negli anni '80, con i vari "Nightmare", "Halloween" e compagnia bella (filone horror che, purtroppo, non riesco a farmi piacere). Questo film riprende l'originale, con una storia che si rifà palesemente alla pellicola del '76, che viene proiettata proprio ad inizio film. Gomez-Rejon è, qui, al suo esordio con un lungometraggio, accanto a numerosi episodi di serie tv, quali "Glee" e "American Horror Story". E si dimostra da subito molto abile a livello tecnico, con ottime riprese. Ciò che, purtroppo, non convince granché è la sceneggiatura, a opera di Roberto Aguirre-Sacasa (che già aveva scritto quella di "Carrie - Lo sguardo di Satana"), che, una volta superato il guizzo iniziale del meta-film, basato sulla vecchia pellicola, a sua volta (nel film) basata su fatti realmente accaduti, lascia ben poco, con personaggi appena abbozzati e uno svolgimento che di originale ha poco o nulla. Buona la recitazione, piuttosto, e molto interessante la fotografia (opera di Michael Goi). Il risultato è uno slasher nella norma, davvero buono sotto il profilo tecnico, ma molto meno nel coinvolgimento, con una trama poco avvincente e uno dei villain mascherati meno accattivante nella storia degli slasher (magari all'epoca, però, aveva il suo perché, essendo agli albori del genere). Peccato, perché se anche il contenuto fosse stato interessante quanto la sua realizzazione, ne sarebbe uscito un vero gioiellino. 5.5/10