MySo-Called(un)Life

Dopo le galline, Antonio Banderas alle prese con gli automi


Trama: In un futuro prossimo, il pianeta Terra è al centro di una progressiva desertificazione e la razza umana è in lotta per la sopravvivenza. Per combattere la paura, la tecnologia ha creato il primo androide quantistico, l’Automata Pilgrim 7000, destinato a convivere con l’uomo. Le cose prenderanno, però, una piega inaspettata..."Autòmata" è un film sci-fi di Gabe Ibáñez ("Hierro"), con Antonio Banderas, Robert Forster ("Mulholland Drive"), Birgitte Hjort Sørensen e Melanie Griffith, uscito nel 2014. C'è poco da fare: a me la fantascienza NON piace. Sono uno dei pochi pseudo-nerd a non apprezzare granché i vari "Star Wars" (ho visto solo la vecchia trilogia più Ep. I) e non ho mai visto uno "Star Trek", per dire. Ho iniziato "District 9", considerato una chicca, ma ho spento dopo mezz'ora, per la noia. Eppure continuo a provarci e, ogni volta che esce una pellicola di genere, cerco di dargli un'occhiata. Ma 9 volte su 10 finisce che il film mi fa cagare. E così è successo anche stavolta. Eppure del film si parla abbastanza bene. I400calci.com lo descrive come "intelligente, provocatorio, lirico, sperimentale, artistico, audace. E anche lento, rarefatto, a tratti etereo e parecchio compiaciuto. Prende una direzione spiccatamente filosofica/esistenzialista/survivalistica". Purtroppo odio sia i film lenti (mi annoio), sia la filosofia (mai capita), quindi era inevitabile che il film non mi piacesse. Gabe, attivo prevalentemente sugli effetti speciali in film come "Il giorno della bestia", "El niño invisible" e "Perdita Durango", si dimostra un regista coraggioso e intelligente e confeziona, comunque, un ottimo film di fantascienza, indirizzato però ai veri fan dello sci-fi. Manca il minimo ammiccamento action che possa fare presa su chi cerca il brivido dell'azione o un prodotto diretto. E' un film che va assaporato con attenzione e, soprattutto, capito. L'incipit è semplicissimo: la terra è diventata un enorme deserto a causa di frequenti tempeste solari e le poche metropoli rimaste, completamente isolate, fanno affidamento su automi che svolgono i lavori manuali e obbediscono ciecamente a due semplici regole: 1. mai arrecare danni agli umani; 2. vietato riparare o modificare se stesso o altri robot. Il resto è tutto un mattone sci-fi/filosofico ben scritto e ben girato, ma pesante e davvero indigesto per i non cultori del genere. Buona la recitazione, con un Banderas a suo agio nei panni di un assicuratore in balia di un gruppetto di automi senzienti e un cammeo dell'ex moglie nei panni di una scienziata. Molto buona la CGI. In definitiva è un film molto lento, ma un ottimo prodotto sci-fi, quindi, se siete appassionati del genere, non perdetevelo. Se invece, come me, avete la noia facile, lasciate stare. 6/10 (giudizio estremamente soggettivo, dovuto al fatto che non amo la fantascienza più pura)