MySo-Called(un)Life

Uno Sherlock Holmes come non si era mai visto...


Trama: 1947. Sherlock Holmes, ormai in pensione, vive in una remota fattoria del Sussex con la sua governante e il figlio della donna. Nel crepuscolo della sua esistenza, Holmes si prende cura delle sue api, scrive il suo diario ed è alle prese con gli scherzi che la sua memoria ha cominciato a fargli. Con l’aiuto del figlio della governante, Holmes ripensa ad un vecchio caso..."Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto" è un film di Bill Condon ("Demoni e dei", "The Twilight Saga: Breaking Down"), con Ian McKellen (Gandalf nella saga de "Il Signore degli Anelli" e Magneto in quella degli "X-Men"), uscito nel 2015. Totalmente agli antipodi rispetto all'azione adrenalinica di Guy Ritchie, questa pellicola, tratta dal romanzo "Un impercettibile trucco della mente" di Mitch Cullin, è un melodramma che porta su schermo per la prima volta un Holmes ultranovantenne, vessato dai sintomi della demenza senile e da forti cali di memoria, che lui cerca di curare prima con la pappa reale e poi con i "fiori di pepe" Sichuan importati dal Giappone. Il film si svolge su tre diversi piani temporali: il presente - ovvero il 1947, in cui Holmes ha 93 anni e si occupa delle api in un cottage governato dalla signora Munro, insieme al figliolino Roger - e due diversi livelli di flashback, ambientati negli anni '20, uno relativo al caso della "dama col guanto", che ha poi spinto il detective ad autoesiliarsi e ritirarsi dalla carriera, e uno relativo al suo viaggio in Giappone per procurarsi il pepe Sichuan. Se quello che viene mostrato nei ricordi è ancora un dignitoso investigatore capace e cinico, l'Holmes apicoltore è un uomo vicino alla fine dei suoi giorni, incapace di ricordare con precisione il suo passato e perfino di alzarsi dal letto senza cadere. Questo per chi, come me, è cresciuto a pane e gialli di Conan Doyle, è sicuramente un duro colpo, difficile da digerire, ma è anche un modo originale di riferirsi ad un'icona della letteratura mondiale (sicuramente più verosimile degli spara-spara pazzerelli con Robert Downey Jr.). Il ritmo è molto lento, tendente al melodramma più malinconico, ma la visione è resa piacevole dalle innegabili doti recitative del grande Ian MacKellen (e anche -perché no?- di quelle del 13enne Milo Parker, presto in un nuovo film di Tim Burton). Un po' flebile la sceneggiatura, con un caso ("irrisolto"?) davvero poco avvincente, se paragonato ad uno qualsiasi dei casi a cui il fedele Watson ci aveva abituato nei suoi racconti. Ma, in finale, si tratta comunque di una visione piacevole e distensiva. 7/10Nota: ho dato un voto più oggettivo possibile, perché io non apprezzo granché i film lenti e privi d'azione, quindi probabilmente gli avrei dato un 6/10...