MySo-Called(un)Life

Lo spin-off di "Rocky" non delude le aspettative


Trama: Adonis Johnson non ha mai conosciuto il suo celebre padre, il campione del mondo dei pesi massimi Apollo Creed, morto prima della sua nascita. Ma non c’è modo di negare che la boxe scorra nelle sue vene, quindi Adonis va a Philadelphia, rintraccia Rocky -che aveva combattuto contro suo padre- e gli chiede di essere il suo allenatore... "Creed - Nato per combattere" è un film drammatico di Ryan Coogler ("Prossima fermata: Fruitvale Station"), con Michael B. Jordan ("Chronicle", "I Fantastici 4") e Sylvester Stallone, uscito nel 2015 (domani in Italia). Si tratta di uno spin-off della celebre saga sul boxe "Rocky", arrivata nel 2006 al suo sesto capitolo con "Rocky Balboa". Girato dal giovane regista (classe '86) che già aveva diretto Jordan nel suo lungometraggio d'esordio "Prossima fermata: Fruitvale Station", si tratta del primo film della saga che vede un protagonista diverso dallo stallone italiano Rocky Balboa, qui nel ruolo di co-protagonista (che gli è valso anche un Golden Globe alle ultime premiazioni). Pur non essendo particolarmente affezionato alla saga (ho visto "Rocky Balboa" al cinema, quando uscì, ma dei primi cinque temo di aver visto solo spazzoni in tv, da bambino), devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla qualità della pellicola, soprattutto dal momento che il regista è solo al suo secondo lavoro e che Jordan, finora (non avendo visto il suo precedente lavoro con Coogler), non mi aveva colpito granché. Coogler è riuscito nell'impresa di portare avanti una saga amatissima, senza passi falsi, ma creando al tempo stesso un film nuovo, originale, seppur ricchissimo di omaggi e citazioni agli originali. Jordan spacca nel ruolo del pugile determinato a ripercorrere le vie intraprese dal padre, ma cercando di crearsi un suo nome, mostrando un fisico asciutto e scolpito e un'ottima interpretazione, ma è Stallone a stupire davvero, dimostrandosi perfetto nel ruolo di un allenatore vecchio e malato, pronto ad arrendersi alla morte, ma non privo di rimpianti. Meritatissimo il Golden Globe, per quella che forse è la sua prova migliore in tutta la lunghissima carriera. Nulla da ridire sulla regia di Coogler, forse un po' troppo pulita, ma adatta al film. Piacevole la visione, nonostante i ritmi abbastanza pacati, grazie alle scene di boxe (ben fatte) e alla storia interessante (seppur già vista) che tiene alta l'attenzione. E anche la parentesi sentimentale tra Adonis e Bianca (Tessa Thompson) si inserisce perfettamente nel contesto, senza calcare troppo la mano e risultare melensa o superficiale. Insomma, già adoro i film sulla boxe ("Million Dollar Baby" in primis, ma anche "Warriors", sulle MMA, mi era piaciuto moltissimo e pure il recente "Southpaw - L'ultima sfida" non era male). Se poi son pure fatti bene, ben venga. 8/10