MySo-Called(un)Life

Post N° 1304


Era quasi estate. Un anno e mezzo era passato dall'ultima volta che David e Anne s'erano visti. Un anno, invece, da quando s'erano allontanati l'uno dall'altro, definitivamente. David aveva passato vari problemi, dopo il Natale. Non aveva avuto molti momenti di tregua, come se ci fosse qualcuno che lo perseguitava, lassù. Ogni nuovo colpo aveva costretto David a rinchiudersi nel suo guscio, così che ormai era raro vederlo uscire di casa, se non per qualche commissione. Aveva passato dei mesi in ospedale, a causa di un incidente in famiglia. Erano stati mesi orribili, in cui ogni mattina malediva il sole per essere sorto ancora una volta. Pensava a quanti ragazzi della sua età, in quegli stessi momenti, erano felici con la propria ragazza, magari tra le sue braccia o mano nella mano, mentre lui stava guardando cateteri, siringhe, garze insanguinate, oppresso da quelle mura bianche, asettiche, fredde, nonostante lì dentro facesse piuttosto caldo. Tutto questo l'aveva completamente allontanato da quei pochi amici che ancora non lo avevano abbandonato, nonostante David si unisse a loro in rarissime occasioni. E anche quelle poche volte che usciva, si sentiva solo, nonostante fosse insieme ad altre persone. Erano lontanissimi, anche quando erano insieme..."meglio stare con me stesso che con loro e sentirmi solo;quando sei fuori dal gruppo sei finito:la gente non ti cerca e c'hai al massimo un amico..."Nonostante il tempo passasse inesorabile, i ricordi che David aveva di Anne sembravano non sbiadire mai. L'aveva sognata spesso, infatti. Proprio lui che era solito non sognare mai. E ogni volta, nei suoi sogni, così come nella realtà, Lei era bellissima, un angelo, una dea. Il risveglio, però, risultava sempre meno piacevole, visto che ormai i sogni erano l'unico mezzo che li tenesse uniti. Almeno lì, David avrebbe voluto che tutto andasse bene, visto che ormai la realtà era quella che era... Chissà come stava Lei in quel momento? E cosa stava facendo? Con chi era? E se era felice? E... Nella mente di David le domande si facevano avanti una dopo l'altra, come le parole di una canzone, che seguono la musica. Non è difficile capire che avrebbe voluto rivederla, riabbracciarla e, perchè no?, baciarla ancora una volta, riassaporare la felicità che aveva trovato sulle sue labbra e in nessun altro luogo. Purtroppo non era più possibile. O forse sì, ed era tutta una scusa che si erano imposti, per non soffrire più. Per non soffrire. Per non... Non era stata una trovata intelligente, allora, se serviva a non soffrire. "If time is a healer / Then all hearts that break / Are put back together again" diceva una canzone... Ma nonostante il tempo fosse passato eccome, non aveva curato un bel niente, perchè il dolore era ancora lì. Fermo. Immobile. Costante. Più che dolore, era diventato un vuoto. Un vuoto incolmabile. Non perchè non ci fosse niente che potesse colmarlo, forse. Ma perchè era David a volere che rimanesse così. Pensava a quel vuoto come ad uno spazio troppo grande per esser colmato da qualsiasi altra cosa. E per sentire meno quel vuoto, David era diventato un automa. Si era rifugiato in un mondo virtuale, fatto di conversazioni su internet, conversazioni fittizie, finte, lettere date da pulsanti premuti velocemente... Un mondo che lo aveva allontanato da quella che, nell'opinione comune, è una vita normale. Fuori dalla finestra il sole splendeva alto in cielo, ma David non poteva vederlo, dalla sua camera. Non voleva vederlo. Quel sole, così luminoso, così raggiante, così caldo... "Il sole è per le persone felici" - pensava, sbuffando invidioso di quanti stavano sorridendo in quegli istanti, felici delle loro vite, mentre lui, seduto al pc, stava sprecando la sua. Arrancando nel suo grigio. David aprì delle cartelle. La mano si muoveva da sola sul mouse, senza che il cervello avesse mandato alcun impulso. Non era lui a comandare le sue azioni in quel momento.Musica -> Matchbook Romance -> "Promise""I feel like I lost everything when you're goneLeft remembering what it's like to have you here with me..."Le parole uscivano dalle casse, così come si facevano avanti nella mente di David, che, come uno zombie, continuava a fissare lo schermo, senza guardare nulla di preciso. Quali parole meglio di quelle potevano descrivere il suo stato d'animo? Ormai poteva solo ricordarla, quella sensazione. Lo strusciare morbido dei capelli di Anne sul suo corpo. Quei capelli che si mettevano sempre davanti a loro, rendendo un'ardua impresa ogni bacio, come volessero essere anche loro protagonisti del piacevole gesto. Il calore dei loro corpi vicini, l'uno dentro l'altro, inseparabili. Erano solo malinconici ricordi, che si facevano avanti tra i pensieri, spazzando via tutto il resto."Chissà se ne uscirò mai..." Chissà se David ne sarebbe mai uscito. Chissà, piuttosto, se davvero voleva uscirne...Dopo 4 mesi e mezzo, ecco la dodicesima parte di "David + Anne", serie che continua a peggiorare, a causa del sempre maggior allontanamento dalla musa ispiratrice...