MySo-Called(un)Life

Post N° 1418


Project Zero III: The Tormented Con Tecmo, il survival horror ha trovato una dimensione differente rispetto a quanto proposto dai più solidi esponenti del genere come Resident Evil o Silent Hill. Non più un eroe, con un armamentario degno di Rambo per contrastare i nemici, ma l'assenza totale di strumenti di morte, eccezion fatta per una macchina fotografica.La storia di Project Zero 3 ci fa vivere le traumatizzanti investigazioni di Rei Kurosawa, una giovane fotografa, che tenta di riprendersi della perdita del suo ragazzo Yuu, morto in un incidente di automobile da lei stessa causato. Indagando sui misteri relativi a delle leggende urbane, che costituivano il fulcro delle ricerche di Yuu e del suo accolito Kei Amakura, Rei tenterà di riunire i pezzi di questo puzzle esplorando la spettrale casa dei suoi ricorrenti incubi. Ad aiutarla nel suo compito troviamo Miku Hinasaki, l'eroina del primo episodio, ora sua assistente personale. Oltre alla funzione cruciale di ricercatrice di notizie, in merito ai personaggi che Rei incontra nei suoi sogni, Miku costituisce anche uno dei protagonisti giocabili di questa avventura. Come anche Kei Amakura, lo scrittore che divideva le ricerche di Yuu sulla veridicità delle leggende.Grafica: 8Graficamente parlando, PZ3 non fa altro che apportare qualche piccola migliorìa a ciò che già era stato fatto nei precedenti capitoli. Il gioco si presenta con i soliti toni bui, scuri, tetri, accompagnati da effetti luminosi di ottima fattura (come la torcia), ma anche da effetti speciali, come l'effetto 'pellicola rovinata' dei momenti più movimentati e l'effetto 'bianco e nero', nella seconda parte del gioco. I modelli poligonali e le textures sono realizzati benissimo, sia per quanto riguarda i protagonisti sia per i fantasmi. Anche le ambientazioni 3D sono realizzate molto bene, anche se le schermate fisse sono ormai passate di moda. Volendo a tutti i costi trovare qualche difetto, le animazioni dei personaggi sono troppo legnose, mentre la telecamera a volte non segue l'azione.Sonoro: 9Il sonoro riesce benissimo nel suo compito, ovvero quello di inquietare il giocatore, grazie ai lunghi silenzi, interrotti dai vari scricchiolii, dai lamenti, dalle urla, ecc... Manca totalmente, invece, una colonna sonora musicale, che sarebbe solo un elemento di distrazione e minerebbe la concentrazione necessaria a scattare le foto.Giocabilità: 8Il sistema di controllo, pur essendo piuttosto semplice, non è troppo immediato e comodo. Riprende lo stile dei survival horror, con movimenti lenti, ben lontano dalla praticità di giochi come God of War II. Passando ai dettagli, con lo stick analogico sx si muove il pg, X è il tasto azione (apre le porte, raccoglie gli oggetti, ...), Quadrato è il tasto Corsa (che andrà tenuto premuto quasi per tutto il gioco - e questo è il difetto più grande, imho!), il Cerchio è il tasto Speciale (Kei si nasconde, per es.), mentre con Triangolo si estrae la Camera Obscura; Start apre l'inventario, mentre Select apre il menù-pausa; i tasti dorsali hanno varie funzioni: L1 apre gli Appunti, L2 la Mappa, ecc... In modalità soggettiva, i comandi cambiano: lo stick analogico sx muoverà l'inquadratura, mentre lo stick dx muoverà il pg, con X o R1 si scattano le foto, O e L1 sono per gli scatti speciali. PZ3 altro non è che un survival horror, quindi l'esplorazione gioca un ruolo importantissimo e occuperà la maggior parte del tempo: dovremo esplorare in lungo e in largo la Villa dell'Incubo, raccogliere oggetti, trovare indizi,... A ostacolarci, però, ci saranno un'orda di fantasmi, che dovremo zittire a suon di fotografie. Sì, perchè la Camera Obscura è la sola arma del gioco: una vecchia fotocamera dotata di particolari poteri esorcizzanti, che potremo customizzare a piacimento, grazie a particolari rullini e obiettivi. All'inizio ci vorrà un po' di tempo per prendere confidenza con la modalità d'inquadramento in soggettiva, anche grazie al fatto che i fantasmi sono molto più 'disonesti' che in passato: scompariranno all'improvviso, ricompariranno alle nostre spalle, ecc... Alternate alle sezioni oniriche, inoltre, ci saranno delle brevi pause di veglia, in cui dovremo sviluppare i rullini, leggere ritagli di giornale, ascoltare registrazioni audio e indagare sui fantasmi... Infine, c'è da evidenziare come i 3 personaggi giocabili hanno caratteristiche e azioni diverse: Rei è la più equilibrata, Miku può passare nei cunicoli e rallentare i fantasmi, Kei può spostare oggetti pesanti e nascondersi.Longevità: 8Il gioco si può tranquillamente finire in circa 12-13 ore, una durata normale per un gioco del genere. Inoltre la presenza di un finale alternativo, i vari extra sbloccabili solo con un gran quantitativo di punti bonus, la modalità Mission e gli Spiriti segreti garantiranno almeno altrettante ore di gioco, una volta finita la storia principale.Originalità: 7PZ3 non cerca di rinnovare le regole dell'horror, anzi, è solo un passo avanti, un miglioramento generale di una saga che è iniziata nel 2001 con 'Project Zero' e che già era maturata con 'Project Zero II: Crimson Butterfly". Poca originalità, quindi, ma a che serve essere originali, quando, pur mantenendo inalterati i tratti tipici di un genere, si è tra i migliori esponenti dello stesso?Generale: 8Un signor Horror con la H maiuscola, che deve molto a film come "Ju On" e "The Ring", e non deluderà affatto gli estimatori del genere. Pur non rappresentando particolari innovativi, è uno dei miglior giochi horror per ps2, per quanto riguarda la corrente degli horror non-action.