MySo-Called(un)Life

Post N° 1510


"[...] solo un muffin al cioccolato, affogato in una tazza di miele..."Ecco. Questa potrebbe essere la sera giusta per buttar giù qualcosa di decente, che non sia una recensione. Sì, perchè ormai mi sembro tanto Rob Gordon di "Alta Fedeltà" (Nick Hornby), film che, tra l'altro, dovrei riguardarmi quanto prima. Il fatto è che, come sempre, non ho praticamente nulla da scrivere. Ora che la mia vita sociale è ridotta al solo lavoro, gli stimoli per scrivere sono sempre meno e questo potrebbe essere l'inizio della fine per la mia carriera da scrittore che ancora non è iniziata. Ma stasera, forse, è diverso. Sto ascoltando Gackt, dopo un anno abbondante, per colpa/merito di Gino. Ieri sono andato al cinema con Rouge. Una serata a due. Ok, niente lume di candela e amplesso in auto, come sarebbe d'auspicarsi da un'uscita di coppia vera e propria (con una ragazza, ovvio), ma durante il viaggio di ritorno ci siamo fatti una splendida chiacchierata da amici, come ce ne vogliono, ogni tanto. E, tra ieri e oggi, ho avuto modo di chiacchierare con Gino e Luce su msn. Li amo. D'altronde è inevitabile. Tra l'altro, abbiamo (quasi) litigato per il fatto che io cerchi sempre di nascondermi. Sono un coniglio (e non solo secondo l'oroscopo cinese). Dovrei mandare in giro il mio curriculum o qualche mio articolo. Tentar non nuoce. Ma, ora che ho trovato un lavoro - che, sia chiaro, è tutt'altro che appagante (e non vedo come potrebbe esserlo) - fisso, ho paura a ricominciare tutto da capo, anche sapendo che potrei trovare (molto) di meglio. Tra l'altro, proprio ieri notte, leggendo il post "oph..." della Fe', pensavo... Pensate all'autunno. Una foglia che giace appesa ad un ramo. E' stata lì tutto l'anno, come prigioniera, ma sicura, ancorata al suo ramo. Infine un colpo di vento la stacca e questa inizia a volare. Finalmente è libera ma quella libertà dura poco, perchè bastano alcuni istanti e la foglia si ritrova a terra, nell'attesa di seccarsi e morire. E' un flip mentale assurdo, lo so... ma rende l'idea del mio pensiero. Io, temo, preferisco 100 giorni da pecora, piuttosto che uno da leone. Poi, dopo un discorso sui libri - sono in cerca di consigli interessanti. Fatevi avanti. Astenersi perditempo - s'è passati a parlare d'Amore. Non so perchè nè per come. E, come sempre, palese, ovvio, indelebile, s'è riaperto il file (mentale) su di Lei. Mentre gli altri sono stati compressi e messi in archivi .zip, in fondo a quella soffitta che è il cervello (Sherlock ti amo, ndM), il suo ricordo continua a farsi vivo. E a tagliare. Sempre e comunque. Un ricordo dai bordi di lama. E, dato che sono un verme privo di endo/esoscheletro (= un senza palle), continuo a piangermi addosso dopo un anno. Della serie '(probabilmente) direi sì dopo una frazione di secondo, se ce ne fosse l'opportunità'. Ma non è possibile ed è giusto così. In fondo, 'quando un vaso si rompe, per quanto si provi a ripararlo, le crepe saranno sempre evidenti', autocitandomi. E il grigio? Amaro e noia, grigio e nero stanno distruggendo la mia emotività, riducendomi ad un... ad un niente. Ma "La colpa è solo mia / se attorno è tutto / inconsistente". Merito di meglio? "Aiutati che Dio ti aiuta" e io non mi aiuto. Grigio. Grigio. GRIGIO! E non c'è niente di peggio che abituarsi al grigio. Quando ti abitui, dico io, è finita. Così come il dolore. Quando inizi a non sentirlo più è perchè hai perso la sensibilità. E non è mai un buon segno. Mai. Meglio soffrire, piangere, sanguinare ma sentire. Per precludere la sensazione del dolore si tende a crearsi una corazza che, purtroppo, preclude anche tutto il resto. Amore e felicità compresi. "But what's the point of this armor / if it keeps the love away, too?", diceva P!nk in quella che, a mio parere, è la sua canzone migliore. E... meglio chiudere qui. Ci sono serate in cui ti va di mangiarti una pizza. Altre in cui non vai a letto finchè non hai ucciso quel dannatissimo boss. Altre ancora in cui... 'federica' sembra l'unica compagna disponibile. E altre ancora in cui vuoi farti del male. Niente lame. Ma qualcosa di molto più doloroso, qualcosa che inizia a bruciare da dentro, dal cuore. E, in quelle sere, sembra non ci sia altra scelta se non quella di lasciarsi andare. Piangendo. Scrivendo. Ognuno ha i suoi modi di sfogarsi, perciò ecco spiegate queste parole. ~ Acta est fabula ~