MySo-Called(un)Life

Post N° 1816


Diario di bordo n° 1816, 4 september A.D. 2008 ~ E, anche se mancano più di tre settimane, posso già dire che l'estate sia finita. Non che sia mai iniziata, per me, dato che ho lavorato più che in inverno, godendomela davvero poco... "Chissà se poi è vero che le stagioni svaniscono con la felicità che ti sfugge inavvertita, come sabbia tra le dita..." Sarò andato al mare massimo una dozzina di volte, io che ce l'ho a due passi da casa. Come ogni anno, quel senso di malinconia che mi assale quando l'estate è al termine arriva sempre prima... In definitiva, posso dire di aver vissuto l'estate solo nei diciasette giorni passati con Giulia. Giorni stupendi, che ricordo con il cuore in mano. Mi secca sempre più essere all'estremo opposto rispetto a chi segue il motto carpe diem. Non ho mai colto l'attimo, nemmeno una volta caduto dal ramo, marcio e putrescente. Mai. E mi ritrovo qui, a lasciare davvero che il tempo mi scorra come sabbia tra le dita. A lavoro faccio sempre tra le 40 e le 50 ore ormai e, infatti, il direttore mi ha proposto di passare a 38 ore (da contratto), poiché non ha senso che continui a rimanere segnato come 24, se non ne ho mai fatte meno di 35 in un anno. Tra l'altro, tra questa e la prossima settimana se ne andranno i colleghi stagionali, con cui avevo legato molto, data la loro età molto vicina alla mia (18-24), e mi mancheranno molto... E Giulia... Giulia è a Parigi e sono felice abbia modo di visitare una città che adora da sempre. Però a volte mi ritrovo a pensare a quanto abbia un effetto straniante definirsi fidanzati, quando poi ci sono centinaia di chilometri a tenere lontani... Ormai è un'usanza piuttosto comune tra i net people, ma rimane il fatto che, a guardarla da fuori, sia una cosa difficile da comprendere e condividere. Sto notando, tra l'altro, che ogni volta l'attesa si fa più dura e snervante. Che Giulia mi manca da morire. Sempre che io non sia già morto, senza saperlo. Potrebbe essere, eh. Sono in una carenza d'affetto tale che mi ritrovo, in giorni come oggi, a mangiare sei merendine ~ complice il fatto che quasi ogni giorno riesco a farne cadere due al prezzo di una ~ più mezza tortina e non va bene. Proprio no. D'altronde, però, come disse una persona ~ che ha poi cambiato totalmente versione, ke vabè. kmq ~ non sono altro che un muffin al cioccolato affogato in una tazza di miele. Ma ci sono tante di quelle volte in cui vorrei le cose andassero diversamente. Anzi, a dire la verità, mi piacerebbe si potesse vedere dapprima il fondo, la fine. Da piccolo facevo così coi libri. Leggevo le ultime righe, senza capire nulla, ovviamente, prima di iniziare la lettura vera e propria. Invece con la vita non è così. Ogni giorno è una variabile imprevedibile ed è proprio questo che la rende così frizzante per la maggior parte della gente. Ma, come sempre, ci sono le eccezioni che confermano la regola. E, un po', mi sono rotto di rientrare così spesso in questa categoria. Ormai è una moda essere diversi, al punto da raggiungere l'assurdo concetto che si è più uguali, più stereotipati, più comuni, quando si è diversi e trasgressivi. Ma forse, alla fine, non è poi tutto 'sto granchè la distinzione. O almeno... è tutto più facile quando si è uniformi. Ad ogni modo chissà perchè ho iniziato questo post. Forse perché sono solo, nessuno mi scrive, nessuno mi chiama ~ e, chissà, nessuno mi pensa? O forse perché stamattina mi sono alzato alle 4.20 per andare a lavoro e il cervello ha subito qualche shock. So solo che pagherei oro per un abbraccio della ragazza che amo, questa sera..."E resta solo il cuore spalancato su di te,che sei il mio nutrimento tendente all'infinito..."~ listening to "Voiceless Screaming" - X-Japan ~