Music & Gossip

Post N° 298


Sette dicembre: tutti in scena Verdi-Milano-Scala: il sette dicembre - sempre che il diavolo, sotto forma di vertenza sindacale fra i lavoratori dell'ente lirico aderenti ai sindacati autonomi ed il sovrintendente Rene Lissner - andrà in scena quello che è un vero e proprio esempio di meta teatro. La serata inaugurale della stagione lirica del più importante teatro d'Italia ha un significato, infatti, che va ben oltre l'oggettività dello spettacolo che si rappresenta sul palcoscenico, la tecnica dei cantanti, la finezza della lettura del direttore, l'abilità del regista, la tecnica degli orchestrali e l'inventiva di registi, scenografi, costumisti, acconciatori, sarte e make up artist. Per molte persone i reportage sulla prima della Scala sono l'unico contatto col mondo della musica non di consumo, l'evento è una delle vetrine mondane più ambite e temute dagli irriducibili del presenzialismo, chi conta o pensa di contare si è assicurato un biglietto da mesi, se non da anni, così come i patiti che attendono sempre la rivelazione di una nuova Callas o di un secondo Toscanini. Intorno la città, la nazione, gli occhi del mondo e i visi di chi, come sempre, cercherà di rubare un po' di visibilità al frivolo e al fatuo per dare voce (e non è un infelice calembour) ad istanze diverse. Fin dall'Ottovento questa occasione è utilizzata come cassa di risonanza per vertenze sindacali, manifestazioni di stampo politico, contestazione. Una cartina di tornasole che, fra imponenti misure di sicurezza, ci ricorda come poco sicuri siano i tempi che viviamo, anche mentre si fa sfoggio di abiti d'alta moda, gioielli e smoking come alle prime di 100 anni fa. Comunque per la cronaca si apre col Don Carlo, dirige Daniele Gatti, i protagonisti sono Ferruccio Furlanetto, Matti Salminen, Giuseppe Filianoti, Dalibor Jenis Fiorenza Cedolins e Dolora Zajick, firma l'allestimento Stéphane Braunschweig.