Ho voluto inserire nel blog, questa lettera tratta dal sito di "Repubblica" del 14 maggio 2007. Trovo che sia una realtà con la quale purtroppo bisogna fare i conti. La giornalista risponde con un articolo che intitola:
"Una solitudine disperata e perfetta"
Ecco la lettera:
" Sono un 35enne figlio del suo tempo. Mi aggiorno, uso la rete per cercare le informazioni, esploro, navigo, leggo, ascolto i punti di vista.
Ma la rete mi divora, toglie realtà ai miei pensieri ed ai miei gesti, depersonalizza e rende sterile qualsiasi cosa io faccia. come se non fossi io.. come se nulla fosse effettivamente reale, come se il mio alter ego virtuale avesse il solo scopo di tirar fuori il peggio da me, riportandomi ad uno stato primordiale in cui non sono effettivamente responsabile di quello che accade.
Mi si può trovare in tutte le principali chat, nicknames diversi, qualche fotografia, una grande capacità dialettica che la rete amplifica, passione per le donne, desiderio irrefrenabile di novità, di conquista, di mettersi alla prova.
La rete è diventata il mio terreno ideale.. pullula di casalinghe trascurate, di mogli il cui brivido si è ormai spento, di madri la cui interiorità è tesa come una corda, professioniste, manager, psicologhe, 30enni fidanzate da anni o da pochi mesi. non fa alcuna differenza.
Poche mi sfuggono, ho imparato come si fa; so come tentarle e farle sentire comprese e desiderate, le ascolto e insinuo subdolamente nella loro testa la mia presenza, come un porto sicuro, un confidente aperto e discreto, un uomo appassionato cui confidare tutto.. qualsiasi desiderio, pensiero proibito, pian piano tutto viene condiviso con me.
Sono il single perfetto, ho il mio lavoro, la mia casa in centro, parlo due lingue, letto matrimoniale, bravo in cucina... troppo perfetto per essere vero. Il copione è sempre lo stesso, affinato e perfezionato.
Le scelgo per il loro aspetto, ma faccio sì che loro non lo pensino; mi mostro disinteressato alla loro esteriorità e proiettato verso quello che pensano, nessuna invadenza in principio.. non chiedo contatti mail. Non chiedo numeri di telefono.. non chiedo foto osè, nulla di nulla.
Quando le chiacchiere diventano più profonde.. lascio loro a sorpresa il mio numero di telefono, senza chiedere il loro..., in massimo due giorni mi chiamano. Vengono loro a trovarmi, è rarissimo che sia io a spostarmi.. la distanza geografica non ha alcuna differenza. Firenze, Napoli, Bologna, Bari, Timisoara, Sofia, Venezia, Stoccolma, Roma.. tutte inseguono il brivido, tutte fanno salti mortali stordite dall'illusione della passione, dal brivido della complicità. Alcune inventano viaggi di lavoro.. di altre non conosco la scusa. ma prima o poi da me vengono tutte. Tutte destinate a fare la stessa fine.
Il momento in cui le faccio mie, con una notte d'amore intensa ed appassionata (due nei rari casi in cui si sia deciso preventivamente di ospitarle per una notte in più) è anche il momento in cui perdo interamente interesse verso di loro.
Si trasformano in un intruso nella mia casa, una busta di patatine da gettare via mentre ho ancora il sapore salato attaccato alle dita.. anche per questo ho sempre una scusa pronta, un viaggio di lavoro, un malessere di un parente.. qualsiasi cosa.. tanto loro mi credono, si fidano, il pensiero che io possa mentir loro non le sfiora.
Il momento in cui le saluto, in stazione o in aeroporto..è anche il momento in cui loro diventano zombie. Ancora non lo sanno, ma da quel momento esatto non risponderò mai più ai loro sms, alle loro telefonate. finiscono con un click nella"lista nera"e non possono più scrivermi nemmeno in rete.. prima o poi si arrendono.. alcune insultano.. altre mi maledicono.. altre si disperano, chiedono"dove ho sbagliato??". ma alla fine si arrendono tutte.
Non riuscirei a contare esattamente il numero di donne che ho avuto in anni di permanenza virtuale, nemmeno se lo volessi. Così come, se non ci fosse qualche foto, non ricorderei nemmeno i loro volti. ospitare tre donne diverse in un weekend che inizia con la prima il venerdì notte, la sua partenza e l'arrivo dell'altra il sabato.. e l'ennesima la domenica... alla fine ti confonde.. le rende tutte uguali.. cambia il loro odore.. ma l'odore va via in un lampo...
La mattina del lunedì sono di nuovo a lavoro.. e sono di fronte al computer.."che hai fatto di bello nel fine settimana??" - chiede l'aspirante prossima vittima - "son rimasto in casa, è un periodo in cui ho bisogno di solitudine, di guardarmi dentro alla luce fioca di una candela..".."dai!!che bella frase profonda.. come ti chiami??".
E' fatta. si ricomincia. "
Inviato da: Istintivamente.Io
il 31/07/2013 alle 18:34
Inviato da: Musyko
il 16/08/2012 alle 16:57
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il 16/08/2012 alle 16:39
Inviato da: Musyko
il 22/12/2011 alle 01:32
Inviato da: miss791
il 21/12/2011 alle 02:44