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il canto dei deportati


Sui fiumi di Babilonia,là sedevamo piangendoal ricordo di Sion.Ai salici di quella terraappendemmo le nostre cetre.Là ci chiedevano parole di cantocoloro che ci avevano deportato,canzoni di gioia i nostri oppressori:“Cantateci i canti di Sion!”. Come cantare i canti del Signorein terra straniera?(dal Salmo 136)
Alle fronde dei salicidi Salvatore QuasimodoCome potevamo noi cantareCon il piede straniero sopra il cuoreTra i morti abbandonati nelle piazzeSull'erba dura di ghiaccio, al lamentoD'agnello dei fanciulli, all'urlo neroDella madre che andava incontro al figlioCrocifisso sul palo del telegrafo ?Alle fronde dei salici per votoAnche le nostre cetre erano appese,oscillavano lievi al triste vento.   E dove poter cantare, dove gioirese ci si sente stranieriovunque si vadase la terra, così com'ènon è più casa?