Creato da karolina_bees il 14/02/2010

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DRACULA - COS' E' UN VAMPIRO

Post n°23 pubblicato il 23 Marzo 2010 da karolina_bees

Cos'è un vampiro? Come lo si può definire? Da dove si può cominciare per descrivere ciò che è senza forma e la cui storia conduce all'inizio dell'umanità? Queste domande hanno tormentato le menti dei vampirologi e dei fanatici dei vampiri in generale per decenni.

 

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E' Dracula la risposta alla domanda?

     Forse una domanda migliore a cui rispondere potrebbe essere: a quale Dracula ci stiamo riferendo?

     Dracula è di certo uno dei più amati personaggi nella storia dei vampiri. Di sicuro nessun altro vampiro si è guadagnato tanta fama mondiale quanto lui. Dalle pubblicità degli occhiali da sole ai personaggi della tv per ragazzi, Dracula è diventato un nome familiare, un sinonimo di vampiro come 'Kleenex' lo è di fazzoletto.

     Ma anche all'intero del personaggio di Dracula, ci sono anomalie e contraddizioni. Il personaggio originale che Bram Stoker creò nel suo romanzo era descritto come "un vecchio di alta statura, accuratamente sbarbato e con lunghi baffi bianchi" le cui "orecchie erano pallide e molto appuntite nella parte superiore" e che, cosa che fa trasalire Harker, aveva "peli sul palmo della mano. Le unghie erano lunghe e strette, e tagliate a punta." Il romanzo inoltre menziona l'abilità che Dracula ha di trasformarsi in pipistrello o in nebbia, secondo la sua volontà. Il Dracula di Stoker era anche vulnerabile nei confronti di simboli Cristiani e pagani, inclusi acqua santa e aglio.

     L'industria cinematografica ha ritratto Dracula in molti modi differenti, in ogni caso. Nel 1931, la Universal Pictures ingaggio l'attore ungherese Bela Lugosi per il ruolo di Dracula. Il suo aspetto elegante ed aristoratico era piuttosto lontano da quello del mostro peloso e con le orecchie a punta del romanzo di Stoker. Ogni film di Dracula, in questo periodo, ebbe il suo personale approccio con il personaggio. Ogni Dracula era diverso dal precedente, ed ognuno aveva le sue caratteristiche fisiche e vampiriche.

     E' difficile, in conclusione, definire il vampiro attraverso il suo più famoso rappresentante, Dracula. Il vampiro è dunque un aristocratico? Possiede l'abilità di trasformarsi in pipistrello o in nebbia? Si può ferire o addirittura uccidere un vampiro con una croce o dell'aglio?

 

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Che dire di Lestat, allora?

      Ah, Lestat, intrepido principe del regno dei vampiri. Questo amato personaggio creato dalla scrittrice Anne Rice ha conquistato di colpo le nuove generazioni di fan dei vampiri nello stesso modo in cui Dracula fece tanti anni fa. Lestat è un vampiro adatto a questo laico ventesimo secolo - è immune ai simboli cristiani (croci ed acqua santa) così come a quelli pagani (aglio e paletti di frassino). L'unica cosa che può ucciderlo è la luce del sole, e forse neanche quella, in fondo, sarebbe sufficiente. Portando la visione cinematografica romanticizzata del vampiro un passo avanti, i vampiri della Rice non sono soltanto socialmente accettabili nel loro aspetto fisico: sono magnifici. La loro bellezza androgina è una delle cose che li definisce sia come razza che come individui.

     Sebbene i vampiri della Rice non possano cambiar forma, essi possono volare e lasciare i loro corpi. Ciò significa forse che dobbiamo estendere la definizione di vampiro per includere l'abilità di volare e la paura della luce? Cosa dire della loro bellezza, in netto contrasto con il personaggio con le orecchie a punta e le mani pelose del romanzo di Stoker?

      La risposta, si deduce, deve essere nella storia, quando ci si dimentica della finzione letteraria e le sue idea e ci si concentra sulla verità.

     Ciò non è necessariamente vero, come vedremo. La storia ci descrive vampiri di ogni sorta, e anche coloro che spendono le loro vite alla ricerca della verità hanno differenti opinioni.

     La mitologia ed il folklore in generale non parlano di luce solare o mani pelose. Alcuni miti vampirici che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri non parlano nemmeno di esseri che bevono sangue. La maggior parte delle storie sui vampiri non menzionano la loro capacità di volare. Ogni sorta di metodo pagano per scacciare il vampiro sopravvive nei libri di storia; tutto, dall'aglio ai piccoli semi, alle corde con centinaia di nodi, alle falci ed ai paletti di legno, veniva usato centinaia di anni fa per difendersi, confondere od uccidere un vampiro. Ma raramente la luce del giorno era citata come metodo per annientare un vampiro.

     Ma chi, oggigiorno, non ha l'idea del vampiro che urla e si dissolve sotto i raggi del sole?

     Il vampiro stesso prende tante forme nei libri di storia quante sono le storie da raccontare; donne che uccidono i bambini per vendetta, vicini morti che terrorizzano i loro concittadini, preti e borghesi, soldati e stranieri. Alcuni sono pallidi, ma molti sono scuri. Molte storie narrano di vampiri che rigenerano la loro pelle, o hanno unghie lunghissime.

 

Cos'è, allora, un vampiro?

      Nel suo studio 'Vampires Among Us' (1991), Rosemary Ellen Guiley usa un termine per i vampiri "reali" che può essere applicato al genere nel suo insieme. Il termine è "Vampire Reality"; ciò significa che i vampiri sono ciò che la gente crede che loro siano. Per il contadino del medioevo, il vampiro era un terribile revenant portatore di morte e malattia sia nel piccolo villaggio che nella grande città. Per il britannico dell'era vittoriana, un vampiro era un personaggio ripugnante e da brividi protagonista di romanzi e spettacoli. Per molti, il vampiro è una sensuale, aristocratica immagine dalla quale si sentono stranamente attratti.

 

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DRACULA - MORTE E VAMPIRO

Il vampiro si è ormai stabilito come una potente icona nella nostra cultura. Molti sono tentati di credere che il potere e la popolarità dell'essere dai lunghi canini sia riconducibile semplicemente al nostro collettivo amore per il pericolo.

     Certo, il vampiro è pericoloso. In ogni caso, poche creature ispirano il tipo di devozione che troviamo nei seguaci dei vampiri. Poche persone sono affascinate dal mostro di Frankenstein come lo sono dalle creature della notte.

     Concordo pienamente con la "teoria del pericolo" come spiegazione per la natura che pervade l'horror in generale, ma sono portato a pensare che le ragioni che stanno dietro alla lunga storia del vampiro abbiano più a che fare con la più universale e potente delle paure umane: la paura della morte.

     Da un punto di vista folkloristico, il vampiro può essere servito come spiegazione mitica per un processo che storicamente poche culture capirono. La morte è sempre stata un mistero, ma mai così tanto quanto lo fu prima degli sviluppi della scienza e della medicina di questo secolo.

     Gli uomini hanno sempre cercato di capire il mondo intorno a loro; la nostra sete e capacità di imparare sono illimitate. Storicamente, comunque, ciò che non può essere compreso o spiegato è relegato al fertile terreno dal quale nascono miti e superstizioni. Per esempio, quante cose sono "note" come portatrici di cattiva sorte? Uno specchio rotto, camminare sotto una scala, un gatto nero che cui attraversa la strada... e la lista potrebbe proseguire. Alla luce di questi fatti, la presenza del vampiro nel folklore indica che il suo intento potrebbe essere quello di spiegare attraverso la superstizione ciò che non può essere compreso in altri modi: il mistero della morte.

     Nei tempi moderni, la morte è stata meglio compresa, ma non del tutto; le vecchie superstizioni sono sempre dietro l'angolo. La morte ci spaventa ancora più di ogni altra cosa. Non siamo ancora sicuri di cosa accada dopo la morte. Stephen King una volte disse: "La sepoltura è un mistero, ma la morte è un segreto". Oggi come oggi, i media (dai film alla fiction e oltre) sono il riflesso di queste credenze e paure, ed è per questo che la figura del vampiro continua a popolare le nostre menti.

     Il vampiro, per alcuni, è ancora una rappresentazione di una spaventosa verità della nostra esistenza: ogni essere vivente deve morire. Il vampiro ci affascina perché la sua natura è in perfetta antitesi con questa verità. Egli è morto per avere la vita, e la sua stessa esistenza è garantita dalla morte altrui.

     Per altri, il vampiro di oggi rappresenta la capacità che tutti vorremmo avere - l'abilità di ingannare la morte, sconfiggerla e continuare ad esistere. In una visione romantica, egli è immortale, ma nessun'altra creatura sulla terra conosce la morte così intimamente come lui. Che delizioso paradosso.

Fonte web, la stessa dei post precedenti.

 
Rispondi al commento:
AndrewAngel
AndrewAngel il 23/03/10 alle 20:03 via WEB
...sempre belli ed interessanti i tuoi post....brava!!!
 
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