Creato da karolina_bees il 14/02/2010

ROMANIA IL MIO PAESE

COME UN VIAGGIO DA IERI AD OGGI... STORIA TRA FANTASTICO E REALTA'

 

La Romania d'inverno.........Auguri per un 2012 migliore!!

Post n°40 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da karolina_bees
 

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Caras-Severin, Romania

Post n°39 pubblicato il 15 Agosto 2010 da karolina_bees

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Traian Vuia, nato a Caras Severin, è stato un inventore romeno, pioniere dell'aviazione. In 1906 ha fatto il primo volo a propulsione autonoma (senza catapulte o altri mezzi esterni ) con un apparecchio (aeroplano motorizzato) più pesante dell'aria.

 

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Romania - Timisoara "la prima cittą illuminata elettricamente in Europa"

Post n°38 pubblicato il 05 Agosto 2010 da karolina_bees

piazza della vittoria

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la cattedrale cattolica

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opera

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l'orologio floreale

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panorama generale

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statua della liberta

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dicmbre 1989 - la morte della ditattura comunista

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la fontana dei pesci

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all'onterno dell'opera

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la lupa coi bambini

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centro commerciale

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piazza Uniri (dell'unione)

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hotel Tresor

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l'universita

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timisoara di notte

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hotel

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lo stadio

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night pub

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night club

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disco

 
 
 

Romania - Costanta

Post n°37 pubblicato il 04 Agosto 2010 da karolina_bees

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il casino

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panorama generale

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piazza ovidiu

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hotel

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hotel

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il porto

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acquarium constanta

 
 
 

Bucuresti /Bucharest ...nell' evo medio chiamato Il piccolo Parigi

Post n°36 pubblicato il 29 Luglio 2010 da karolina_bees

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Non vi spaventate

c'è anche di questo

come un po' dappertutto nelle periferie

delle capitale europee per non fare nomi

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il resto tutti persone normali che vanno al lavoro giorno per giorno

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bello e brutto insieme...

buoni e cattivi

che si svegliano la mattina

e vanno a guadagnarsi da vivere..

un saluto, Ly

 

 
 
 

Il litorale rumeno..

Post n°35 pubblicato il 28 Luglio 2010 da karolina_bees

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un buon compleanno a te mia dolce e cara amica baci

Post n°34 pubblicato il 28 Luglio 2010 da biramar

ale amica

ale amica

ale amica

 
 
 

Cavalli.. in Romania

Post n°33 pubblicato il 12 Luglio 2010 da karolina_bees

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Confusa.. triste.. quanto durerą ancora questo conflitto di idee..

Post n°32 pubblicato il 11 Giugno 2010 da karolina_bees

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Romania, piacere di conoscerti

CLICCA se vuoi sapere il perché

 
 
 

NO!!! al abbandono dei bambini..

Post n°31 pubblicato il 22 Maggio 2010 da karolina_bees

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L'imperatore e le fate.... fiaba rumena

Post n°30 pubblicato il 09 Maggio 2010 da karolina_bees

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C'era una volta un Imperatore, che chiamavano l'Imperatore Verde. Era un gran cacciatore, come d'altronde lo sono tutti gli imperatori.
Un giorno, andando a caccia, si mise sulle tracce di un cervo e continuò a inseguirlo attraverso i boschi, finché non calò la notte...Che fare? Era solo, perché si era allontanato dai suoi uomini; e il buio era così fitto, che si poteva tagliare con il coltello. Allora si arrampicò sulla cima di un albero e guardò tutto intorno, se mai potesse scorgere in lontananza il chiarore di un fuoco o di un lume, per raggiungerlo. E in effetti riuscì a intravedere un piccolo barlume, lontano lontano.
Scese dall' albero e si avviò in quella direzione.
Nel cuor della notte capitò alla capanna di un uomo povero povero: nel camino ardeva un fuocherello e su un giaciglio soffriva una donna malata. Fuori pioveva a catinelle, tuonava e folgorava che sembrava la fine del mondo.
"Salute, buona gente ! Permettetemi di trascorrere la notte qui con voi, perché mi sono perduto nel bosco e fuori c'è buio e fa un tempaccio che neanche i cani vogliono uscire."
Quella povera gente provava un grande imbarazzo a tenere in casa un forestiero proprio allora che la donna era ammalata, ma neppure se la sentivano di rifiutare ospitalità ad un cristiano, nel cuor della notte e con un tempo come quello. Perciò gli consentirono di coricarsi su una cassapanca vicino alla finestra. Nemmeno passò loro per la testa, che quello fosse l'Imperatore in persona.
Poco dopo, quella notte stessa, la donna diede alla luce una bella bambina; quindi furono presi tutti dal sonno.
Ma l'Imperatore, che era abituato a dormire in morbidi letti imperiali, non riuscì ad addormentarsi su quella cassapanca di legno e si rigirava di qua e di là, fino al canto del gallo di mezzanotte.
Allora arrivarono le fate alla finestra della catapecchia e cominciarono a vaticinare.
Una disse: "Questa bambina sarà la donna più bella e più saggia di tutto l'Impero".
La seconda fata disse: "Questa bambina passerà per grandi disgrazie, ma tutto finirà bene".
E la terza: "Quando avrà vent'anni, si sposerà con il figlio dell'Imperatore Verde, ma l'Imperatore, per il dolore, si impiccherà quel giorno stesso".
Dopo aver pronunciato le loro parole, volarono via dalla finestra e non fecero più ritorno.
L'Imperatore aveva ascoltato bene le loro parole; perciò, se non aveva potuto dormire fino a quel momento, non ci riuscì neanche dopo. Tutta la notte si tormentò il cervello, pensando come avrebbe potuto fare per rendere vane le parole delle fate.
All'alba si svegliarono anche gli altri. Essi non avevano udito nulla delle parole delle fate.
Quando si furono alzati dal letto l'Imperatore disse loro: "Guardate, buona gente, voi siete poveri e giovani e Dio vi può dare altri figli. Datemi questa bambina, ché io sono ricco e non ho figli, così la crescerò come mia figlia adottiva e quando sarà grande le darò una dote come si deve".
Dapprima marito e moglie erano contrari; ma, quando egli donò loro una borsa di denaro, accettarono la borsa e gli diedero la bambina.v L'Imperatore la prese tra le braccia, così in fasce com'era, e se ne andò con lei per il bosco. Arrivato vicino a dei cespugli, oplà, ci buttò la povera bambina e disse tra se: "Vedremo, se diventerai mia nuora!".
Poco dopo, passò di il il medico imperiale: era dalla sera precedente che cercava l'Imperatore, ma non si erano incontrati. Quando arrivò vicino ai cespugli, gli parve di udire la voce di un neonato. Cerca a destra, cerca a sinistra, ma non vede niente.
Scosta con un piede un cespuglio di fragole selvatiche e trova un bimbo in fasce.
Il dottore... ne fu molto contento, perché era ricco e non aveva figli e poi il bimbo era bello e dava segni di buona salute. Lo portò dunque a casa con se, senza proseguire nella ricerca dell'Imperatore, perché lo stavano cercando anche tanti altri.
A quel tempo l'Imperatore aveva un unico figlio, un bambino di tre anni.
Sei anni dopo, il dottore fece un grande banchetto, al quale invitò anche l'Imperatore, l'Imperatrice e il principino, quell'unico figlio che Dio gli aveva dato.
I grandi mangiavano e bevevano, secondo la consuetudine, mentre i bambini, cioè il figlio dell'Imperatore e la figlia del dottore, giocavano insieme.
Verso sera, quando fu il momento di prepararsi per tornare a casa, l'Imperatore domandò dove fosse suo figlio e vide che stava giocando in giardino con la figlia del dottore.
"Che bella bambina avete, dottore!", disse l'Imperatore quando i bambini arrivarono dal giardino.
"Quanti anni ha? Più o meno avrà l'età del nostro bimbo."
"Sei anni esatti, Maestà. La trovai nel bosco quando Sua Maestà Imperiale si smarrì e noi cercammo da ogni parte. Ricorda?"
"Ah, davvero?", disse l'Imperatore.
"Proprio così, Maestà", rispose il dottore.
Se uno avesse guardato con attenzione l'Imperatore, avrebbe visto che a quelle parole era impallidito. Ma subito aveva ripreso il controllo di sé ed era tornato a casa chiacchierando con l'Imperatrice come se non fosse accaduto nulla.
Ma c'era un tarlo che gli rodeva il cuore: i discorsi delle fate! E lo irritava molto anche suo figlio, che, da quando aveva conosciuto la bambina del dottore, la voleva andare a trovare almeno una volta al giorno.
L'Imperatore, vedendo come stavano le cose, concepì un piano nella sua mente.
Chiamò a se il dottore e la moglie del dottore e tenne questo discorso:
"Sapete? Questi bambini stanno troppo bene insieme e sarebbe un peccato separarli. Facciamoli crescere insieme, poi sarà quel che Dio vorrà. Lasciate che la vostra figliola venga ad abitare qui a Palazzo. Poi verranno insieme a trovarvi; ma per adesso lasciate che stiano bene, finché non conoscono bene e male. Quando poi li conosceranno, non gli si potrà impedire di esser felici".
Il dottore e sua moglie furono d'accordo e la bambina fu subito portata al Palazzo imperiale, dove fu trattata come se fosse figlia di Imperatore.
L'Imperatore se la tenne per un po'; ma una mattina il principino, svegliatosi, non la trovò più. Chiese a suo padre dove fosse la bambina e quello gli rispose che la aveva mandata a scuola nella città vicina. Il bambino ci credette, ma non era vero: quella notte stessa l'Imperatore l'aveva rinchiusa dentro una gran botte e aveva posato la botte sulle onde del Danubio. Così sarebbe perita e le parole delle fate non si sarebbero avverate.
Ma l'uomo propone e Dio dispone. La botte fu trasportata a valle dalle onde, finché arrivò al mulino dell'Imperatore e si fermò sull'imbarcatoio.
I molinai, come videro la botte, la presero e la portarono nel mulino, poi la aprirono per vedere che cosa ci fosse dentro. Quando trovarono la bambina, si rallegrarono moltissimo, tanto più che la molinaia non aveva figli. Ma breve fu la loro gioia, perché dopo qualche giorno l'Imperatore mandò al mulino alcuni uomini con il frumento dell'autunno, a fargli la farina dell'inverno. In mezzo a loro si era infilato anche il figlio dell'Imperatore, come fanno i bambini che si arrampicano in cima ai sacchi; quando fu al mulino e vide la sua amica, la riconobbe subito e non si volle separare da lei.
Quando i cortigiani ebbero finito di macinare, tutti e due si misero a sedere in cima ai sacchi e ritornarono al Palazzo.
Allorché l'Imperatore li vide in cima al carro, rimase di stucco, perché ormai pensava che lei fosse annegata. Adesso cominciava a credere che non c'era modo per proteggersi dal vaticinio delle fate, sicché si rassegnò al proprio destino.
I bambini rimasero ancora insieme; ma quando lui ebbe compiuto tredici anni e lei dieci, l'Imperatore fece fare due anelli d'oro con un diamante incastonato, ne diede uno a ciascuno e disse:
"Da oggi vi separerete per dieci anni e in questo periodo ciascuno di voi due imparerà ciò di cui ha bisogno per vivere. Tu, ragazzo, andrai nella tal città, nel tal reggimento e imparerai bene l'arte della guerra; tu, bambina, andrai nella tal città da mia sorella e là imparerai ad essere una buona massaia, per poter diventare Imperatrice. State bene attenti, però, a non perdere i vostri anelli, perché tra dieci anni chi si presenterà davanti a me senza anello pagherà con la testa la propria temerità e l'infedeltà nei confronti dell'altro".
Il ragazzo fu mandato ad un reggimento, lontano, mentre la ragazza andò dalla parte opposta, da una sorella dell'Imperatore Verde.
Intanto l'Imperatore Verde mandò una lettera a sua sorella, dicendole di tenersi la bambina per dieci anni e di ammaestrarla come meglio sapeva, perché sarebbe diventata sua nuora, e di presentarsi con lei alla corte imperiale dieci anni più tardi, senza fallo. Nella lettera c'era anche scritto che doveva fare in modo di rubare alla bambina l'anello col diamante e mandarlo a lui, se fosse stato possibile.
Il ragazzo, al reggimento, imparò tutte le cose della guerra, cioè come ammazzare alla svelta e con successo il maggior numero di uomini adatti al lavoro, come lasciare mamme senza figli, mogli vedove, ragazze senza innamorati e altre cose di questo genere.
La ragazza imparò a filare e a cucire, a tessere e a cucinare e a fare tutte quelle cose che una buona massaia deve saper fare.
Ormai stavano per compiersi i dieci anni.
Una mattina, mentre stava impastando il pane, la ragazza posò l'anello su una sedia vicino a sé. Finito che ebbe di impastare, lo cercò, ma era introvabile: sembrava che la terra se lo fosse inghiottito. Cercarono a destra, rovistarono a sinistra, frugarono dappertutto, misero sottosopra i letti. Non c'era. La ragazza era terribilmente accasciata e dal dolore stava per sprofondare sottoterra.
Sua zia (ché chiamava zia la sorella dell'Imperatore ) sua zia la consolava con le parole, ma in cuor suo diceva: "E mio nipote dovrebbe sposare una come te? Dovrebbe prendersi una poveraccia, quando può sposare la figlia di un re o di un imperatore? E il mio caro fratello si dovrebbe impiccare a causa tua? Mai!".
Impacchettò l'anello col diamante, che proprio lei aveva rubato mentre la ragazza impastava il pane, e lo mandò subito a suo fratello l'Imperatore Verde. È chiaro che si erano consultati di nascosto e avevano stabilito che cosa fare e come fare. Alla vista dell'anello, l'Imperatore gioisce. Lo esamina per bene e, dopo essersi accertato che è proprio quello che aveva consegnato alla ragazza dieci prima, si reca da solo sulla riva del Danubio e... giù dentro l'acqua!
Adesso era tranquillo, coi suoi cattivi pensieri. Sapeva che nel giro di qualche settimana i ragazzi sarebbero tornati a casa e che quello senza l'anello sarebbe stato condannato a morte, perché non aveva conservato la fede. Perciò ordinò che venisse innalzata una forca vicino al Danubio: l'infedele avrebbe scontato la meritata condanna.
Al momento stabilito, i due ragazzi arrivarono a casa entrambi. Lui, allegro, alla testa di un reggimento di cavalleria; lei, tremendamente addolorata, senza l'anello.
Per il giorno del loro arrivo, l'Imperatore aveva decretato un grande banchetto, con una festa mai vista prima, perché si sarebbe sposato suo figlio.
Giunti ambedue alla corte imperiale, prima di incontrarsi dovettero dare la dimostrazione ciascuno della propria bravura. Lui guidava e istruiva i cavalleggeri, lei andava in cucina e preparava di sua mano le vivande.
Dentro a una grande madia, la ragazza trovò una gran quantità di pesce fresco, pescato nel Danubio; quindi cominciò a pulirli, uno dopo l'altro.
Ne aveva puliti due o tre, quando rimase di stucco per la gioia: nelle viscere di un pesce trovò il suo anello di sposa!
Se lo infilò subito al dito e continuò a lavorare alacremente, ringraziando in cuor suo il buon Dio perché non l'aveva abbandonata.
Frattanto l'Imperatore stava tenendo consiglio coi ministri. "Forse ci saranno nozze, forse ci sarà morte", diceva l'Imperatore, "perché dieci anni fa, quando li mandai a imparare l'arte, li fidanzai e diedi a ciascuno un anello con un diamante; ma dissi loro che chi fosse tornato qui senza l'anello avrebbe pagato la propria temerità con la testa. Ho anche ordinato di erigere una forca, perché chi non ha obbedito dovrà essere castigato. Un Imperatore non può passar sopra alla slealtà."
"Viva Sua Maestà l'Imperatore!", gridarono i ministri, "Saggia è la sua decisione e dovrà essere come ha stabilito Sua Maestà."
Poi mandarono a chiamare il ragazzo, che arrivò vestito con l'uniforme di generale e con l'anello col diamante al mignolo perché adesso non gli andava più bene nelle altre dita: da bambino che era, in dieci anni era diventato un giovanotto alto e ben messo.
L'Imperatore e i ministri esaminarono minuziosamente l'anello e si resero conto che era quello di dieci anni prima. Furono perciò molto contenti.Poi fu il turno della ragazza.
L'ordine la raggiunse mentre si trovava in cucina a far focacce sulla lastra di pietra. Era tanto fiera di essersi rosolata accanto al fuoco mentre preparava le focacce, che nessuno si stancava di guardarla. Sottoposero ad esame anche il suo anello e, verificando che era quello di dieci anni prima, furono molto contenti, in particolare il ragazzo.
C'era uno, però, che se ne stava meravigliato e pensieroso con l'anello in mano, ed era l'Imperatore. Non riusciva a capire come quell'anello avesse potuto riemergere dal fondo del Danubio.
Comunque fece finta di gioire anche lui, ma solo lui si sentiva sul cuore una macina di mulino.
In quello stesso giorno fecero venire il pope, che li sposò secondo la legge cristiana. Poi andarono a banchettare.
L'imperatore, prima che i commensali si disperdessero, disse con voce alta e chiara: "Onorati commensali! Sappiate che a partire da oggi mio figlio sarà Imperatore al mio posto; mia nuora sarà Imperatrice, perché è degna di esserlo, dal momento che le fate hanno vaticinato che sarà la donna più bella e più saggia del mio Impero. Quanto a me, sono invecchiato, ho terminato".
I commensali gridarono: "Evviva!". Ma lui uscì fuori e, per la rabbia di non essere riuscito a impedire la decisione delle fate, si impiccò proprio sulla forca che aveva fatta costruire per sua nuora. Così, anche in questo punto, si avverò la parola delle fate.

(fonte web)

 
 
 

Turisti per caso... ragazzi italiani in giro per la Transilvania

Post n°29 pubblicato il 05 Maggio 2010 da karolina_bees

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Io, Luca, e mio cugino Paolo, come ogni anno partiamo verso una meta internazionale per scoprire luoghi e culture differenti. Il ventaglio di offerte di voli low cost con partenza da Napoli cominciava a restringersi e la scelta è ricaduta quasi obbligatoriamente sulla capitale della Romania: Bucarest.Dopo giorni passati con gli occhi incollati allo schermo del pc (soprattutto sul sito di TPC) riesco ad organizzare un itinerario completo, affascinante ed economico attraverso la misteriosa Transilvania.

26 SETTEMBRE 2009
Il volo Myair Napoli – Bucarest parte da Capodichino alle 17:40 e atterra a Banasea alle 20:40 (70 euro andata e ritorno). Usciamo dal piccolissimo aeroporto, al cui esterno ci aspetta una persona della ditta Eurocars per consegnarci la macchina prenotata dall’Italia; una Matiz vecchio tipo versione base. Paghiamo quanto pattuito (150 euro per cinque giorni), impostiamo il navigatore installato sul telefonino inserendo come destinazione Sinaia e partiamo. La strada inizialmente è ottima, meglio di quanto ci aspettavamo, ma come ci si allontana dalla capitale la situazione cambia. Cantieri continui e illuminazione inesistente rendono il viaggio non troppo piacevole. Infatti, dopo un’oretta dalla partenza, prendiamo in pieno una voragine (definirla buca sarebbe riduttivo) e buchiamo. Il problema non sarebbe insormontabile, se non fosse per i bulloni praticamente inchiodati al cerchione. Decidiamo di dirigersi alla stazione di servizio più vicina che dista, per nostra fortuna, pochi chilometri. Arrivati lì un dipendente ci aiuta a svitare i bulloni. Dopo un’ora, a colpi di martellate ed improperi, si riesce a cambiare la ruota. Non avendo valuta locale e pochi spiccioli, lasciamo solo 10 euro a quel sant’uomo che ci ha dato una mano. Ci rimettiamo in cammino facendo maggiore attenzione al manto stradale che però risulta buono fino all’arrivo. Giungendo a Sinaia in netto ritardo sulla tabella di marcia, ed essendo stanchi, decidiamo di fermarci nel primo motel che incrociamo nel paese. Un signore rumeno che non parlava né inglese né italiano ci porta a vedere una stanza discreta, con bagno e televisore. Data l’ora i 25 euro richiesti ci sembrano sono una cifra più che accettabile e ci sistemiamo
27 SETTEMBRE
Il mattino seguente la sveglia è alle otto. Appena usciti dal motel, restiamo impietriti dal freddo e dando uno sguardo alle montagne che ci circondano, notiamo che sono tutte ricoperte di neve. Sinaia è una località sciistica rumena e si trova a quasi 1000 metri di quote. Armati di anima e coraggio cerchiamo un cambio (consiglio le banche che non fanno pagare commissioni e applicano il cambio ufficiale). Dopo esserci riforniti di lei (1 euro=3,87 lei) ci dirigiamo verso il primo obiettivo di questa nostra nuova avventura: il castello di Peles. Lascio alle vostre ricerche su internet tutti i dettagli e i dati storici, ma posso cercare le parole per descrivere le emozioni che mi ha suscitato, credo che l’aggettivo che meglio lo rispecchi sia: Magnifico. Paragonabile ai castelli di Ludwig in Baviera. Se l’esterno vi lascerà sbigottiti l’interno, vi incanterà per la qualità degli arredi, l’eleganza delle camere, lo sfarzo delle sale e per la cura dei particolari. A me personalmente sono piaciuti la sala dove il re accoglieva gli ospiti illustri, la sua biblioteca privata e la scala in legno utilizzata per andare dal secondo al terzo piano. Paolo ed io siamo fortunati perché arrivando presto la guida (obbligatoria per visitare il palazzo il cui prezzo d’ingresso è venti lei per studenti cinquanta intero), accompagnava solo noi due. Possiamo così soddisfare le nostre curiosità e porle molte domande cui lei risponde compiaciuta notando il nostro interessamento. La visita dura circa un’ora e mezza, finita la quale facciamo un giro per i giardini che circondano il palazzo. La strada che porta al paese è fiancheggiata da bancarelle con prodotti tipici della zona. Finiti gli acquisti degli immancabili souvenir, ci si incammina verso il monastero ortodosso di Sinaia (che ha dato il nome alla città). Si possono visitare una chiesa e l’annesso convento. La visita richiede al massimo venti minuti. Breve pausa pranzo e poi dritti in macchina per dirigerci a Bran. La strada non presenta intoppi per una prima mezz’ora, poi, una coda di dieci chilometri di traffico blocca ogni buon proposito non perdere molto tempo per la visita del castello. Purtroppo a Bran questo fine settimana c’è la festa annuale del paese e sembra proprio che tutta la regione abbia voluto parteciparvi. Ormai rassegnati, impieghiamo più di un’ora e trenta per arrivare. Appena entrati nel centro, restiamo affascinati dal celeberrimo castello (quello che turisticamente viene definito il castello di Dracula), che non può non essere notato. La struttura si trova sopra un’altura e domina tutta la vallata circostante. Nonostante la città sia gremita di gente, non c’è fila per acquistare il biglietto d’ingresso (6 lei ridotto, dodici intero) e si riesce ad entrare subito. La visita è molto affascinante, la struttura è la classica fortificazione del ‘400; quello che nell’immaginario collettivo rispecchia l’immagine di castello. Camere anguste, corridoi stretti e tortuosi, pozzo, prigioni, corte interna, torri e bastioni; insomma Vlad Tapes, alias Conte Dracula, non si faceva mancare nulla. Date le dimensioni ridotte in meno di un’ora, siamo di nuovo per le strade del paese. Dopo un breve giro per le immancabili bancarelle che propinavano i gadget più improponibili, si decide di lasciare quel formicaio umano per cercare un posto più tranquillo. Per fortuna il traffico dell’andata è solo un brutto ricordo e in dieci minuti arriviamo a Rasnov e li troviamo una pensiunea dove alloggiare (80 lei per una doppia con bagno). La camera lascia molto a desiderare, ma dopo la giornata distruttiva che ci lasciamo alle spalle qualsiasi cosa di orizzontale sarebbe stata ottima come letto per dormire. Infatti, dopo una cena frugale, subito a nanna per una notte di meritato riposo.

(fonte web)

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(castello Peles)

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(castello Bran)

 
 
 

Una realta rumena/romena.....dolorosa..

Post n°28 pubblicato il 02 Maggio 2010 da karolina_bees

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In Romania 350.000 bambini senza genitori

di Gabriela Pentelescu
NAPOLI - La sorte dei bambini romeni, orfani dell’emigrazione, è diventata ormai un fenomeno sociale, con implicazioni psicologiche profonde. Circa 350 mila sono i figli che si trovano ad affrontare il dramma della lontananza e più di un terzo di essi vivono addirittura senza entrambi i genitori. Questi sono gli ultimi dati pubblicati nei giorni scorsi in Romania in seguito ad una ricerca realizzata per l’Unicef dall’Istituto Gallup, nel periodo aprile - ottobre 2007. La cifra è quattro volte più alta di quella ufficiale fornita dalle amministrazioni locali per le quali soltanto 85 mila sono i minorenni che hanno i genitori all’estero.

La differenza potrebbe essere una conseguenza del fatto che i genitori non hanno dichiarato ai servizi sociali dei comuni di residenza l’intenzione di lasciare il paese informando nello stesso tempo le autorità sull’identità del tutore scelto per l’affidamento temporaneo dei minori. Spesso essi, infatti, ignorano un’ordinanza emanata nel 2006 secondo cui la firma del contratto all’estero è vincolata ad una tale dichiarazione da parte del lavoratore. La ricerca sociologica dimostra che soltanto il 7% dei genitori hanno informato le autorità per quello che riguarda la loro intenzione di emigrare e la situazione dei figli rimasti a casa.

Inoltre, nel 45% dei casi la separazione dai figli non ha condizionato la scelta di trasferirsi all’estero per il lavoro. Si stima che circa quattro milioni di romeni lavorerebbero all’estero, in particolare in Spagna, Italia, Irlanda e Germania. Molti, quando hanno i documenti, un reddito sufficiente ed un alloggio si fanno raggiungere. Altri lavorano in nero ma mandano comunque a casa soldi e pacchi nel tentativo di sostituire cosi la loro assenza. Gli psicologi indicano i disturbi comportamentali di questi bambini: spesso in loro si avverte aggressività nel linguaggio, disinteresse per lo studio oppure stati di ansietà ed apatia.

La stesso studio dell’Unicef rileva che si attenua il rapporto diretto tra genitori e figli, a volte deteriorandosi, poiché spesso gli adulti non hanno la possibilità di ritornare di frequente nell’paese d’origine. La maggior parte di loro sono riusciti a tornare una sola volta a casa nell’ultimo anno, mentre il 32% non ha visto i figli nemmeno una volta nello stesso intervallo di tempo.

In questa situazione si trova anche Aneta, che soltanto una volta è riuscita rivedere i suoi due figli negli ultimi tre anni da quando vive a Napoli. Quando ha lasciato Bacau, nel nord della Romania, ha pensato che doveva lavorare sodo per qualche mese, massimo un anno, fare i soldi e poi tornare a casa, dove i suoi bambini erano rimasti con la nonna. “Quando sono arrivata, ero clandestina – confessa Aneta. Ho lavorato in nero come domestica e sempre con la paura di non essere espulsa. I soldi che sono riuscita racimolare sono pochissimi. In tre anni ho visto i miei figli soltanto una volta e ogni tanto sento che mi odiano, perché non ho rispettato nessuna delle promesse fatte. A scuola vanno male e con il figlio maggiore, che ha compiuto nel frattempo quattordici anni, le insegnanti hanno problemi con la condotta. Ma adesso ho deciso: a settembre, quando ricominceranno la scuola, tornerò definitivamente. Cercherò di mettere i cocci rotti insieme, ma non lo so… Quando ci penso che adesso arriva la nostra Pasqua ortodossa e loro saranno un’altra volta soli, sto malissimo. Ho inviato un pacco con regali per farmi perdonare, ma puoi mettere l’abbraccio di una madre con un uovo di cioccolato e un paio di scarpe nuove?”.

fonte web

 
 
 

Sorridi

Post n°27 pubblicato il 20 Aprile 2010 da karolina_bees

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-Dracula chiese a Dio: Potrei essere reincarnato in un angelo bianco con ali e continuare a succhiare sangue?
-Dio rispose: No problem!
E lo trasformò in un assorbente...hi..hi..hi
(Grazie Francesco ^___^)
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DRACULA - INFETTO O MOSTRO?

Post n°26 pubblicato il 06 Aprile 2010 da karolina_bees

 

Con l'evoluzione del XX secolo, l'uomo razionale si è rivolto alla scienza per spiegare le mitologie che per centinaia di anni hanno pervaso il mondo. Come può un uomo essere scambiato per un vampiro? Come può qualcuno sembrare la vittima di un attacco vampirico? La scienza, talvolta, propone delle risposte che potrebbero stupirvi.

 

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ANEMIA

 

     Derivante dalla parola greca che significa "mancanza di sangue", l'anemia è una malattia del sangue che comporta un numero molto basso di globuli rossi, necessari per il trasporto dell'ossigeno per tutto il corpo, quindi, quando una persona soffre di anemia, i sintomi sono causati da ossigeno inadeguato. Tali sintomi possono includere:

 

     - Aspetto pallido

     - Affaticamento

     - Respiro debole

     - Problemi digestivi

 

     Tre sono le cause principali di anemia: malattia, eredità o grandi perdite di sangue.

     Nel passato, una persona che mostrava questi sintomi poteva essere sospettata di essere stata attaccata da un vampiro. Ancora una volta, il mito si plasma a seconda dei bisogni di chi ci vuol credere. Nei tempi in cui la scienza medica era ancora lontana da alcune scoperte che oggi per noi risultano ovvie, la gente trovava spesso più facile credere che persone vittime di questi mali fossero state attaccate da un vampiro, piuttosto che ammalate.

     Inoltre, sintomi del genere possono aver suggerito ai nostri antenati che la vittima stesse iniziando la sua trasformazione in vamipiro, caratterizzata da un aspetto pallido e da difficoltà nel mangiare.

 

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CATALESSI

 

     La catalessi è un disordine nervoso che causa una forma di animazione sospesa; questo comporta una perdita di movimento volontario, rigidità dei muscoli e diminuisce la sensibilità verso il calore ed il dolore. Una persona in stato di catalessi può quindi vedere e sentire ma non può muoversi.

     Il respiro, le pulsazioni e tutte le funzioni regolatorie del corpo sono talmente rallentate che ad un primo esame la persona può sembrare morta. Questa condizione può durare da alcuni minuti a giorni interi.

     Prima che la medicina del XX secolo si facesse strada, c'erano pochi test diagnostici che potevano essere fatti su di un corpo per assicurarsi che fosse realmente morto, ed era molto facile che una persona in catalessi venisse dichiarata prematuramente morta, quindi era molto probabile che corpi creduti morti venissero sotterrati quando in realtà morti non erano affatto. Immaginatevi cosa poteva succedere una volta che la persona fosse uscita dalla catalessi... Molti miti possono aver avuto origine da qui.

 

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PORFIRIA

 

     Di tutte le malattie ed i disordini che possono essere legati la vampirismo, la più bizzarra è di certo la porfiria. Si tratta di una rara malattia del sangue ereditaria; i suoi sintomi sono talmente vicini ai miti associati alla moderna concezione di vampirismo da lasciare sbalorditi.

     Un malato di porfiria non è in grado di produrre eme, componente dell'emoglobina, a sua volta sostanza fondamentale del sangue. Oggigiorno, questa malattia è curabile con regolari iniezioni di eme, tuttavia, solo cinquant'anni fa questo trattamento non era praticabile e la porfiria era sconosciuta. Di conseguenza, un malato di porfiria mostrava questi sintomi:

 

     - Estrema sensibilità alla luce solare

     - Infiammazioni e cicatrici che non guariscono prontamente

     - Eccessiva crescita dei capelli

     - Assottigliamento dei tessuti intorno alle labbra ed alle gengive (cosa che rende i denti più prominenti)

 

     Questa malattia può portare la vittima ad uscire solamente di notte, per evitare i raggi del sole. Inoltre, l'aglio, che in soggetti sani stimola la produzione di eme, accentua i sintomi della porfiria.

     Vedere anche l'articolo «Perché i vampiri temevano aglio e croci».

(fonte web)

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ELIZABETH - LA CONTESSA SANGUINARIA

Post n°25 pubblicato il 06 Aprile 2010 da karolina_bees

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Esistono molte leggende sui vampiri. In ogni caso, esistono anche documenti ufficiali che provano l’esistenza di un’autentica contessa del diciassettesimo secolo, Elizabeth Bathory, considerata la vampiressa più assetata di sangue di tutti i tempi.

     Nata nel 1560 in una delle più antiche e ricche famiglie della Transilvania, Elizabeth Bathory aveva molti parenti potenti - un cardinale, alcuni principi, ed un cugino che era primo ministro d’Ungheria; il più famoso dei Bathory fu Re Steven di Polonia (1575-86).

     Elizabeth sposò il Conte Ferencz Nasdasdy quando aveva appena 15 anni, mentre lui ne aveva 26, e con il quale visse nel Castello Csejthe nella contea di Nyitra, in Ungheria. Il Conte, soprannominato “L’eroe nero di Ungheria” passava molto tempo lontano da casa per combattere; durante le sue ripetute assenze, il servo di Elizabeth, Thorko, la iniziò all’occulto.

     Elizabeth, per un breve periodo, scappò con un’oscuro straniero, ma poi decise di tornare a casa. Fortunatamente il conte la perdonò, ma Elizabeth, tornata al castello, iniziò ad entrare in conflitto con la suocera e, cosa assai più terribile, iniziò a torurare le serve con l’aiuto della sua vecchia balia Iloona Joo.

     Nel 1600 Ferencz morì ed inizò il periodo delle vere atrocità di Elizabeth che, per prima cosa, fece espellere l’odiata suocera dal castello.

     Molto vanitosa ed ormai quarantenne, la contessa iniziava ad essere preoccupata della vecchiaia e della sua perdita di bellezza. Si narra che un giorno una serva, rea di averle tirato i capelli mentre glieli stava acconciando, fu colpita dalla contessa, infuriata, così forte da farla sanguinare; il sangue della giovane cadde sulla mano della contessa che immediatamente pensò che la sua pelle avesse acquisito la freschezza della giovane ragazza attraverso il suo sangue; Elizabeth era sicura di aver scoperto il segreto dell’eterna giovinezza. Con l’aiuto di Thorko e del maggiordomo, la spogliò e la dissanguò, versando il suo sangue in un’enorme vasca, dopodiché si vi si immerse. Furono sue complici anche due fattucchiere, Darvula e Dorottya Szentes.

     Per i successivi 10 anni, i perfidi servitori di Elizabeth la rifornirono costantemente di nuove ragazze per il rituale bagno di sangue, ma una delle vittime, riuscita a scappare, informò le autorità sui terribili fatti che accadevano al Castello Csejthe. Re Mathias di Ungheria ordinò quindi al Conte Cuyorgy Thurzo, cugino di Elizabeth e governatore della provincia, di attaccare il castello. Il 30 dicembre del 1610, le sue truppe assalirono il castello. Quando entrarono, si trovarono di fronte ad uno spettacolo agghiacciante: una ragazza morta nella stanza principale, prosciugata del suo stesso sangue ed un’altra viva ma dal corpo cosparso di fori; nei sotterranei scoprirono molte ragazze imprigionate e, sotto il castello, i corpi di almeno altre 50 ragazze.

     Elizabeth fu arrestata e, l’anno successivo, processata a Bitcse; si rifiutò di dichiararsi colpevole o innocente e non fu mai presente al processo. Di questo processo fu fatta una trascrizione che è sopravvissuta fino ad oggi in Ungheria. Johannes Ujvary, il maggiordomo, testimoniò che circa 37 ragazze erano state assassinate, sei delle quali egli aveva personalmente assunto per lavorare al castello. Le vittime venivano legate e tagliate con forbici e coltelli. A volte erano le deu fattucchiere a torturare le ragazze, a volte la contessa stessa. La vecchia balia di Elizabeth testimoniò che circa 40 ragazze erano state torturate ed uccise.

     Tutte le persone coinvolte negli omicidi, tranne la Contessa Bathory, furono decapitate e cremate escluse le due complici che furono bruciate vive. La Contessa Elizabeth non fu mai condannata per alcun crimine, ma fu ordinato che le porte e le finestre della camera da letto della contessa fossero murate con lei dentro, lasciando solo un foro dal quale far passare il cibo. Re Mathias II chiese la pena di morte per Elizabeth ma, su richiesta del cugino primo ministro, si accordò per un rinvio a tempo indeterminato della sentenza, che in realtà significava una reclusione solitaria a vita.

     Nel 1614, dopo 4 anni di incarcerazione, una della guardie si accorse che la contessa giaceva a terra, immobile. Elizabeth Bathory, la “Contessa sanguinaria”, era morta.

     Ci sono molte connessioni tra i Bathory ed i Dracula: il comandante della spedizione che aiutò Vlad a riconquistare il suo trono nel 1476 era il Principe Steven Bathory; un feudo di Dracula, Castel Fagaras, divenne un possedimento dei Bathory all’epoca di Elizabeth; inoltre, entrambe le famiglie hanno un drago nello stemma di famiglia.

(fonte web)

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vampiri del nuovo millennio

Post n°24 pubblicato il 23 Marzo 2010 da frankmalone1

Probabilmente Bram Stoker non avrebbe mai immaginato, soprattutto mai condiviso, i nuovi discepoli che il suo personaggio: Dracula, ha fatto nascere nel mondo moderno: gli HLV.
Ma cosa pensano gli HLV di loro stesi, cosa li spinge, cosa li attrae, cosa temono, quali sono le loro sensazioni: tutte domande che incuriosiscono e che li rendono tanto affascinanti, oscuri ed inquietanti.
Oggi il vampiro moderno, l'HLV il bevitore di sangue, non abita in un remoto e diroccato castello sperduto sui monti, non caccia le proprie vittime fra i contadini della campagna ma, frequenta discoteche e night club. Il suo volto, ovviamente pallido, è illuminato dalle luci artificiali ed intermittenti.
Essere un vampiro oggi vuole essere la dimostrazione di una rottura dei tabù, un uscire dalla massa, una libertà di comportamenti privi di inibizioni, di regole e di "coscienza".
Il vampiro come icona dell'alienazione alla moderna civiltà ed alle sue regole.
Per assurdo oggi non sono più gli esseri umani a temere i vampiri, intesi come HLV, ma gli HLV stessi, che proteggono le proprie identità con cura.
Come è ben facile immaginare un paletto conficcato nel cuore uccide senza ombra di dubbio qualsiasi essere: umano o vampiro che sia.
Molti HLV conducono una doppia vita, quella pubblica durante il giorno per poi "trasformarsi" la notte.
Il sangue può diventare una sorta di tossico dipendenza alla quale l'HLV non riesce a sottrarsi ma, il vampiro moderno non uccide le sue vittime.
Il quantitativo di sangue che un HLV "necessita" è pari al contenuto di un cucchiaino, per il resto si nutre normalmente.
Esistono differenze di sapore fra le diverse tipologie sanguigne, perciò alcuni di loro sono estremamente selettivi.
Cosa spinge, cosa prova un HLV nel bere il sangue del suo donatore? Per molti di loro è un'esperienza molto più profonda dell'atto sessuale, più intima, più coinvolgente, più completa.
Per altri è considerata una forma di possessione di un'altro essere, il prendere dentro di loro parte del donatore.

 
 
 

DRACULA - COS' E' UN VAMPIRO

Post n°23 pubblicato il 23 Marzo 2010 da karolina_bees

Cos'è un vampiro? Come lo si può definire? Da dove si può cominciare per descrivere ciò che è senza forma e la cui storia conduce all'inizio dell'umanità? Queste domande hanno tormentato le menti dei vampirologi e dei fanatici dei vampiri in generale per decenni.

 

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E' Dracula la risposta alla domanda?

     Forse una domanda migliore a cui rispondere potrebbe essere: a quale Dracula ci stiamo riferendo?

     Dracula è di certo uno dei più amati personaggi nella storia dei vampiri. Di sicuro nessun altro vampiro si è guadagnato tanta fama mondiale quanto lui. Dalle pubblicità degli occhiali da sole ai personaggi della tv per ragazzi, Dracula è diventato un nome familiare, un sinonimo di vampiro come 'Kleenex' lo è di fazzoletto.

     Ma anche all'intero del personaggio di Dracula, ci sono anomalie e contraddizioni. Il personaggio originale che Bram Stoker creò nel suo romanzo era descritto come "un vecchio di alta statura, accuratamente sbarbato e con lunghi baffi bianchi" le cui "orecchie erano pallide e molto appuntite nella parte superiore" e che, cosa che fa trasalire Harker, aveva "peli sul palmo della mano. Le unghie erano lunghe e strette, e tagliate a punta." Il romanzo inoltre menziona l'abilità che Dracula ha di trasformarsi in pipistrello o in nebbia, secondo la sua volontà. Il Dracula di Stoker era anche vulnerabile nei confronti di simboli Cristiani e pagani, inclusi acqua santa e aglio.

     L'industria cinematografica ha ritratto Dracula in molti modi differenti, in ogni caso. Nel 1931, la Universal Pictures ingaggio l'attore ungherese Bela Lugosi per il ruolo di Dracula. Il suo aspetto elegante ed aristoratico era piuttosto lontano da quello del mostro peloso e con le orecchie a punta del romanzo di Stoker. Ogni film di Dracula, in questo periodo, ebbe il suo personale approccio con il personaggio. Ogni Dracula era diverso dal precedente, ed ognuno aveva le sue caratteristiche fisiche e vampiriche.

     E' difficile, in conclusione, definire il vampiro attraverso il suo più famoso rappresentante, Dracula. Il vampiro è dunque un aristocratico? Possiede l'abilità di trasformarsi in pipistrello o in nebbia? Si può ferire o addirittura uccidere un vampiro con una croce o dell'aglio?

 

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Che dire di Lestat, allora?

      Ah, Lestat, intrepido principe del regno dei vampiri. Questo amato personaggio creato dalla scrittrice Anne Rice ha conquistato di colpo le nuove generazioni di fan dei vampiri nello stesso modo in cui Dracula fece tanti anni fa. Lestat è un vampiro adatto a questo laico ventesimo secolo - è immune ai simboli cristiani (croci ed acqua santa) così come a quelli pagani (aglio e paletti di frassino). L'unica cosa che può ucciderlo è la luce del sole, e forse neanche quella, in fondo, sarebbe sufficiente. Portando la visione cinematografica romanticizzata del vampiro un passo avanti, i vampiri della Rice non sono soltanto socialmente accettabili nel loro aspetto fisico: sono magnifici. La loro bellezza androgina è una delle cose che li definisce sia come razza che come individui.

     Sebbene i vampiri della Rice non possano cambiar forma, essi possono volare e lasciare i loro corpi. Ciò significa forse che dobbiamo estendere la definizione di vampiro per includere l'abilità di volare e la paura della luce? Cosa dire della loro bellezza, in netto contrasto con il personaggio con le orecchie a punta e le mani pelose del romanzo di Stoker?

      La risposta, si deduce, deve essere nella storia, quando ci si dimentica della finzione letteraria e le sue idea e ci si concentra sulla verità.

     Ciò non è necessariamente vero, come vedremo. La storia ci descrive vampiri di ogni sorta, e anche coloro che spendono le loro vite alla ricerca della verità hanno differenti opinioni.

     La mitologia ed il folklore in generale non parlano di luce solare o mani pelose. Alcuni miti vampirici che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri non parlano nemmeno di esseri che bevono sangue. La maggior parte delle storie sui vampiri non menzionano la loro capacità di volare. Ogni sorta di metodo pagano per scacciare il vampiro sopravvive nei libri di storia; tutto, dall'aglio ai piccoli semi, alle corde con centinaia di nodi, alle falci ed ai paletti di legno, veniva usato centinaia di anni fa per difendersi, confondere od uccidere un vampiro. Ma raramente la luce del giorno era citata come metodo per annientare un vampiro.

     Ma chi, oggigiorno, non ha l'idea del vampiro che urla e si dissolve sotto i raggi del sole?

     Il vampiro stesso prende tante forme nei libri di storia quante sono le storie da raccontare; donne che uccidono i bambini per vendetta, vicini morti che terrorizzano i loro concittadini, preti e borghesi, soldati e stranieri. Alcuni sono pallidi, ma molti sono scuri. Molte storie narrano di vampiri che rigenerano la loro pelle, o hanno unghie lunghissime.

 

Cos'è, allora, un vampiro?

      Nel suo studio 'Vampires Among Us' (1991), Rosemary Ellen Guiley usa un termine per i vampiri "reali" che può essere applicato al genere nel suo insieme. Il termine è "Vampire Reality"; ciò significa che i vampiri sono ciò che la gente crede che loro siano. Per il contadino del medioevo, il vampiro era un terribile revenant portatore di morte e malattia sia nel piccolo villaggio che nella grande città. Per il britannico dell'era vittoriana, un vampiro era un personaggio ripugnante e da brividi protagonista di romanzi e spettacoli. Per molti, il vampiro è una sensuale, aristocratica immagine dalla quale si sentono stranamente attratti.

 

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DRACULA - MORTE E VAMPIRO

Il vampiro si è ormai stabilito come una potente icona nella nostra cultura. Molti sono tentati di credere che il potere e la popolarità dell'essere dai lunghi canini sia riconducibile semplicemente al nostro collettivo amore per il pericolo.

     Certo, il vampiro è pericoloso. In ogni caso, poche creature ispirano il tipo di devozione che troviamo nei seguaci dei vampiri. Poche persone sono affascinate dal mostro di Frankenstein come lo sono dalle creature della notte.

     Concordo pienamente con la "teoria del pericolo" come spiegazione per la natura che pervade l'horror in generale, ma sono portato a pensare che le ragioni che stanno dietro alla lunga storia del vampiro abbiano più a che fare con la più universale e potente delle paure umane: la paura della morte.

     Da un punto di vista folkloristico, il vampiro può essere servito come spiegazione mitica per un processo che storicamente poche culture capirono. La morte è sempre stata un mistero, ma mai così tanto quanto lo fu prima degli sviluppi della scienza e della medicina di questo secolo.

     Gli uomini hanno sempre cercato di capire il mondo intorno a loro; la nostra sete e capacità di imparare sono illimitate. Storicamente, comunque, ciò che non può essere compreso o spiegato è relegato al fertile terreno dal quale nascono miti e superstizioni. Per esempio, quante cose sono "note" come portatrici di cattiva sorte? Uno specchio rotto, camminare sotto una scala, un gatto nero che cui attraversa la strada... e la lista potrebbe proseguire. Alla luce di questi fatti, la presenza del vampiro nel folklore indica che il suo intento potrebbe essere quello di spiegare attraverso la superstizione ciò che non può essere compreso in altri modi: il mistero della morte.

     Nei tempi moderni, la morte è stata meglio compresa, ma non del tutto; le vecchie superstizioni sono sempre dietro l'angolo. La morte ci spaventa ancora più di ogni altra cosa. Non siamo ancora sicuri di cosa accada dopo la morte. Stephen King una volte disse: "La sepoltura è un mistero, ma la morte è un segreto". Oggi come oggi, i media (dai film alla fiction e oltre) sono il riflesso di queste credenze e paure, ed è per questo che la figura del vampiro continua a popolare le nostre menti.

     Il vampiro, per alcuni, è ancora una rappresentazione di una spaventosa verità della nostra esistenza: ogni essere vivente deve morire. Il vampiro ci affascina perché la sua natura è in perfetta antitesi con questa verità. Egli è morto per avere la vita, e la sua stessa esistenza è garantita dalla morte altrui.

     Per altri, il vampiro di oggi rappresenta la capacità che tutti vorremmo avere - l'abilità di ingannare la morte, sconfiggerla e continuare ad esistere. In una visione romantica, egli è immortale, ma nessun'altra creatura sulla terra conosce la morte così intimamente come lui. Che delizioso paradosso.

Fonte web, la stessa dei post precedenti.

 
 
 

VAMPIRI - TIPI E DIFFERENZE

Post n°22 pubblicato il 23 Marzo 2010 da karolina_bees

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ADZE - Si tratta di uno spirito vampiro presente nella magia tribale degli Ewe, popolo africano abitante nel sud-est del Ghana e nel sud del Togo. L'Adze si aggira sotto forma di mosca ma, se catturato, si trasforma in umano. Beve sangue, olio di palma e latte di cocco ed uccide i bambini, soprattutto quelli di bell'aspetto.

 ALGUL - E' un vampiro arabo, il cui nome significa 'sanguisuga'. Questo genere di vampiro è tradizionalmente un demone femminile che si nutre di sangue di bambini e vive nei cimiteri. 

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ALP - Spirito vampiro tedesco associato con l'Incubus che di norma tormenta le notti ed i sogni delle donne; la manifestazione fisica di queste creature può essere assai pericolosa. L'Alp è considerato maschio, a volte è considerato come lo spirito di un parente morto di recente, ma, più di frequente, è un demone reale. Durante il medioevo, l'Alp era visto apparire sotto forma di gatto, maiale, uccello o altri animali, ed in tutte le sue manifestazioni portava un cappello. Questo spirito può quindi volare come un uccello, galoppare come un cavallo ed è dotato di un atteggiamento valoroso, che lo porta raramente ad uccidere. L'Alp succhia sangue dai capezzoli degli uomini e dei bambini, ma preferisce il latte delle donne. Essendo coinvolto nelle paure della mente e del sonno, l'Alp è virtualmente impossibile da uccidere.

 ASANBOSAM - Vampiro africano, conosciuto presso gli Ashanti del sud del Ghana e dalle popolazioni nelle aree della Costa d'Avorio e del Togo. L'Asanbosam risiede nelle foreste, dove spesso viene incontrato dai cacciatori. Generalmente ha aspetto umano, ma con due eccezioni: ha denti d'acciaio ed ha uncini al posto dei piedi. Generalmente morde le sue vittime sul pollice.

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 ASWANG - Vampiro delle Filippine, durante il giorno si presenta come una bellissima donna e come uno spaventoso demone volante di notte. L'Aswang può perciò vivere una vita normale durante le ore diurne, ma di notte viene guidato nelle case delle vittime da stormi di uccelli notturni. Il suo nutrimento è sempre il sangue, e di norma preferisce i bambini; la creatura è riconoscibile dall'aspetto gonfio che assume dopo essersi nutrita, facendola sembrare incinta. Si dice che se l'Aswang sfiora l'ombra di qualcuno, questi morirà entro breve.

 AZETO - Nelle credenze voodoo di Haiti, è un malvagio Loa (spirito dei morti) vampiro sia maschile che femminile.

 BAITAL - E' una razza vampira indiana di individui mezzi umani mezzi pipistrelli alti un metro e mezzo.

 BAJANG - E' un vampiro della Malesia, considerato maschile, che si presenta come un gatto e di norma assale i bambini. Il Bajang può essere ridotto in schiavitù e trasformato in un demone servitore, ed è spesso tramandato da una generazione all'altra all'interno di una famiglia. E' rinchiuso in un tabong (un vaso di bambù) protetto da vari incantesimi. Quando è imprigionato, viene nutrito con uova e si rivolterà al suo padrone se non provvisto a sufficienza di cibo. Il padrone di tale demone può liberarlo per scagliarlo contro un nemico, che generalmente muore di lì a poco di un male misterioso. Secondo le tradizioni, il Bajang proviene dal corpo di un bambino nato morto.

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 BAOBHAM SITH - E' una malvagia fata scozzese; appare come una bellissima giovane donna che danza con gli uomini per poi ucciderli e cibarsi di loro. Può essere uccisa con acciaio freddo.

 BEBARLANGS - Tribù delle Filippine i cui membri praticano una sorta di vampirismo psichico. Costoro rilasciano dei corpi astrali che si nutrono della forza e della vitalità degli individui.

 BHUTA - Un vampiro dell'India, che di norma viene generato in seguito alla morte violenta di una persona. I Bhuta vivono nei cimiteri o in luoghi scuri e desolati, e si nutrono di escrementi (!!!) e di interiora.

 BRAHMAPARUSH - Un altro vampiro indiano. Questa creatura beve il sangue della vittima attraverso il suo teschio, estrae il cervello per cibarsene ed infine gli strappa via l'intestino per avvolgerselo intorno al corpo per praticare una danza rituale.

 CAMAZOTZ - Nella mitologia Maya, è una divinità pipistrello vampiro dei Quiche del Guatemala. E' spesso rappresentato con un coltello sacrificale in una mano e la sua vittima nell'altra.

 CH'LANG SHIH - In Cina ci sono vampiri come le creature chiamate Ch'lang Shih, che si manifestano quando un gatto salta sul corpo di una persona morta. Questi esseri sono lividi in volto e possono uccidere con un respiro velenoso oltre che succhiando il sangue. Se si trovano di fronte ad un mucchio di riso, devono contare i chicchi prima di proseguire. 

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CHONCHON - Nel folklore degli indiani Araucaniani del Cile, è un vampiro con testa umana ed enormi orecchie che usa come ali per volare cercando la sua preda.

 DEARG-DUE - In Irlanda molti Druidi parlano di Dearg-Dues che devono essere uccisi costruendo un cumulo di pietre sopra la tomba. I Dearg-Dues non possono cambiare forma.

EKIMINU - Gli Ekiminu sono spiriti (mezzi fantasmi mezzi vampiri) causati da una sepoltura impropria. Sono naturalmente invisibili e sono in grado di possedere gli umani. Possono essere distrutti da armi di legno o tramite esorcismo.

 KATHAKANO - Il vampiro Kathakano è molto simile all'originale, ma può essere ucciso solo tagliandogli la testa e bollendola nell'aceto.

 KRVOPIJAC - Vampiri bulgari noti anche come Obours. Appaiono come normali vampiri ma hanno una sola narice e la lingua a punta. Possono essere immobilizzati mettendo delle rose intorno alla loro tomba. Possono essere distrutti facendo accendere su di esse un falò. 

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LAMIA  - I Lamia erano conosciuti nell'antica Roma e in Grecia. Erano per lo più vampiri donna, che apparivano in forma metà umana metà animale (di solito la parte bassa del corpo era un serpente). Mangiavano il corpo delle loro vittime e bevevano il loro sangue. I Lamia possono essere attaccati ed uccisi con armi comuni.

 NOSFERATU - Letteralmente: "non-morto". Un altro nome del vampiro originale.

 PENANNGGA LAN - Nella mitologia Maya, era una donna morta di parto divenuta per questo un vampiro, che ritornava per tormentare i piccoli bambini con il suo orribile volto e le interiora a penzoloni.

 RAKSHASA - Stregone e vampiro indiano. Appare come un umano con caratteristiche animali (artigli, zanne, occhi felini, etc...) o animale con caratteristiche umane (piedi, mani, naso, etc...). La parte animale è spesso una tigre. Mangiano la carne e bevono il sangue. Possono essere distrutti dal fuoco, dalla luce solare o tramite esorcismo.

 STRIGOIUL - Vampiro rumeno simile all'originale, che attacca in gruppo. Può essere ucciso mettendogli dell'aglio in bocca od asportandogli il cuore.

 SUCCUBUS - Questo è un tipo di vampiro meno conosciuto. Il modo in cui generalmente si nutrono è avendo rapporti sessuali con le loro vittime, sfinendole, quindi nutrendosi dell'energia rilasciata durante il rapporto. Spesso entrano nelle case con l'aspetto di altre persone, e visitano più di una volta le loro vittime, che vivono la visita come un sogno. Una versione maschile del Succubus è l'Incubus.

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 UPIERCZI - Questi vampiri sono originari della Polonia e della Russia e sono anche chiamati Viesczy. Hanno un pungiglione sotto la lingua al posto delle zanne. Sono attivi da mezzogiorno a mezzanotte e possono essere distrutti solo dal fuoco. Una volta bruciati, il corpo esplode dando origine a centinaia di piccoli, disgustosi animali (vermi, ratti, etc...). Se qualcuna di queste creature fugge, allora fuggirà anche l'Upierczi e tornerà per cercare vendetta.

 VLOKOSLAK - Sono vampiri serbi detti anche Mulos. Di solito appaiono come persone vestite di bianco, attivi giorno e notte e possono assumere la forma di un cavallo o di una pecora. Mangiano le loro vittime e bevono il loro sangue. Possono essere uccisi tagliando via i loro alluci o infilando un chiodo attraverso il loro collo.

 Fonte web, la stessa sei post precedenti.

 
 
 

buonanotte a te Lily spero ti piaccia

Post n°21 pubblicato il 21 Marzo 2010 da biramar

ale amica

 
 
 
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