GAY DAYS

Parte I


Ancora una volta mi sono ritrovato da solo alla festa organizzata dai miei coinquilini. Ogni anno provano a presentarmi un loro amico palesemente sfigato. Questa volta non hanno fatto eccezione. In compagnia della mia fedele bottiglia di Salice Salentino ero armato per il combattimento. In una mano vino rosso e nell’altra la mia inseparabile sigaretta di tabacco.“Vieni, Gael, ti presento il mio amico”.Questa volta, non si sa per quale motivo, il ragazzo dell’anno non era la solita pera di turno.  “Allora?”“Gael, tu abiti qui?” “Ah sì, uno dei pochi ad avere avuto il privilegio di bere gratis da stamattina. Credo di essermi un po’ sbronzato. Avrei voluto passare la giornata a vomitare nel mio bagno come tutte le persone normali e invece, eccomi qui. Ma da oggi ho deciso di bere meno e smettere di fumare.” Guardandomi le mani “Ops, e mantenere le promesse. E smettere di dire cazzate inutili agli sconosciuti. Ok, smetto subito. Silenzio assoluto. Ciao”.Ed è stato allora, proprio lì, quello è stato il momento. All’improvviso ho capito che se non cambiava qualcosa in fretta avrei vissuto una vita il cui rapporto più importante sarebbe stato quello con una bottiglia di vino e alla fine sarei morto grasso e solo e mi avrebbero ritrovato dopo 3 settimane divorato da patatine fritte o sarei diventato come Zia Lietta in La Tata. E così prenderò una grande decisione, mi devo assicurare di non trovarmi l’anno prossimo mezzo ubriaco ad ascoltare the Blower’s Daughter di Damien Rice con una valanga di lacrime che mi pisciano in faccia.Voglio prendere in mano la mia vita e cominciare un diario in cui scrivere tutta la verità su Gael Marzio, nient’altro che la verità. Decisione numero uno: ovviamente perdere un po’ di kili. Numero due: non rigirare le mutande sporche e riutilizzarle il giorno dopo. Ugualmente importante trovare un ragazzo sincero e vagamente carino con cui uscire evitando di provare una qualsivoglia attrazione romantica o morbosa per i seguenti soggetti: fighette con il palo in culo, appassionati del lancio del salame in qualsivoglia corridoio oscuro, stitici sentimentali, amebe passive d’animo  e, soprattutto, non fantasticare su una particolare persona che incarna tutti questi aspetti.