GAY DAYS

Parte III – Il complotto del coinquilino


Se mai avrete intenzione di andare a vivere con qualcuno, per una conviviale armonia ricordatevi la regola delle dieci "P”: Pensate Poi Parlate Perché Parole Poco Pensate Possono Produrre Pentimento.  Vi presento il primo dei miei 5 coinquilini: Marc Van Borre, olandese sulla trentina che generalmente pronuncia parole poco pensate e più specificatamente pronuncia parole sconclusionate frutto di un pensiero ancora più masturbato. Tradotto in modernese, è un’ameba ambulante. Ma di quelle senza evoluzioni che lo portino a sembrano un essere umano degno di stima o di evidente progresso per filosofi avanguardisti. Lui semplicemente “c’è” e si palesa al rumore della forchetta sul piatto: come tutti i bravi esseri viventi allo stato primordiale e/o animale sente il richiamo del cibo e riconosce la sua preda. Era un dopocena. Uno dei tanti in cui si chiacchiera per ore del nulla attorno ad una candela e con in mano un bicchiere di vino. Un quadretto fiammingo con luce soffusa che illumina solo il lato sinistro della cornice. Una leggera E.Fitzgerald di sottofondo. - “Marc, dove sei stato ieri notte?”- “Fuori”.- “Fuori sul balcone o fuori con qualcuno?”- “Con qualcuno”- “No, non ci siamo capiti. Devi rispondere con una frase che contenga più di due parole e con almeno 2 aggettivi”- “Ok, allora, un mese fa ho conosciuto un tipo e ieri ho dormito da lui”- “Scusa? E lo dici così?! Ma dobbiamo festeggiare! E chi è ‘sto qua?”- “Mmm Gael lo conosce, è quel suo amico, Andrea Cannone”.  Schopenauer diceva: “La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo, ma la stupidità in questo”. Per quanto mi riguarda la malvagità e la stupidità sono cellule di uno stesso spermatozoo. - “Ah, quindi, è da un mese che vi vedete?"- “Sì, ma prima di dirtelo volevo capire cosa ci fosse tra voi due”- “Bè, se hai esitato a chiederlo è perché evidentemente sapevi che a me interessava. Altrimenti, sapendo che lo conosco, avresti chiesto dei consigli”- “Comunque ho capito che lui non è interessato, quindi ci ho provato io”. No, quindi sei una troia. Il ché è ben diverso. In generale è sempre cosa saggia non trovare difetti ma rimedi perché a lamentarsi sono capaci tutti. Nel mio caso è diverso: alla nascita io sono stato dotato di un grande dono che mi fa risultare unico e ineguagliabile. Mi lamento di tutto, a prescindere e a priori, qualsiasi sia il soggetto e l’oggetto. Io mi devo lamentare. E quando la causa è fondata, il lamentio si trasforma in battaglia. Di regola, non c'è modo migliore per sembrare antipatico che comportarsi da stronzo. Andrea Cannone, il ragazzo fidanzato per cui mi sono preso una cotta se la fa di nascosto con il mio coinquilino. Guerra fu.E una guerra non termina con la pace ma con la guerra successiva.  Hasta luego!