Nell'ultima settimana è partita la kermesse internazionale d'arte, curata quest'anno da Rudolf Rugoff, dal titolo "May U Live in Interesting Times", che pone quale elemento centrale l'arte vista per le sue potenzialità di 'indagare cose di cui non siamo già a conoscenza' (spunto da Opera Aperta di Umberto Eco) e di riuscire ad osservare la complessità dell'esistenza secondo nuovi punti di vista.
Per centrare questo obiettivo, ho trovato molto interessante la modalità realizzativa degli artisti di proporre le loro opere in più spazi espositivi contemporaneamente, sia ai Giardini sia all'Arsenale, secondo diversi media, passando dal dipinto alla scultura al video.
L'intento di fornire nuovi punti di vista è stato quindi centrato sia nel risultato finale, le opere degli artisti, sia nella partecipazione (in cui si rileva una parità di genere, con più della metà di artisti femminili) sia nei temi affrontati (questioni sull'identità, la parità di genere, la natura, il tema dei muri fisici e discriminatori).
Nel complesso tra tutti i padiglioni, ho trovato molto efficace l'installazione allestita dal padiglione dell'INDIA con la proiezione all'interno di una camera oscura di un video a scorrimento su una parete fatta da fumo bianco di una lettera scritta realmente da Gandhi a Hitler nel 1939 (nella foto) in cui il Mahatma chiamava il leader tedesco 'Amico', invitandolo a prendere coscienza delle proprie scelte e delle relative implicazioni.
La modalità realizzativa dà forte impronta al contenuto, alle parole contenute nella lettera, quasi fossero premonizioni di una tragedia che poteva ancora essere evitata ed anche il fumo che fa svanire nell'aria gli intenti di costruzione di un mondo di pace di Gandhi.
Altro padiglione che ha conseguito pareri positivi sia da critici sia dalla giuria che gli ha riconosciuto il Leone d'Oro, il padiglione della Lituania riporta all'interno dell'antica caserma della Marina una spiaggia con tutti gli elementi, con l'affollamento di persone stese a prendere al sole con asciugamani, borse, oggetti, un ready made in un coro lirico a 13 voci intonato in unsottofondo formato dal rumore di onde che si infrangono, di schiamazzi di bambini e disuoni di questa scena di vita.
Concludo questa prima carrellata su padiglioni e mostre più interessanti tra quelli presenti in laguna, parlando dello stand di MALTA, con l'opera di Trevor Borg che nella sua installazione immagina di recuperare, come un archeologo, reperti proveniente dalla Dark Cave, dalla grotta del buio: reperti immaginati nella sua infanzia, in cui pensava che in questa familiare grotta ci fosse la presenza di dinosauri e di civiltà antiche. Per questo ha voluto esporre, quasi fosse un museo archeologico, tutti i reperti, alcuni reali (calchi tratti da ossa di animali) altri immaginati e realizzati con stampe 3D di monili e oggetti dell'uso quotidiano di popolazioni antiche.
A presto per nuovi aggiornamenti,
Buona Biennale!
Living
Inviato da: living_art
il 06/01/2022 alle 20:34
Inviato da: OsservatoreSaggio
il 06/01/2022 alle 18:39
Inviato da: living_art
il 13/04/2020 alle 23:56
Inviato da: Signorina_Golightly
il 11/04/2020 alle 14:21
Inviato da: cassetta2
il 04/11/2019 alle 20:13