Real Dream

Post N° 46


"E cerca 'e me capì' è tanto tempo che non ti vedevo eppure so' cuntento..."
Quando ad agosto scorso dedicai un post a Pino Daniele riportando le sue interviste dissi «Masaniello è turnato? No, ma forse Masaniello è crisciuto». E invece no, è tornato e non è da solo. Sono tornati gli uomini in blues, è tornato il Neapolitan Power e ci sono tutti: Pino Daniele, Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Joe Amoruso e Rino Zurzolo, come quel 19 settembre 1981 a Piazza del Plebiscito. Tutti di nuovo insieme per dare una risposta vera, concreta, sentita e necessaria alla Napoli di oggi. Un disco di vecchi successi e inediti oltre ad un megaconcerto ovviamente a Napoli, ma non è da escludersi un vero e proprio tour.L'annuncio è stato dato proprio nei giorni in cui Pino Daniele, sulle pagine de "Il Mattino", sfoga la sua frustrazione e la sua rabbia per il fatto che, a più di 30 anni di distanza, Napule è ancora ’na carta sporca. «Sono solo un musicista, un cantante, non ho soluzioni in tasca» dice Pino Daniele «ma non riesco a tacere di fronte a tanto scempio: i cumuli di rifiuti che soffocano una terra bellissima; giornali e tg di tutto il mondo che ci riempiono di ulteriore monnezza, meritata e immeritata; il balletto di responsabilità di chi governa; l’opposizione che specula soffiando sul fuoco; il malaffare che ne approfitta; il Nord che offende il Sud ”cornuto e mazziato”...». E poi aggiunge: «Troppo facile prendersela con Bassolino e la Iervolino. Ci sono stati commissari di destra e di sinistra, nominati dal governo Berlusconi e da quello di Prodi. Bassolino ci ha fatto sperare nel cambiamento, ha mostrato al mondo l’altra faccia possibile della città. È stato osannato come un salvatore, oggi viene maledetto come l’unico colpevole, è successo con Masaniello come con Maradona. Impiccare un manichino è cosa barbara e di cattivo gusto, un’altra lordura. Chi sostituirà Bassolino e la Iervolino non ha la soluzione pronta. L’emergenza Napoli è l’emergenza Italia, un Paese in cui non si ha più fiducia nelle istituzioni, troppo vecchie e lontane dalla gente. Una grande metropoli produce rifiuti, bisogna capire come smaltirli, dove, come. Il partito del ”non si può fare” ha unito centrosinistra e centrodestra, chiesa, magistrati e trafficanti ecomafiosi. Nelle proteste si distinguono facce così poco raccomandabili che ci si domanda: ”Ma le vedo solo io?”.La colpa, in fondo, è collettiva: di chi ha lucrato sull’emergenza infinita, di chi ora lucra sull’emergenza politica, di chi nonostante la crisi butta sui cassonetti straripanti anche l’albero di Natale pur di toglierselo dai piedi. Di Pino Daniele, che è stanco di dire che la sua città è ancora una carta sporca e nessuno se ne importa.»