Tutte le scienze

L'occhio di Ra


Anno dopo anno, Ra era invecchiato, per quanto le sue ossa fossero d'argento, le sue carni d'oro, le chiome di preziosi lapislazzuli.È ormai decrepito per governare, pensavano gli uomini. E facevano progetti per liberarsene.Il Dio amareggiato convocò gli Déi che stavano con lui quando era nel Nun, lo sconfinato oceano che abbracciava l'intero creato e i confini dell'oltretomba; e invitò Nun stesso nel Grande Palazzo.Gli Déi lo attorniavano, inchinandosi a lui. “Parlaci”, dissero. “Ti ascoltiamo”.“O Dio nel quale venni in esistenza, e voi tutti, Déi primordiali! L'umanità ingrata, nata dalle mie lacrime, mi si rivolta contro e trama per destituirmi. Ditemi che cosa pensate al riguardo. Io non sterminerò quella razza malvagia, finché non avrò conosciuto il vostro parere”.Rispose la Maestà di Nun: “Figlio mio, tra tutti il più forte che io abbia creato! Siediti sul tuo trono: grande è il terrore che incuti, quando il tuo Occhio si volge contro i tuoi nemici”.“Ecco: gli uomini già sono fuggiti nel deserto, poiché i loro cuori tremavano al pensiero del meritato castigo”, disse la Maestà di Ra.“Ebbene, manda il tuo Occhio a snidare e afferrare per te quanti progettano qualcosa di male. Ma fa' che scenda sulla terra come Hathor, per essere in grado di uccidere!”, esortarono gli Déi.Andò quella Dea, e decimò i rivoltosi nel deserto.“Benvenuta in pace, Hathor, che hai compiuto per me ciò per cui ti ho inviato”, disse allora la Maestà di Ra.“Ho avuto vittoria sugli uomini, e se ne è rallegrato il mio cuore. Domani terminerò il massacro, come leonessa assetata di sangue”, ribatté la Dea.Così nacque Sekmet, la Potente, e si abbandonò al sonno, spossata dalla fatica, per ultimare l'indomani la strage.Ma il Dio si sentì invadere il cuore da una grande pena, e consultò gli altri Déi per salvare i superstiti, poiché il tempo incalzava.“Fate venire rapidi messaggeri, che corrano come l'ombra di un corpo, e portino da Elefantina rossa ocra”, dispose.Le schiave schiacciarono l'orzo e ne fecero birra, in cui disciolsero la terra macinata, per renderla simile a sangue. Quando ne furono pronte settemila giare, Ra disse: “Ecco, così proteggeremo gli uomini. Portate la birra al luogo dove deve avvenire la strage, e versatela sul sentiero di Sekmet”.Prima che finisse la notte, l'ordine era stato eseguito.Destandosi, la Dea trovò il terreno allagato sino a tre palmi d'altezza. Ingannata dal colore, si gettò nella birra credendola sangue, e ci sguazzò dentro fino a cadere tramortita dall'ebbrezza.Gli uomini sfuggirono in tal modo allo sterminio.Dispose allora la Maestà di Ra: “Nella celebrazione della festa annuale, si preparino per questa Dea bevande soporifere e le si distribuisca tra le schiave”. Questa è l'origine dei rituali per la festa di Hathor fin dal primo giorno.Ma aggiunse la Maestà di Ra: “La malvagità degli umani mi ha deluso. Sono stanco di vivere con loro”.Lasciò l'Egitto, desideroso solamente di salire al cielo e ritirarsi sul dorso della Vacca Celeste.A Geb consegnò le insegne della regalità.A Thot affidò l'incarico di insegnare agli uomini la scienza racchiusa nei segni sacri dei geroglifici che aveva inventato.