myinsideout

Post N° 48


Parole... schegge di memoria... a un anno di distanza....Ombra nell’ombra, mi trovo a cercare tra memorie sparse di te. Ho custodito tutto, ho tenuto tutto, ogni minuto, ogni distanza, ogni viso su viso, ogni tocco di mano, ogni vicino, ogni lontano, ogni unghiata alle spalle, ogni risata , ogni silenzio riempito, ogni silenzio vacante, ogni rumore diviso, condiviso, tenuto tuo, tenuto mio, segreto, nostro. (Era qui) Ho lasciato che il tuo ricordo diventasse aria, diventasse vita, fumo, pane, acqua, sole, pioggia, vento, silenzio, musica. Ho lasciato che germogliasse, inciampasse, divaricasse, scorticasse, incespicasse, gemmasse, rifiorisse, crescesse, morisse, facesse male, facesse bene, facesse rumore, facesse luce, rinascesse, di nuovo vita, di nuovo vivo, di nuovo. (Eri tu). Anelo la saldezza delle statue di marmo, la loro casta indulgenza, la loro immobile impassibilità, per essere graffiata senza gridare a nessuno, senza coinvolgere nessuno, senza portare nessuno nel mio cerchio strappato. (Ero io) Impazzivo. Non c’era un istante in cui non mi chiedessi il perché, la ragione, il motivo, la causa. La cercavo sulle labbra ferite, nel sangue alla testa, nei palmi chiusi, nella follia dipinta sulle pareti, a spruzzi... a macchie.... a chiazze. (Eravamo noi). Una sera, o una notte, o un giorno, non so dirlo, perché tutte le notti e tutti i giorni erano attaccati tra loro con l’ago della rabbia, senza nessuna alba, di mezzo, ho scoperto fogli di te strappati dalla mia furia. Erano sparsi, erano ovunque. (Eri ovunque). La senti? E’ la canzone che sai, quella che saldava la tua partenza alla mia attesa, la tua attesa alle mie risate. Era vero così, non riuscivi più ad amare gli occhi di una donna che ti guardava andare via. Io ho occhi belli per piangere, ho occhi belli per ridere, ho occhi belli per vivere. Dio, che bello che eri mentre mi dicevi addio. Non eri mai stato bello, così. Non ti avevo mai amato, così. (così)