In and outside

TERZA PUNTATA


“Dopo 8 mesi di questa vita, la curia ha iniziato a chiedermi di riavvicinarmi al ministero. La storia con Anna traballava perché lei aveva mal digerito il mio vivere in quella struttura religiosa. Un domenica, in prossimità della festività pasquale, un amico prete con gravi problemi di salute, mi ha chiesto di celebrare una messa al posto suo ed io ho accettato.Mi sentivo in debito nei confronti della chiesa che si stava dimostrando tanto comprensiva con me, indispensabile nel sostegno del mio amico in difficoltà e poi, forse a dire il vero, mi mancava un po’ dire messa, la Pasqua in particolare è molto importante per un prete.Dopo questo episodio la storia con Anna si è conclusa, lei non ha più retto.Io mi sono sentito solo, confuso, abbandonato, disperato, non avrei mai pensato possibile soffrire così tanto per amore.Ho mantenuto il mio posto di lavoro ma, su insistenza della curia mi sono riavvicinato al ministero, all’inizio con titubanza ma poi ho capito che quello era il mio porto sicuro, riempiva i miei vuoti. E così da allora nei fine settimana vado a dare una mano in una parrocchia il cui parroco ha gravi problemi di salute a causa di un virus per il quale sembra non esserci cura”.Accipicchia che botta! Mi sento in balia di una tempesta. Trovo estremamente umano che Anna non abbia più retto la situazione, lei aveva deciso di amarti, di mettersi in gioco per te, di uscire allo scoperto, di fregarsene di pregiudizi e di giudizi…lodevole, a maggior ragione per una ragazza poco più che ventenne.Come mai D. ti sei lasciato nuovamente coinvolgere dal ministero? Forse non eri abbastanza forte e sicuro di te, è comprensibile che tu nell’incertezza abbia sentito il richiamo verso l’unica realtà che conoscevi, verso quella istituzione che ti ha cresciuto, che ha colmato i tuoi vuoti, che ti ha nutrito ed istruito. Non so come ma questo riesco a capirlo. Forse perché la mia storia non è troppo diversa dalla tua, forse perché anch’io nonostante un lavoro, una casa mia, degli affetti extra familiari, in alcuni momenti avverto come ineludibile il senso di dovere nei confronti dell’istituzione che mi ha cresciuto: la mia famiglia. E poco mi importa se questa non è sana, se tante volte mi bastona e mi fa star male, rimane il mio porto sicuro anche nella complessa sofferenza che può generare.Dici di aver sofferto per amore, non lo affermo con cinismo ma credo che sia un bene, hai toccato la vita vera!