In and outside

Emotivamente...


….schiacciata, incapace di reagire, incavolata, delusa, impaurita. Mi do fisicamente fastidio, non ne vorrei più sapere di me e di nessuno.Mi odio, odio sentirmi così, perché questa non sono io.Io sono quella che ama la vita, che vede del buono in tutto ed in tutti, che amici e molti conoscenti definiscono dolce, intelligente, bella, solare, amabile.Vorrei poter fingere di essere quello che sono ma ora non ce la faccio e così mi isolo, fuggo, do spiegazioni sfuggevoli e mi rinchiudo sempre più in me stessa, in quella parte areattiva e triste che sento non mi appartiene, o meglio non mi appartiene più, eppure c’è.Che rabbia…I segnali del tracollo c’erano ma non ho saputo ascoltarli, ho finto che andasse tutto bene, ho colmato i vuoti come sono capace, ferendomi sempre più, facendomi del male per non doverli ascoltare.Ma l’altro ieri il mio corpo si è ribellato, in maniera forte ed inequivocabile…poverino, povera me, che non voglio capire.Poi una telefonata appena sveglia, una ramanzina fatta con rabbia e durezza da una collega e l’impossibilità di fingere ancora.Ho pianto singhiozzando, disperata, fagocitando aria fino a farmi girare la testa, da sola, sempre maledettamente da sola. Ma non è stato un pianto liberatorio, di quelli che poi ti fanno respirare meglio perché ti senti più leggera, è piombato tutto di colpo un peso di un quintale sul mio cuore, forse c’era già ma era meglio distribuito, ora è tutto lì, schiaccia persino le lacrime, mi rende incapace di pensare o fare qualsiasi cosa.Ed ora che faccio? Come ne esco?Penso a chi di problemi ne ha di veri e mi sento ancora di più una cacca, c’è chi, se avesse le mie risorse le farebbe galoppare. Per lungo tempo ho pensato che forse la chiave di volta potesse essere quella di adattarmi alle circostanze ma oggi mi è chiaro che non è possibile adagiarsi al non vivere pienamente e al farsi del male, è un insulto verso me stessa e verso la vita.Vorrei tanto riuscire a fare dei nuovi, buoni propositi ma sono troppo stanca.