Creato da myotherworld il 16/01/2009

In and outside

Riflessioni

 

SECONDA PUNTATA

Post n°42 pubblicato il 27 Agosto 2011 da myotherworld

“Io non ero un prete, io sono un prete”.
Gelo, ghiaccio, grandine…
C’è ancora spazio per comprendere?
Ricordo quella frase scritta da una persona che ora non c’è più: “Splendida Laura, ti auguro di non stancarti mai di capire, nemmeno di fronte a realtà non comprensibili a prima vista”.
Taccio, mi impongo il silenzio nonostante il grido di rabbia, di dolore e di frustrazione che sento salire dalle mie viscere.
Lui si avvicina a me, cerca un contatto con il mio corpo ma io lo respingo, non ce la faccio proprio.
Tra i pensieri che rimbombano nella mia testa, a quel contatto fisico uno prende il sopravvento… mi sento sporca, inutile, meretrice perché ho amato e forse ancora amo un prete…
Andrò all’inferno, pagherò per questo. Poi penso, NO, l’inferno è questo, sto già pagando.
Ancora oggi mi chiedo quale forza misteriosa mi abbia spinto ad ascoltare (a tratti solo a sentire) il suo racconto ma credo si trattasse dell’Amore.
“Sono stato messo in seminario all’età di 11 anni, sapessi quanto ho pianto per quella decisione dei miei genitori, quanto li ho supplicati di riprendermi con loro, quanto ancora oggi io non riesca a perdonarli per non avermi amato.
Ma loro sono dei fanatici religiosi, lo sono sempre stati, motivo per cui anche oggi non sanno accettare l’idea che io possa lasciare il ministero. Ci ho già provato, un paio d’anni fa. Mi ero innamorato di Anna che avevo conosciuto nell’ambito parrocchiale. Quando ho detto loro che lasciavo il ministero perché amavo una donna e volevo costruire con lei il mio futuro c’è stato un blackout generale. Mio padre si è ammalato, a mia madre è venuto un esaurimento nervoso, mio fratello maggiore mi ha tolto persino il saluto. L’unico affetto che mi ha silenziosamente teso la mano è stato mio fratello minore che mi ha trovato un posto di lavoro nella stessa azienda della quale è dipendente.
Ho parlato con la curia, mi hanno concesso tempo senza tagliarmi i viveri, senza allontanarmi, sono stati comprensivi. Dopo un primo insostenibile periodo trascorso a casa dei miei genitori, un amico prete con il quale avevo condiviso diversi anni di studio, mi ha offerto la possibilità di andare a vivere in una struttura religiosa nella quale lui prestava la sua opera.
Ho accettato di buon grado, non avevo alternative, non avendo grande disponibilità economica, ho pensato potesse essere una buona temporanea soluzione”

Dubbi? Perplessità?                                                                  
TANTI!

Come mai la curia gli ha concesso tempo nonostante la dichiarata presenza di una donna nella sua vita?
Come mai gli ha offerto attraverso il suo amico, vitto e alloggio nonostante avesse un lavoro?
Come mai D. non ha pensato di costruire qualcosa assieme ad Anna?

Molte giustificazioni a queste domande me le ha fornite lui, altre le ho dedotte io.
Anna andava ancora all’università, era troppo giovane per pensare di costruire una vita a due.
La curia gli ha concesso tempo nella speranza che la storia con Anna potesse finire e lui rinsavisse.
Gli sono stati offerti vitto e alloggio in una struttura religiosa sia per poterlo controllare sia perché D.  non si estraniasse del tutto da quella che per più di vent’anni era stata la sua unica realtà esistenziale, sostanzialmente l’hanno tenuto legato.

 
 
 

PRIMA PUNTATA

Post n°41 pubblicato il 27 Agosto 2011 da myotherworld

Ci siamo conosciuti per caso, in un posto senza nome, in un momento senza tempo come può accadere nella normalità.
All’inizio ci siamo studiati a lungo, abbiamo parlato molto, abbiamo tastato il terreno dell’atro, abbiamo tentato di capire se potevamo piacerci e poi, d’incanto, come in una favola il mio mondo si è tinto di ogni colore dell’arcobaleno…si sono incontrati gli occhi, poi i sorrisi, poi le mani, poi le labbra, poi i corpi…la mia anima conosceva già la sua, questo ho pensato quando siamo usciti a pranzo quella nostra prima domenica in cui ogni emozione era al posto giusto.
A quell’incontro ne sono seguiti altri e per un mese ho pensato che lui fosse la metà mela, il mio raggio di sole, ho creduto che il centro dell’universo fossimo noi.
Non posso negare che porto ancora nel cuore la gioia di quel primo completissimo periodo.
Io sapevo che lui era stato prete ma che da due anni aveva lasciato il ministero, aveva trovato lavoro per una grossa azienda grazie all’aiuto del fratello e viveva in un appartamento che condivideva con un amico.
Un sabato sera accondiscendo al suo desiderio di andare a messa assieme, mal sopporto l’istituzione ma penso che anche questo modo di stare assieme sia un’opportunità di crescita, di condivisione di un pezzettino della sua storia.
Durante la celebrazione sono super tesa, ipercritica, nervosa ma lui è caldo, tenero, sorridente, accogliente, mi tiene la mano per tutta la durata della messa, durante lo scambio della pace mi bacia addirittura sulle labbra.
Accidenti penso tra me…vuoi vedere che grazie a lui forse posso riscoprire il valore della fede?!
Ma sì, gliela butto lì…”cosa dici se domenica prossima torniamo a messa assieme? Non è stato terribile come pensavo e mi farebbe piacere condividere ancora momenti come questo”.
Lui glissa sulla mia domanda. Io non capisco, mi sembrava estremamente a suo agio, aveva insistito lui per andare a messa assieme quella prima volta, perché mai non dovrebbe voler tornarci con me domenica prossima? Insisto, ho bisogno di capire, c’è puzza di bruciato, campanelli d’allarme che suonano ovunque.
Mi impongo di rimanere tranquilla, è tutto perfetto, perché rovinarlo con pensieri paranoici?
No, se un pensiero nasce esige una risposta…
Arriviamo a casa mia e lui esordisce così: “ti devo parlare, forse dopo quello che ti dirò non vorrai più saperne di me, ma ci sono alcune cose sulle quali non posso più mentire”


 
 
 

Verso la (ri)soluzione

Post n°39 pubblicato il 08 Agosto 2011 da myotherworld

Perché mi sono accanitamente attaccata a lui accettando soprusi, menzogne, vie di mezzo?
Perché ho lasciato che il sogno di un futuro migliore potesse incidere maggiormente che i rari e fugaci attimi di serenità?
Cosa e come mi ha lasciato la relazione con D.?

A distanza di quasi un mese da quell’ultimo omnicomprensivo incontro con lui, queste sono domande alle quali devo cercare di dare una risposta se voglio voltar pagina ed utilizzare questo pezzettino di vissuto come spinta per avvicinarmi a me stessa.
Ho imparato a furia di bastonate che non serve scappare dai quesiti; se nascono vanno sentiti, poi ascoltati, poi accolti, poi ragionati ed infine risposti.

Oggi sono riuscita a dar loro voce mettendoli nero su bianco, con calma, pazienza e dedizione confido riuscirò a trovar loro la più coerente delle risposte.

Unico dubbio è che pensando ancora a lui io possa rischiare di non lasciarlo andare ma se questo percorso significa poter tornare in pace con me stessa, ben venga anche sta faticaccia!!!

Per aspera ad astra giusto?!

 
 
 

L'unicità

Post n°38 pubblicato il 07 Agosto 2011 da myotherworld

Un altro pezzo di me se n’è andato…è così che la penso, ma forse sarebbe meglio dire che un altro pezzettino di vita è stato vissuto, con intensità, gioia, desiderio e qualche errore.
Vorrei chiamarlo una parentesi, ma così non è stato perché sarebbe come dire che tutto ciò che si vive nel bene e nel male è una parentesi…ed invece è la vita che è così, alti e bassi, momenti più e meno intensi, felicità e lacrime, oblio e lucidità assoluta.
E se riuscissi ad orientare il mio pensiero in tal senso non mi sentirei inadeguata, irrisolta, abbandonata.
Ma forse anche questo mio modo di sentirmi è finalizzato a qualcosa che mi farà sentire più grande, meno disorientata e pur sempre fiduciosa e sensibile (e quindi viva!) nei confronti della vita.
Non so dove l’ho letto, magari me lo sto inventando al momento per tentare di fare un po’ di ordine in questo naufragio, ma ognuno di noi è unico per il suo modo di sentire e nel suo sentire. Se questo è vero, significa anche che chi più è capace e disposto a “sentire”, più vive intensamente ed in maniera autentica.
Tante volte mi sono chiesta perché sono stata condannata al turbinio delle emozioni. Oggi voglio pensare che questa non sia una condanna ma una marcia in più sulla quale poter contare indiscutibilmente a patto di avere la forza, il desiderio e l’audacia di saper mettere ordine al marasma di emozioni che tante volte mi hanno dato l’impressione di schiacciarmi e soffocarmi.
Per 30 anni ho cercato di essere adeguata, di combattere i mie limiti, di apparire come pensavo gli altri desiderassero io fossi.
Oggi forse, all’alba del mio prossimo compleanno, ho capito che in me non c’è proprio niente da combattere, da rifiutare, da tenere nascosto. Forse ciò che mi è sembrato un peso ingiusto da portare, può essere riconosciuto da me stessa come una delle caratteristiche che mi rende unica e viva.
E “chissenefrega” se troverò sul mio cammino persone giudicanti ed intolleranti, chiuse ed impazienti.
La mancata accettazione di me stessa, non mi ha certo preservato negli anni da scelte sbagliate e conseguenti delusioni, dispiaceri, allontanamenti. Anzi forse fautore di ripetuta sofferenza è stato proprio il mio disperato ed insistente bisogno di conferme dagli altri, conferme che difficilmente sono arrivate perché chi può dirti che vai bene così come non sei?!
Non so essere insensibile, o cinica, o distaccata alle meraviglie del mondo così come al dolore che accompagna la vita (la mia e quella degli altri). E’ forse un limite questo o piuttosto un piccolo tesoro da curare e al quale voler bene ed affezionarsi?
Mi sto orientando verso la seconda ipotesi… per troppi anni ho creduto nella prima affannandomi e probabilmente perdendomi, deludendo e deludendomi.
Oggi desidero che anche quelli che per anni ho considerato limiti, che anche la mia storia poco lineare, che anche i miei bisogni, diventino motivo di forza e di orgoglio.

PS: (scritto dopo mezza bottiglia di vino!!!)

 

 
 
 

Il surrogato affettivo

Post n°37 pubblicato il 08 Luglio 2011 da myotherworld
 

È qualcuno che:

-          Avanza pretese ma non accetta consigli

-          Mette tutto prima di te (tanto tu ci sei…)

-          Si adatta benissimo ad ogni situazione ed incontro perché dotato di  sorriso disarmante

-          Prende sempre di più di ciò che da

-          Capisce solo quello che vuole capire

-          Non si arrabbia mai, comporta troppa fatica

-          Se passa la notte da te, lo fa come se fosse un favore

-          Ti racconta ciò che hai bisogno di sentirti dire ma quando si tratta di passare ai fatti, ti lascia sempre a bocca asciutta

-          E’ eccezionalmente bravo a portare avanti progetti in esclusiva funzione di sé stesso

-          E’ sempre prodigo di buoni consigli… per tutti meno che per te

-          E’ un esperto dei grandi sistemi ma fallisce nei piccoli

-          Ama fare le coccole purché ne riceva in cambio il triplo

-          E’ critico su tutto e su tutti ad eccezione di se stesso

-          Ti cerca per avere rassicurazioni ma se tu ti piegassi ai suoi piedi supplicante di aiuto ed in fin di vita, andrebbe a dire che non ti aveva visto

-          Quando ti chiama lo fa per raccontarti di se, non gli interessa per nulla di te

-          Se hai fatto con lui un programma, grande o piccolo, a breve o a lungo termine, 90 volte su 100 avrà una scusa buona per non tenergli fede

-          Esige comprensione ma non ha la più pallida idea di cosa significhi darne

-          Detesta ogni situazione emotivamente coinvolgente

-          Pone vincoli e paletti ogni tre per due ma non accetta che tu possa avere dei limiti e se ci li hai sei “out”

-          Non si adatta mai ai tuoi tempi ma pretende che ci si adatti ai suoi altrimenti ti accusa di abbandonarlo

-          Non spreca il suo tempo per conoscerti ma puntualmente sa far leva sui tuoi lati più deboli (conoscenza innata?!)

-          E’ un amante attento e premuroso purchè si arrivi dove vuole arrivare

Ebbene, sei sicura che questo sia quello che vuoi, quello che è sano per te, quello che ti fa star bene?!
Ok, l’amore è fatto anche di compromessi ma non stai compromettendo un po’ troppo il tuo equilibrio?!
Sei sicura che da sola staresti tanto peggio?!
Non ce la fai a pensare a qualcuno di diverso da lui ma se così facendo ti privassi di qualcosa di più grande e vero, fosse anche solo il rispetto per te stessa?!
Medita, medita, prima o poi arriverà l’illuminazione e con essa la forza di dire basta e ancora, ancora vita, ancora amore, ancora felicità!

 
 
 

????????

Post n°36 pubblicato il 08 Giugno 2011 da myotherworld

Cos'è la vita senza AMORE?!

una merda.

 
 
 

Ma che...

Post n°35 pubblicato il 05 Febbraio 2011 da myotherworld

Mi dispiace che tu stia male, non so se hai presente che da quando ci conosciamo non ti ho lasciata sola 1 sola volta nel tuo malessere ma stavolta no cazzo, sono io a star male, sono io che non ne posso più, sono io che odio me stessa ed il mondo . E tu, tu, che ti dichiari mia amica mi stupisci e deludi nel tuo non voler cogliere la mia richiesta di aiuto. E non mi dire, cazzo che singhiozzi per me perché non ha senso. Non ha senso nel momento in cui domenica hai lasciato che me ne andassi via non capendo che non avevo alternative, non era un gioco, non era una piazzata partenopea.
Non hai capito e non capisci che insieme al mio malessere fisico si è aperto un cratere emotivo. Ma che te le dico a fare queste cose?! Tu vedi solo il tuo dolore, del resto te ne freghi. Vorrei poter essere come te almeno in questo…
E per quanto riguarda tuo marito so che mi ha voluto bene, non credermi così stupida e miope.
Sono certa che mi avete dato tutto quello che potevate, con voi ho toccato la felicità vera ma essere amici significa esserci anche nelle tormente, voi scegliete di non essere al mio fianco e non ho fiato per capire il perché ed il per come.
Se ho tentato di allontanarvi è anche perché pensavo di non farcela, incredibile vero il mio senso di protezione nei tuoi/vostri confronti?!
Ma che te lo dico a fare?
Lasciamo che tutto scivoli, è più facile, tanto cos’è un sentimento? Cos’è volersi bene? Pretesti per illudersi di vivere meglio.

 
 
 

Il genere del ciclostile

Post n°34 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da myotherworld

ciclostile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono fatti con il ciclostile, in genere non amo le generalizzazioni, ma pensando al mondo maschile al quale sembro essere predestinata, non mi viene alla mente niente di diverso che una marea di copie puzzolenti e sbavate, come quelle che uscivano da quel rullo alimentato ad alcool antenato della fotocopiatrice.
Ma come sei bella, come sei dolce, ma che frizzante, ma che simpatica, che passionale, che intelligente, che interessante...
Le parole, maledette parole... devo mettermi in questa testaccia che le parole sono e rimangono tali, differenziano molto spesso dal vero sentire.
Eppure la mia reazione di fronte a tali sproloqui è sempre la stessa, non sento affatto miei i complimenti che mi vengono rivolti ma, spesso, anzi sempre, ho un così disperato bisogno di affetto e di credere in una visione migliore di me stessa che ci casco come un salame lesso.
Il mio cuore tutte le volte dice, sì, sì questa è la volta buona, questo sì che è davvero interessato a me, questo sì è disposto ad accoglierti per come sono, questo sì che mi farà tornare a sognare.
Balle, enormi balle, mentono loro (forse per superficialità o forse per del sesso facile) e, ciò che è peggio, mento io a me stessa. Mi nascondo dietro a lusinghiere bugie, a sogni ad occhi aperti, al desiderio di amore ignorando qual è il mio sentire più vero e profondo.
Sono fondamentalmente convinta che l'essere umano sia completo solo in due ma anche che, affinchè questa completezza possa realizzarsi, è necessario essere ben piantati per terra.
Io invece vivo in un turbinio di emozioni, di vorrei ma non posso, di rimpianti, di dipendenze affettive e non; quindi non posso negare la mia parte di responsabilità ma cavolacci, merda, shit, ecchecazzo, possibile che non ci sia uno, dico uno, di normale!!!
C'è chi non si vuole impegnare, chi non si sente pronto, chi dice di essere ancora innamorato dell'ex, chi ha una vita troppo frenetica, chi si dice deluso ecc.
E questi sono i casi più "normali"; Emblematici invece quelli di chi è sposato ma il matrimonio non funziona più, chi ama la moglie ma ha bisogno di nuove emozioni, chi vuole un'avventura.
Il top però, a mio modesto parere, viene raggiunto da chi dopo averti lusingato, chiamato amore, dichiarata la volontà di fare di te la sua unica fonte di vita, abbracadabrà, sparisce nel nulla senza alcun tipo di spiegazione.
Questi sono di gran lunga i migliori perché lasciano spazio ad infinite ipotesi che nel mio caso capitolano (dopo ansia e mal di stomaco) nell'incolpare me stessa.
Basta, non ne posso più, ogni volta ne esco più sfiduciata e svuotata, meno lucidamente consapevole di me stessa e più triste.
Rami secchi da tagliare?! Forse qualcuno ce n'è e c'è stato ma la verità è che devo in qualche modo (che ancora non mi è chiaro) scendere in apnea dentro me stessa e riappropriarmi di me, solo di me!
Ecco, detto ciò, buona notte suonatori!!!

 
 
 

GRAZIE PIERO

Post n°33 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da myotherworld

Ho imparato a sognare che non ero bambino
che non ero neanche un età
quando un giorno di scuola
mi durava una vita
e il mio mondo finiva un po' la...
Tra quel prete noioso
che ci dava da fare
il pallone che andava come fosse a motore
c'è chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Ho imparato a sognare
e ho iniziato a sperare
che chi ha d'avere avrà
Ho imparato a sognare
quando un sogno è un cannone
che se sogni ne ammazzi metà
quando inizi a capire che sei solo in mutande
quando inizi a capire che tutto è più grande
c'è chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che do
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
e se cado una volta,
una volta cadrò
e da terra da lì m'alzerò
c'è che ormai che ho imparato a sognare
non smetterò..

Ho imparato a sognare
quando inizia a scoprire
che ogni sogno ti porta più in là
cavalcando aquiloni
oltre i muri e i confini
ho imparato a sognare da là
quando tutte le scuse per giocare son buone
quando tutta la vita è una bella canzone
c'è chi era incapace a sognare
e chi sognava già

Tra una botta che prendo
e una botta che do
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
e se cado una volta,
una volta cadrò
e da terra da lì m'alzerò
c'è che ormai che ho imparato a sognare
non smetterò..
c'è che ormai che ho imparato a sognare
non smetterò..
c'è che ormai che ho imparato a sognare
non smetterò..

Fai una doccia in questa canzone
bagna l’anima tua
non essermi grata, baciati dentro
amati e lotta con il sorriso nel cuore,
vedrai arriverà il sole.

 
 
 

Fiona e Shrek

Post n°32 pubblicato il 12 Gennaio 2011 da myotherworld

Persa ma con buone possibilità di recupero…è sempre stato così, non vedo come potrebbe essere altrimenti!
La stanchezza non è passata ma sta riaffiorando alla coscienza il desiderio di tornare a me…chissà se ci riuscirò o mi allontanerò ancora di più perdendomi in desideri fugaci e piaceri effimeri.

Ma no, no, voglio pensare positivo…e così inseguo con le farfalle nello stomaco, lo stato d’animo che mi ha travolto oggi pomeriggio facendomi sentire viva, felice, spensierata, con il cuore in gola, le gambe che mi tremavano, la risata pronta ad esplodere ad ogni suo gesto o parola o piccola attenzione.
Al prestigioso meeting al quale ho partecipato oggi c’era anche lui, lo sapevo ma non volevo darci troppa importanza ma quando all’ingresso mi è venuto incontro con quel suo sorriso speciale non ho più potuto fingere che io non fossi lì anche per lui; mi sento un adolescente al suo primo innamoramento, ho le stesse identiche paure e perplessità di allora, lo stesso timore di un rifiuto, di non essere all’altezza (non abbastanza bella, non abbastanza interessante, non abbastanza…), la stessa insicurezza che mi fa pensare che ogni suo gesto carino sia solo frutto della mia immaginazione.
Che gran confusione dentro la mia testa e che sfarfallio dentro al mio stomaco!

E’ sei mesi che lo incontro almeno settimanalmente, da subito tra noi una gran simpatia reciproca, qualche uscita, qualche confidenza ma, lavoriamo assieme e, nonostante non sia mai stata ignara che la mia simpatia per lui andava oltre i leciti confini, non ho mai osato…o non apertamente.
Ho invece lasciato che scattassero automaticamente quegli odiati e dannosi meccanismi che mi fanno indossare gli abiti di donna problematica ed un po’ sfigata al fine di avere sempre maggiori attenzioni da parte sua…errore fatale!!! Lui non solo non ci casca ma si incazza e mi esplicita il suo voler prendere le distanze da me…ovvero dal mio travestimento anche se lui non sa essere tale!
Accetto (e che altro posso fare?!) dandomi della povera deficiente, piangendomi un po’ addosso, rivolgendo la mia attenzione ad altro ed infine arrendendomi al suo nuovo e fastidioso modo di relazionarsi con me del tipo “buongiorno e buonasera”.
Lo guardo e lo studio da lontano, per fortuna non lavoriamo molto assieme, ma quando accade sono sempre molto infastidita nel vedere che lui ride e scherza con altre donne… Uff…quanto ho rimpianto la nostra passeggiata sul lago di quest’estate, la pizza dopo il lavoro, la cena a casa di amici in comune, è vero che non mi bastava ma forse se avessi saputo aspettare…

Da allora sono passate maree e mareggiate, è passato del tempo (guaritore di tutti i mali!), ho abbandonato gli abiti della bisognosa (non mi servono più visto che non mi filava neanche di striscio!) e lui oggi sembra essersi nuovamente avvicinato a me…che belloooooooo!
Oggi ho notato il suo disagio nel non trovare un posto vicino a me per sedersi, ho apprezzato che si sedesse dietro di me, che in un paio di occasioni giocasse con i miei capelli, che chiedesse i miei appunti per aggiungerne di suoi (commenti pungenti e simpaticissimi), che cercasse con me il confronto sugli argomenti trattati, che alla fine del congresso mi confidasse in maniera provocatoria e poco veritiera che l’aspettava un incontro di sesso al fine di poter studiare la mia reazione. Sono stata contenta di poter essere semplicemente me stessa con lui, di aver permesso a sorrisi e risate di uscirmi spontanei, di avergli risposto con assoluta serenità  celata da un pizzico di ironia che ero gelosa di lui e del suo improbabile incontro di letto.
Peccato solo che la mia mente ora corra troppo…


STOP!!!  Ed ora lucidità, pazienza e magari un po’ di coraggio!!! :-)

 

 
 
 

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