Creato da sweet.sensation il 15/12/2006

Healing Hand

She’s a cold, dark night in the dead of winter

 

 

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Il Serpente Piumato

Post n°183 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da sweet.sensation
 





L’intervento di
Ninharsag



In questa fase fu particolarmente prezioso il contributo di
Nergal che “di notte uscì” e
portando armi spaventose con l’ausilio dei suoi
ufficiali, raggiunse L’Ekur (ossia la
Grande
Piramide), passando attraverso “le porte chiuse che si aprono
da sole”. Al fine di
i
nnalzare il livello di protezione della roccaforte,
Nergal dispose all’interno della
piramide una serie di cristalli ad emissioni
radioattive.

Resosi conto che l’Ekur era divenuto pressocché
inespugnabile, Ninurta decise di
cambiare strategia. Incaricò Shamash di
manomettere il corso d’acqua sotterraneo che
passava sotto la base della piramide
e che approvigionava gli enkiti. Provati dalla
scarsita di acqua e cibo gli
assediati tentarono di resistere in ogni modo. Uno di loro
(molto probabilmente
Horus) provò a scappare dalla fortezza, ma fu investito dall’Arma
Brillante di
Ninurta e perse la vista. Subito gli altri dei chiamarono a gran voce
l’intervento di Ninharsag (peraltro madre di Ninurta stesso) affinché,
utilizzando le sue
grandi capacità mediche, curasse il giovane dio.

Ma Ninharsag fece di più: era fermamente intenzionata ad intervenire
per porre fine al
conflitto:

Io là andrò,
alla Casa dove
comincia la misurazione delle corde,
dove Asar alzò gli
occhi su Anu.
Io reciderò la corda
per il bene degli dei
in guerra.


La “Casa dove inizia la misurazione della corde” altro non
era se non la Grande Piramide.
Ninurta e gli Enliliti rimasero shoccati dal fatto che la dea volesse “entrare
da sola” nella
terra dei nemici. Ma ella si mostrò inamovibile e vestita con
“abiti che la mettessero al
sicuro” (dalle radiazioni dei cristalli di Nergal)
si diresse verso al piramide. Enki dopo
una labile resistenza iniziale, decise
di buon grado di consegnarle le chiavi dell’Ekur a
condizione che il conflitto
era da ritenersi chiuso finché non fosse giunto il “tempo che
determina il
destino”.

Così Ninharsagh, in veste di mediatrice, si ridiresse dagli
enliliti per comunicare la
proposta di Enki. Ella parlò con Enlil ed Adad,
mentre Ninurta era rimasto sul campo di
battaglia.

Inizialmente Adad non si mostrò molto collaborativo:

Adad disse così:
“Siamo certi della
vittoria.
Le forze nemiche sono
battute.
Il tremore della terra
ha fiaccato la loro resistenza.”


Anche Enlil in prima battuta mantenne la stessa linea
intransigente.

Tuttavia, all’improvviso, mosso forse dall’affetto fraterno,
ebbe uno slancio conciliante
disse alla dea:

“Va’ e calma mio
fratello!
[Enki, ndr]
Alza una mano su di
lui per la vita;
dalla sua porta chiusa
fallo uscire fuori!”


Così Ninharsagh andò da Enki, e, tendendogli idealmente la
mano di Enlil, gli promise la
sicurezza propria e quella dei suoi figli. Poiché
Enki esitava, la dea con tenerezza gli
prese la mano e lo condusse fuori. Così
Enki ed i suoi seguaci uscirono dalla Grande
Piramide, da quell’Ekur immenso
quanto inespugnabile, che ora anche agli occhi di Ninurta appariva vuoto e
desolato.

Tutto ciò accadeva nella notte dei tempi, prima che
qualsiasi altra civiltà progredita si
affacciasse sulla Terra. Era l’8700 a.C.

 
 
 
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