Healing Hand

La fille française


-Sai ieri ho sentito Antoine....-Esordì Silvia appena salita in macchina-Ah chi, "el francés"....-Sorrise Max quasi in tono di scherno, mentre faceva partire la jeep.-Sai che non devi chiamarlo francese che si incazza...Ci tiene alle sue origini...-"El francés" era, in realtà, un riccioluto ragazzo belga che lavorava su a nord, a San Miguel. Anche lui come Max, aveva deciso di abbandonare la sua patria di origine per trasferrsi sull'isola, in pianta pressocchè stabile.Ogni tanto tornava a Charleroi per sbrigare qualche commissione. Ma nulla di piùParlava correntemente 5 lingue e faceva, in sostanza, la guida turistica. Era lui che aveva fatto conoscere a Max le feste che domenicalmente si tenevano verso sera a Benirràs a base di bonghi, birra ed anche qualcos'altro."El francès" era un tipo traffichino. Aveva le mani in pasta un pò dappertutto.Nulla di illegale, però. Era riuscito ad entrare nelle grazie di un maresciallo della Guardia Civil, tanto che ormai si potevano vedere passeggiare insieme come due amici. Ogni tanto il ragazzo gli rimediava un paio di pass dell'Amnesia per le figlie, ed in cambio il maresciallo chiudeva un occhio su qualche multa....-Mi ha detto che ha parlato con Tevez.....- -Tevez??...Chi?-.-Dai... il maresciallo della Guardia Civil...--Ah, ho capito, ok!!--Insomma..... dice che...... la settimana scorsa ad Es Vedrà.....sembra che.....-A questo punto Silvia si interruppe per un attimo, quasi stesse aspettando un cenno da parte di Max. Visto che lui sapeva bene di cosa stesse parlando. -Lo sai come la penso riguardo a quelle cose...No?Replicò seccamente Max scuotendo il capo.In quel momento partì di gran carriera "God save the Queen" che annunciava una chiamata sul telefonino di Max. Rapidamente lo estrasse dalla tasca dei pantaloncini, e con un gesto fulmineo vi collegò l'auricolare che teneva nel vano del cruscotto.-Hallo?E dall'altro capo una voce femminile con accento francese.-Hi Max. Ciao sono io Dauphine....-Passò qualche lunghissimo secondo prima che Max riuscisse a focalizzare la sua interlocutrice.Ma poi, all'improvviso, come un lampo, riuscì a ricordarsi.Ed ecco un altro filo pendente che, finalmente, si riannodava.La ricostruzione che Max aveva fatto al suo risveglio si fermava alla cena con Francesc alla Balafìa. Ma poi? Cosa era successo dopo?Quella voce aveva destato gli anfratti più remoti della mente del giovane che a causa della sbronza, aveva completamente cancellato l'ultima parte della notte precedente. Dopo la cena Max e Cesc erano andati a prendere una birra (forse più d'una...) in uno dei tanti pub del West End. Certo, da qui a ricordarsi quale fosse, ce ne passava.Comunque, lì Max aveva conosciuto una parigina, Dauphine per l'appunto. Una ragazza molto carina di corporatura minuta, capelli castani raccolti a coda di cavallo.Max, sebbene non fosse lucidissimo, era rimasto immediatamente rapito dal suo dolcissimo viso.Fino a cadere letteralmente ai suoi piedi quando lei gli sussurrava all'orecchio qualcosa in francese.Ma la fanciulla toccava l'apice della sua sensualità quando gli sfiorava il collo con le sue morbide labbra di pesca.Che erano capaci, anche, di sapienti baci profondi....-Oh ciao darling. Come va'?-Balbettò Max tentando di sembrare il meno stupito possibile.-Bene, bene....Ti volevo solo dire di stasera. Ti ricordi che dobbiamo andare al messicano?--Ah certo...Come no... Da Tony! Tra poco lo chiamo per prenotare. Ti faccio sapere con precisione più tardi. Un bacio.-Intanto Silvia, quasi offesa per essere stata interrotta nella conversazione da quella telefonata, si era accesa una sigaretta.-Chi è questa Dauphine, o come cavolo si chiama?-Disse non nascondendo una punta di gelosia ed aspirando avidamente dalla "bionda".-E' una ragazza che ho conosciuto ieri nel West End con Cesc...-Sorrise Max quasi compiaciuto dal tono della ragazza.-Ah con Cesc....Ora capisco perchè stamattina mi hai risposto con quella voce vagamente traballante....Quindi dovesti andare a cena con questa qui stasera? Giusto???- -Beh si....--Non ti ricordi che mi avevi promesso che al mio ritorno saremmo andati a mangiare a "Las Dos Lunas"? -"Las Dos Lunas" era il ristorante più in di tutta l'isola. Un posto dove, ancor prima di parcheggiare ti si avvicinava un omino per chiederti se avevi prenotato. In caso contrario, tanti saluti ed alla prossima.-Merda è vero....Max era visibilmente disorientato. Ma rapidamente si tolse dall'impaccio. -Senti facciamo così, sento anche Cesc e così andiamo tutti e quattro al Tijuana. Ti prometto che offrirò io la cena a "Las Dos Lunas". Anche se prima mi dovrò prostituire....-