Healing Hand

L'Epopea di Gilgamesh


La Pianta della GioventùC'era una sorta di condotto che portava alle sorgenti: non appena Gilgamesh carpì il segreto, aprì le chiuse cosicchè una corrente di acqua dolce lo portasse nel canale più profondo. Si legò ai piedi dei massi pesanti che lo portassero giù: finalmente vide la pianta. Benchè lo pungesse, la afferrò e l'avvolse intorno alla mano.Quindi tolse le pietre pesanti dai suoi piedie tornò da dove era venuto. In superficie lo attendeva Urshanabi per riportarlo indietro. Raggiante per la missione compiuta, Gilgamesh gli decantò gli straordinari poteri della pianta: Questa pianta è unica tra tutte le piante,con essa un uomo recupera tutto il suo vigore.La porterò nella città di Uruk, la città dalle forti mura,lì la darò da mangiare ai vecchi. Così, i due affrontarono il viaggio di ritorno.Dopo trenta leghe si fermarono per la notte. Vedendo una sorgente di acqua, Gilgamesh decisedi farsi il bagno. Ma in profondità si trovava un serpente, che avvertì la dolcezza del fiore dellapianta: uscì dall'acqua e la portò via. Subito si spogliò della pelle e ritornò in profondità: eraringiovanito.Gilgamesh cadde nella più totale disperazione: Allora Gilgamesh si sedette e pianse calde lacrime gli scorrevano sulle guance.Prese la mano di Urshanabi, il barcaiolo."Per chi hanno lavorato le mie mani?Per chi ho versato il sangue del mio cuore?Per me stesso non ottenuto nessun privilegio;ad un serpente ho offerto un privilegio..." Gilgamesh rielaborò amaramente le fasi dell'immersione, rendendosi conto che era destino nonessere riuscito a poter godere della pianta:Mentre aprivo le chiuse, sistemando l'attrezzatura,trovai una porta chiusa: doveva essere un segnomesso lì apposta per me, dovevo ritirarmi, rinunciare.Gilgamesh si rese conto di non essere destinato alla Pianta della Gioventù e, quando fece ritornoad Uruk, ordinò ai suoi scribi di di scrivere la sua odissea.Voglio raccontare a tutta la gente di colui che vide le gallerie;di colui che conosce i mari, fatemi raccontare la storia...Queste sono proprio le parole iniziali dell'Epopea di Gilgamesh, affinchè tutti sappiano chel'uomo per due terzi divino non riuscì a cambiare il proprio fato.