La Seconda Guerra delle PiramidiL’occupazione abusiva della terra di Canaan da parte dei
seguaci di Enki fece sì chequesta fazione controllasse tutti gli avamposti principali
(Giza, Gerusalemme, Sinai) perle attività degli Annunaki. Ciò non poteva essere
accettato di buon grado da parte degliEnliliti, e così dopo circa 300 anni la
disputa sfociò nella cosiddetta “Seconda Guerradelle Piramidi”.Gli echi di questo evento epocale sono stati rinvenuti dagli
studiosi in numerosi testisumeri, accadici ed assiri, riuniti in una raccolta
chiamata “Miti di Kur”, in cui, in formapoetica, vengono narrate le gli
scontri che si succedettero per il controllo delle vetteutilizzate come punti
di riferimento geografici alle rotte spaziali: Monte Moriah, MonteSanta
Caterina, Piramidi di Giza.A capo del clan enlilita vi era Ninurta, “il sommo guerriero
di Enlil” (nonché di lui figlio),mentre a capeggiare gli enkiti stava Marduk
erede legittimo di Enki (in quanto avutodall’unione di quest’ultimo con la
sorellastra Ninharsag.).Le prime fasi del conflitto ebbero come scenario la penisola
del Sinai: qui gli enkitimaturarono la prima sconfitta e furono costretti ad
arretrare fino in Africa. Ninurta eradeciso ad assestare il colpo di grazia ed
avanzò a bordo del suo uccello “che in guerradistrugge le dimore dei principi”.
Mentre egli attaccava frontalmente, il fido Adad sipreoccupava di fare terra
bruciata attorno agli enkiti, radendo al suolo ogni fonte dipossibile
approvigionamento.Ad un tratto, fece la sua comparsa anche Ishtar, che,
invitata a partecipare al conflitto,aveva l’intenzione di usare la sua “arma
brillante”:Al clamore delle armi,
alle gesta di eroismo,Ishtar non voltò le
spalle.La dea brandì la sua
arma splendidamente brillante,per dirigerla costruì
un corno.I cieli si colorarono
come fiocchi di lana rossiGli enkiti pressati dalla pesante offensiva, continuarono ad
arretrare verso sud,giungendo a Meslam, città tempio del dio Nergal
(fratellastro di Marduk). Qui si consumòuna orrenda strage che coivolse anche
la popolazione locale: la ferocia di Ninurta nonrisparmiò uomini, donne e
bambini, sui quali egli fece “piovere” armi chimiche. I pochifortunati che
riuscirono a scampare all’olocausto, si rifugiarono sulle montagne, maanche
qui la furia di Ninurta li raggiunse:Con l’arma che
colpisce gettò fuoco sulle montagnel’arma divina degli
dei,quella con il dente
amaro abbatté il popolo.Ormai ridotta ai minimi termini la propria controffensiva,
Marduk decise che era tempodi non opporre più resistenza. Ninurtà interpretò
questo segnale come una resa e siaffrettò ad intonare canti di vittoria.Tuttavia la resa degli enkiti si rivelò essere una mossa
estremamente astuta, visto che intal modo, essi avevano evitato
l’annientamento totale da parte di Ninurta e la completadistruzione delle loro
armi. Così Marduk ed i suoi ufficiali pensarono bene di ritirarsiall’interno
della Grande Piramide di Giza, all’interno della quale “l’abile artigiano” Enki(equivalente al Thoth egizio) innalzò una protezione che la Brillantezza non potevacolpire, un campo che non poteva essere in alcun modo attraversato dai raggi
dellamorte.