Mytravels

8 AGOSTO


La mattina seguente ci siamo svegliati all'alba ma prima di intraprendere il nostro nuovo viaggio ci siamo concessi un alba a bordo piscina: uno spettacolo unico con la vista di Lake Manyara davanti ai nostri occhi e le aquile che sorvolavano sopra le nostre teste.  Appena usciti dall'hotel abbiamo incontrato un gruppo di bambini che ci salutavano e ci guardavano con degli occhi enormi..Abbiamo chiesto all'autista di fermarci e gli abbiamo regalato un pò di pennarelli, penne e blocchi notes che avevamo comprato prima di partire..Quello che è successo dopo è una scena che mi è rimasta impressa: questi bambini si sono letteralmente azzuffati tra di loro pur di avere un pennarello, strappandoseli dalle mani l'un l'altro. Quando finalmente ne hanno avuti almeno una a testa, dovevate vedere le loro facce! Erano felicissimi e si guardavano sti pennarelli come se fossero chissà cosa.. La meta di quel giorno era il Serengeti.E per fare ciò abbiamo percorso km e km su strade non asfaltate, siamo saliti su una montagna, abbiamo attraversato il Cratere del Ngorongoro e percorso non so quante altre ore di macchina, tra una buca e un'altra...Ma il Serengeti meritava tutto questo sbattimento! Il nostro viaggio è iniziato in un' atmosfera quasi surreale: in cima a questa montagna che attraversavamo c'era una nebbia fitta, misteriosa, che avvolgeva ogni cosa..La strada era sterrata, a una sola corsia, e pergiunta non c'era niente che ci separava dallo strapiombo... A un certo punto mio padre inizia a urlare alla guida di fermarsi..io stavo sonnecchiando e mi è preso un colpo..il tutto perchè..c'era la tomba del professor Grizmeck (e figlio). Per tutti uno sconosciuto, per mio padre un mito. Bernhard e Michael Grzimek hanno praticamente dedicato la loro vita all'Africa e alla salvaguardia del Serengeti.