PENSIERI DIGITALI

Perchè un blog?


Spesso mi sono chiesto perchè uno dovrebbe avere un blog e scriverci dentro, ora mettendo da parte le risposte più comuni e scontate, direi che esiste almeno un fondamentale motivo per cui nessuno può tirarsi indietro...volete sapere quale? Il gioco del riconoscimento, semplice.E' da quando eravamo primati, scimmie urlanti e saltellanti che questo gioco va avanti...io senza l'altro non esisto se l'altro non riconosce che esisto. Come lo fa è solo una questione di stile, o prende un osso e me lo spacca sul cranio o più educatamente mi risponde "buon giorno, desidera?".Questo è quanto accade nella vita reale come quella online, null'altro.Molto spesso per ottenere il riconoscimento taluni soggetti usano lo schema dell'amico-nemico. Schema elementare ma efficace: chi sono io? Quello che appartiene a una comunità amica e che si scontra con un gruppo di barbari invasori o per rimanere in tema di blogger ostili.Io esisto se mi leggono, se mi commentano bene e se tutti insieme ce la prendiamo con qualcuno. Poi il pubblico decide...le armi invece sono solo una questione di stile: satira, umorismo, ironia, argomentazione logica, poesia, insulti isterici, sputi, graffi, partite a scarabo e chi più ne ha più ne metta...Insomma per nutrire la nostra identità o le nostre identità online ed affermarci concretamente abbiamo bisogno di un costante confronto fra il sentimento che ognuno ha di se stesso (costruito in modo autoreferenziale) e l’identità ascrittaci dall’esterno, nel contatto con i nostri altri significativi e con la struttura sociale. Ecco perché individui dapprima inesistenti sono d’improvviso stati “riconosciuti”, accettati, amati, odiati e poi portati al successo o alla dipartita dal loro pubblico grazie a reality come il Grande Fratello, L’Isola dei Famosi, Un-Due-Tre stalla, La Sposa Perfetta ed altro ancora…La verità, anche se molti affermano il contrario, è che nell’epoca della grande comunicazione si comunica poco e male, soffriamo di solitudine, intellettuale/spirituale o fisica che sia non importa e nel nostro piccolo, con la nostra spasmodica esigenza di comunicare (non si è capito bene ancora cosa) ci tuffiamo nell’esperimento sociologico della community con i suoi web blog per vivere anche noi un'esperienza da protagonista, per “spiare” i pensieri altrui o per concedere i propri a degli sconosciuti che avranno anche l’ardire di commentare in malomodo i nostri “intimi” scritti, con l’enorme vantaggio di poter avere molteplici identità e di far passare al nostro pubblico solo le informazioni che vogliamo per apparire più fighi, brillanti, poetici, romantici, sensibili ma anche alternativi, ribelli, controcorrente, belli e dannati. L’unico rischio che si corre partecipando a questo gioco è quello di dimenticare la propria identità, quella vera, quella che ci lasciamo alle spalle ogni volta che ci logghiamo per vivere esclusivamente quella che ci siamo costruiti con tanto amore online, divenendo una sorta di Dorian Gray che nasconde il proprio ritratto in soffitta…a proposito, qualcuno ricorda poi come è andata a finire quella storia?