LIBERA USCITA

Il baccanale


ho sonno ma non dormo,mi arrivano gli echi del vociare esterno.ho chiuso la finestra ma il banchetto stā per cominciare e gli ululati dei convitati famelici si confondono con quelli dei dispensatori,sembra un girone dei dannati con scambio continuo di ruoli,nessuno vuol pių servire e tutti voglion mangiare per primi. il padrone di casa pretende di ristabile l'ordine,declama a gran voce il menų, poi ordina ai camerieri di servire, lui per primo, gli altri,i notabili,sbavano,digrignano i denti e reclamano impazienti,poi spintonano  e assaltano i camerieri conquistano i vassoi carichi,sedie rovesciate,segnaposto che  volano,piatti e bicchieri vanno in pezzi,spuntano i coltelli,la bastiglia č ormai presa,e nel nel casino generale,molte portate cadono a terra,sporcate ma non sprecate,gli spettatori non invitati si fanno sotto anche loro.il padrone ha ormai perso il controllo,i fedelissimi han la bocca piena,ingurgitano  e si guardano in cagnesco,anche i camerieri arraffano cosciotti e bistecche,lui tiene l'aragosta ancor viva ben stretta e ordina, gesticola,sputa bile e succhi gastrici,la tavola si rovescia e l'orda  scomposta si getta a quattro zampe famelica e implacabile sul cibo sparso a terra contendendoselo con gli abusivi accorsi numerosi alla notizia del magna-magna nazionale. il ringhio diventa un boato.alla fine della pappagorgia,tutti van via di corsa, non restano neppure le briciole per i cani che si aggirano sanguinando tra i cocci.