Vivere al NATURALE

Chi ha paura della Trinacria!


Ieri sera sul Canale La7, è stata discussa sul programma Exit, la pedagogica influenza della fiction Il Capo dei Capi, andata in onda in queste settimane su Mediaset.Ospiti della serata erano l'On. Ministro della Giustizia Clemente Mastella, l'On. Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, l'illustre professore politologo scrittore, attualmente sottosegretario al ministero dell'Università Nando Dalla Chiesa, l'autorevole scrittore giallista Carlo Lucarelli ed infine il famoso regista e scenografo Enzo Monteleone che ha diretto per l'appunto la fiction dove viene raccontata in un tuttuno quasi 50 anni di storia della Mafia.La discussione, condotta egreggiamente dalla giornalista Ilaria D'Amico, verteva sull'aspetto comunicativo e sugli effetti pedagogici della storia, raccontata con tutta la sua cruda realtà.In particolare, si sono fondamentalmente concentrati a disquisire sul messaggio positivo o negativo che la fiction ha prodotto, nei soggetti che l'hanno seguita. Su di una cosa erano tutti daccordo, ovvero che la fiction, costruita impeccabilmente sulla vera storia documentata, è risultata un capolavoro , pur con qualche omissione per ovvi motivi puramente tecnici.Da un lato, vi erano il Ministro della Giustizia ed il Presidente della Sicilia, che rimarcavano l'aspetto diseducativo rilevabile dai comportamenti mafiosi e dalla rilevanza data al soggetto principale, ovvero Il boss Riina; dall'altro si schieravano il resto degli ospiti sottolineando il fatto che se una storia vera deve essere raccontata, non si può tralasciare o nascondere l'esatezza e l'attendibilità della realtà, per farla meglio conoscere e  giudicarla consapevolmente in maniera costruttiva e quindi combatterla per non incorrere nuovamente nel soccombimento omertoso.Ovviamente, come rimarcava Carlo Lucarelli, bisognava anche dare spazio al dopo fiction, per mettere in rilievo quali siano i comportamenti negativi da mettere in discussione e criticarli oggettivamente, cercando di smitizzare e sfaldare la figura del Boss intesa come figura rispettabile e quindi positiva.Si è poi mandato in onda, un servizio costruito ad hoc, su dei studenti palermitani forse minorenni o poco più, intervistati per esprimere giudizi sulla figura del boss contrapposta a quella dello Stato, ed in cui si è purtroppo messo in rilievo ancora una volta come in un territorio, quello Palermitano, si dia più elogio alla rispettabilità portata avanti con la forza, che quella dell'onore e della dignità vissuti e cavalcati onestamente.Ora, non voglio mettere in dubbio che questi ragazzi esternano questi pensieri framisti anche ad attimi di confusione, poichè in questo territorio, nonostante tutto quelle iniziative intraprese, anche dal Presidente Cuffaro, per debbellare il fenomeno e la cultura della Coppola, il sentimento di prostrazione verso chi Ha, chi E' e, ti può aiutare - favorire, per il popolo siciliano è diffusissimo e non possiamo negarlo soltanto con le parole: quello che manca è la presenza incontaminata, cordiale e disinteressata delle Istituzioni, e dove per Istituzioni, intendo l'Istituto della Scuola, l'Istituto del Lavoro, l'Istituto della FAMIGLIA nei quali bisogna andare avanti per meritocratica scelta personale e non indotta a forza.Certo, dobbiamo parlare discutere criticamente di certi eventi che entrano nelle famiglie come le Fiction di questo spessore, ma alla base e preventivamente se alle famiglie si da la possibilità di arrivare dignitosamente a fine mese senza dovere ricorrere a illegali strategie per sopravvivere: queste stesse famiglie, capeggiate dai genitori, sorriderebbero alla fine di ogni puntata, dando il bacio della buona notte ai propri figli, senza doversene vergognare perchè l'indomani invece di andare a chiedere favori o a rubare.... sognerebbero di andare semplicemente a lavorare.Aspetto vostri commenti.Pepperinix!